Cerca

Zingaretti ed il PD del Lazio non vogliono l’antimafia reale, quella dell’investigazione e della denuncia. Preferiscono quella del racconto!

Diventa sempre più difficile fare nel Lazio un’antimafia seria, non parolaia, non commemorativa, quella che si limita a commemorare Falcone e Borsellino e non denuncia, quella che attinge alle relazioni della DNA e della DIA o alle cronache giornalistiche sui fatti già avvenuti e non segnala, non aiuta forze dell’ordine e magistratura a scovare e colpire i mafiosi.

L’antimafia del racconto, che non aggiunge nulla di proprio a ciò che deve ancora avvenire.

Che è quello di più importante.

L’antimafia che non affronta i nodi veri dei problemi che sono quelli, soprattutto, che attengono alla carenze, alle omissioni, volute o meno, di uno Stato bifronte che, da una parte dice di voler combattere le mafie, ma dall’altra fa poco o niente contro le vere mafie, quelle politiche ed economiche.

Il comportamento del PD del Lazio nei nostri confronti è stato veramente disdicevole.

Avevamo riposto, dopo le tante dichiarazioni fatte dai suoi esponenti in materia di lotta alle mafie, un minimo di speranza in sua resipiscenza, dopo i tanti decenni di disattenzione, di silenzi, di inerzia rispetto a questo gravissimo processo, quello del radicamento mafioso nei nostri territori, che sta mettendo in gravissimo pericolo tutto il processo di crescita economica e civile della nostra regione.

Quali sono questi “nodi” che dovrebbero essere affrontati e nessuno ne parla, purtroppo?

Intanto la questione dei Prefetti.

Noi abbiamo avuto nel Lazio Prefetti eccellenti come Frattasi a Latina e Mosca a Roma.

Entrambi sono stati cacciati dal governo Berlusconi.

Dopo di loro c’è stata una sorta di “normalizzazione”, con la nomina di Prefetti (La “Voce delle Voci” ha denunciato come quasi tutti di gradimento di Cosentino!) che quanto meno sul problema “mafie” non dicono una parola.

C’è stato chi addirittura ha detto che a Roma non ci sono mafie e… che la Capitale è… la città più sicura d’Europa!

Vergogna!

Persone del genere dovrebbero essere subito cacciate dall’Amministrazione!!!

Poi ci sono anche alcuni Procuratori della Repubblica.

Non parliamo solo di Latina negli anni andati, ma ci riferiamo anche al presente.

Si sappia una buona volta per sempre che i Procuratori ordinari non hanno il ruolo istituzionale per parlare di mafie.

Possono farlo solamente come semplici cittadini.

Le indagini in materia di reati associativi di stampo mafioso sono SOLAMENTE di competenza dei Procuratori delle DDA e della DNA.

Punto.

Sono SOLAMENTE questi ultimi legittimati a parlare.

Quando un Prefetto, che è il capo del Comitato Provinciale di sicurezza ed ordine pubblico, dice che… NON C’E’ MAFIA sul territorio di sua competenza, blocca un intero impianto investigativo.

Come pure un Procuratore Capo della Repubblica che non pretenda, come dovrebbe fare, dai responsabili della Polizia Giudiziaria indagini che possono sfociare in reati di mafia…

Allora delle due una:

o si hanno la consapevolezza e le conoscenze tecniche di tutto ciò o non si fa nulla in materia di lotta alle mafie.

Ma quando, poi, un partito che pure dice di voler combattere le mafie, come nel caso del PD, privilegia il fronte dell’antimafia che non si pone questi problemi e discrimina chi, come noi, li pone e se li pone, allora vuol dire che c’è la volontà di preferire un’antimafia di immagine rispetto a quella reale.

L’esclusione della nostra Associazione dal Comitato di Coordinamento della Consulta Provinciale di Roma nominata dall’Amministrazione Provinciale della Capitale va letta in quest’ottica.

Il Presidente Zingaretti NON vuole l’antimafia reale, quella che indaga e denuncia.

La nomina della Consulta Antimafia della Provincia di Roma, per come questa è stata costituita, va, quindi, vista come un puro slogan elettorale.

E questo ci fa cadere ogni residua speranza nella reale volontà da parte del PD di combattere seriamente le mafie.

Ci fermiamo qua e non vogliamo parlare, se non ci vedremo costretti, dei tanti episodi che hanno contribuito, negli anni, a convincerci di tale assunto.