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La tragica realtà di un sud pontino dominato dalle mafie. L’importanza dell’esito delle elezioni a Gaeta.

Con un migliaio di nuovi appartamenti già previsti dai piani di fabbricazione approvati, la realizzazione di ben 3 porti turistici privati ed il potenziamento del già esistente porto commerciale – il tutto già approvato e finanziato -, Gaeta si conferma come un vero e proprio eldorado per tutte le mafie nazionali ed internazionali.

Con centinaia di milioni di euro da investire – e probabilmente in parte da riciclare – per accaparrarsi il controllo definitivo di un territorio che va molto al di là dei confini territoriali della città e che arriva, da una parte fino all’Abruzzo, al Molise e all’Adriatico, dall’altra fino alla Capitale e dall’altra ancora fino a tutta la parte nord della Campania.

Un controllo dell’economia che inevitabilmente sarà anche un controllo sociale, culturale ed anche politico ed istituzionale.

Un vero e proprio sconvolgimento degli assetti attuali.

Ecco perché noi attribuiamo alle elezioni in corso a Gaeta per il rinnovo dell’Amministrazione comunale un’importanza eccezionale e stiamo con insistenza invitando i cittadini della Città del Golfo a fare scelte oculate, intelligenti, meditate.

Se da queste elezioni non dovesse risultare eletta una classe politica trasparente, senza ombre e determinata, potremmo dire addio definitivamente al discorso del controllo da parte dello Stato di un territorio che comprende grosso modo l’intero Centro Italia.

Abbiamo con fervore auspicato la formazione di un fronte politico antimafie capace di fugare il pericolo di un ulteriore, definitivo processo di radicamento sul territorio della criminalità organizzata, ma, purtroppo, abbiamo dovuto registrare un semifallimento per l’ottusità dell’attuale classe dirigente regionale, provinciale e comunale del PD, partito che, per faide interne, si è spaccato in tre tronconi fino a sparire ufficialmente dalla competizione elettorale.

Il PD non esiste durante questa campagna elettorale e, di conseguenza, a parlare di mafie e di azione e strumenti di contrasto ad esse a Gaeta sono rimasti solo Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Partito Socialista, Comunisti Italiani e la coalizione che fa capo a Salvatore di Maggio e che rappresenta tutte queste forze eccetto quella di Rifondazione Comunista la quale concorre da sola.

Tutti gli altri hanno ignorato il problema.

Problema che rappresenta la prima emergenza di questo territorio in quanto, senza legalità e senza giustizia, non esistono crescita e sviluppo.

Con il controllo di un territorio da parte delle mafie non possono esserci, infatti, che sottosviluppo, miseria ed assenza di spazi di vivibilità civile e democratica.

Fame, inciviltà ed arretratezza, in parole povere.

In tutti i sensi.

Gaeta, Minturno, Formia, Itri, Sperlonga, Fondi e tutto il sud pontino sono già infestati dai mafiosi e dai loro sodali politici.

Un esito anziché un altro di queste elezioni – con l’affermazione di forze e soggetti che sono schierati chiaramente e senza tentennamenti e riserve contro le mafie- potrebbe rappresentare l’inizio di una riscossa che ha come obiettivo la liberazione di una parte significativa del Centro-Italia dalla montagna di merda che grado a grado lo sta inquinando in modo irreversibile..

Valutazione, questa, che deve indurre tutti i cittadini perbene a fare una profonda riflessione sulla reale volontà di parte di questa partitocrazia di combattere un cancro che sta inquinando tutto il tessuto economico, sociale, culturale, politico ed istituzionale (le inchieste finora svolte e, in particolare, la “Formia Connection” e le varie “Damasco”, a parte quelle ancora in corso, lo provano abbondantemente) della provincia di Latina, riducendo, questa, ad un suburbio del casertano e del napoletano.

Senza generalizzazioni e criminalizzazione di tutto e di tutti, ovviamente.

Questa è la tragica realtà nella quale siamo immersi.