Cerca

Zuccaro: “Sulle scarcerazioni tante leggerezze. La lotta alla mafia non ammette cali di attenzione”

LA Repubblica, 5 SETTEMBRE 2020

Zuccaro: “Sulle scarcerazioni tante leggerezze. La lotta alla mafia non ammette cali di attenzione”

Il procuratore di Catania: “Addossare tutte le colpe ai giudici credo che sia ingiusto”. In provincia tornato libero il boss Francesco La Rocca, su cui aveva indagato già il giudice Falcone

di SALVO PALAZZOLO

“Le scarcerazioni dei mafiosi hanno rappresentato un aggravio di lavoro formidabile – dice il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro – sia dal punto di vista amministrativo, per il susseguirsi di pareri che abbiamo dovuto predisporre in breve tempo, sia dal punto di vista investigativo e dei controlli. Le scarcerazioni hanno dato soprattutto un segnale sbagliato alla collettività, in provincia di Catania ci siamo ritrovati ai domiciliari personaggi di un certo peso criminale”.

E’ ai domiciliari Francesco La Rocca di Caltagirone, già il giudice Falcone si era occupato di lui. Ci sono anche altri nomi che hanno richiamato la vostra attenzione?
Purtroppo anche personaggi del clan Santapaola e del clan Cappello. Pure loro personaggi di un certo peso”.


Il ministro della Giustizia ha annunciato un monitoraggio sulle decisioni dei giudici, per capire come mai 112 mafiosi non sono rientrati in carcere dopo il decreto di maggio.
Addossare tutte le colpe ai giudici credo sia ingiusto. Anche se in molti casi i tribunali di sorveglianza avrebbero potuto richiedere dei pareri, ancorché non obbligatori. Richieste di informazioni non alle procure delle città del nord Italia dove i mafiosi erano detenuti, che poco avrebbero potuto dire”.

Fra rischio Covid e altre motivazioni, un così alto numero di scarcerazioni non si era mai avuto. Come si è arrivati a tutto questo?
Ci sono state tante leggerezze. Da parte di organismi ministeriali e anche, come dicevo, da parte di taluni magistrati. Magari per mancanza di sensibilità, la lotta alla mafia non ammette cali di attenzione”.

Perché il ritorno in carcere dei boss è così difficile?
Il concetto di pericolosità sociale deve essere agganciato all’attualità, e non è sempre facile acquisire subito elementi di conoscenza relativi al periodo in cui sono stati posti in detenzione domiciliare. Anche per questo è aumentato in maniera esponenziale il lavoro delle direzione distrettuali antimafia”.