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Zagaria rimescola le carte sulle bische del clan: “I proventi erano i miei”

Zagaria rimescola le carte sulle bische del clan: “I proventi erano i miei”

Ciccio ‘e Brezza rende nuove dichiarazioni nel processo alla sua rete di prestanome

Attilio Nettuno

19 aprile 2021 19:18

Zagaria rimescola le carte sulle bische del clan: “I proventi erano i miei”

Francesco Zagaria, alias Ciccio ‘e Brezza, il colletto bianco del clan dei Casalesi diventato collaboratore di giustizia, rende nuove dichiarazioni spontanee e cambia nuovamente gli scenari. 

E’ accaduto nel corso del processo alla sua rete di prestanome accusati, a vario titolo, di estorsione, riciclaggio e ricettazione. E proprio sul tema del riciclaggio di denaro nella bisca clandestina di Grazzanise, di cui rispondono Salvatore Carlino Paolo Gravante (per i quali il pm ha invocato la pena di 4 anni a testa), che Zagaria è intervenuto in videocollegamento. “I proventi delle bische erano miei”, ha dichiarato, chiarendo poi come una quota venisse destinata da lui, elemento di spicco dei Casalesi, quale contributo alle casse del clan. 

Dichiarazioni che andrebbero in conflitto con quelle già rese all’autorità giudiziaria e che sono arrivate a margine dell’udienza dedicata alle arringhe degli avvocati Giuseppe Stellato e Paolo Raimondo, difensori proprio di Carlino e Gravante, che hanno provato a dimostrare l’estraneità dei loro assistiti alle contestazioni invocando per entrambi l’assoluzione. A margine del processo il pm della Dda Maurizio Giordano ha annunciato il deposito di ulteriori atti dell’accusa. Il processo riprenderà alla fine di giugno.

L’Antimafia nel corso della sua requisitoria ha chiesto la condanna per tutti gli imputati coinvolti nel processo. Oltre ai 4 anni per Carlino e Gravante il pm ha invocato 6 anni e 4 mesi per Francesco Zagaria; 6 anni per Salvatore Buonpane, difeso dall’avvocato Mario Mangazzo, e 9 anni per Giuseppe Garofalo, difeso dagli avvocati Angelo Raucci e Paolo Caterino, accusati di estorsione aggravata dalle finalità mafiose; 2 anni per Carolina Palazzo, moglie del boss Antonio Mezzero (non indagato) difesa dall’avvocato Alberto Martucci, accusata di ricettazione per aver percepito uno stipendio mensile dal clan dei Casalesi.

L’inchiesta per la quale gli imputati sono a processo riguarda proprio il ruolo di Francesco Zagaria e la sua posizione di favorito del boss Michele Zagaria negli affari derivanti principalmente dalla gestione delle bische clandestine o dalle estorsioni. E’ stato lo stesso Zagaria, oggi collaboratore di giustizia, a confermare le bische gestite a Grazzanise da Carlino e Gravante che rimpinguavano le casse del clan di Michele Zagaria grazie allo svolgimento delle giocate d’azzardo e dagli utili derivanti da tale gestione. Si torna in aula ad inizio febbraio per le arringhe dei difensori. Nel processo un imprenditore vittima di estorsione si è costituito parte civile con l’avvocato Mario Griffo.

fonte: https://www.casertanews.it/cronaca/camorra-bische-zagaria-processo-grazzanise.html