Cerca

Voto di scambio: voto che conta. Una nota del dr. Arturo Gnesi

Voto di scambio…

“Il voto di scambio non ha colore e compromette la democrazia, la democrazia

vive in ostaggio del voto di scambio. ” R. Saviano

Non bisogna allontanarsi molto per vedere come questa consuetudine sia

maledettamente vera e come questa primitiva gestione del voto abbia ormai

aperto un enorme varco nella gestione amministrativa degli enti locali.

Noi non possiamo dire che a Pastena il voto di scambio non esiste perché

diremmo una bugia e la nostra menzogna favorirebbe la crescita di una

cultura

diffidente verso le istituzioni ma propensa, al contrario, ad utilizzare le

poche risorse disponibili messe a disposizione dal malcostume politico.

Quanto più cresce l’ostilità nella politica ed aumenta la sfiducia nelle

Istituzioni, tanto più diventa labile il confine tra affari leciti e

malcostume

amministrativo.

“Il voto di scambio non ha colore e compromette la democrazia, la democrazia

vive in ostaggio del voto di scambio. ”

Tutti esaltano la libertà e la giustizia ma in pochi utilizzano

democraticamente il mandato popolare per creare uno sviluppo economico

trasparente e una crescita civile al servizio del prossimo, perché la

tendenza

è quella di servirsi del potere per sottomettere e tenere in ostaggio la

coscienza dei cittadini.

Il voto di scambio si nutre dei legittimi bisogni dei cittadini che accresce

l’illegittimo interesse di chi li strumentalizza per tenere il voto sotto

controllo.

Anche a Pastena ci sono gli ostaggi del voto di scambio, anche a Pastena la

libertà dei cittadini è subordinata agli interessi di pochi che manipolano i

fatti e le notizie fino a creare un sistema trasversale di complicità che

praticamente rende gli abusi impuniti.

Anche a Pastena c’è la necessità di riappropriarsi della democrazia e di

rompere le catene della sudditanza ideologica, anche a Pastena bisogna

andare

oltre il voto di scambio perché questo è l’umiliazione della dignità dei

cittadini.

Il ricatto è subdolo, spesso assume le sembianze del piacere disinteressato,

spesso è la persona che bussa di sera per offrire un lavoro retribuito al

minimo di qualche ora a settimana, spesso è la promessa di un posto di

lavoro

in qualche ente intercomunale, o l’assunzione in qualche cooperativa.

Nessuno può negare che anche a Pastena è collaudata da anni questa pratica

clientelare che tiene in ostaggio il paese e l’ha condannato ormai alla

miseria

e al declino economico e morale.

Esiste il voto di scambio perché c’è una consuetudine politica che non sa

rinunciare a questi riti e che poi non può sottrarsi a sua volta ai ricatti

e

alle pressioni esterne, non sempre legittime e non sempre trasparenti.

Qualcuno forse ci guadagna ma di sicuro a rimetterci sono soltanto i

cittadini.

Parole senza alcun senso?

Solo pregiudizi?

Leggete questa nota di monsignor Nogaro vescovo di Caserta, non è mai stato

a

Pastena ma è lo stesso…

“Nella società attuale si è introdotta una forma di imbonimento, malsano e

gratificatorio, che intontisce e soprattutto lusinga le persone: una

corruzione

a tutti i livelli della vita economica, civile, politica, ma anche culturale

e

religiosa. Una diffusa mafiosità dei comportamenti, che sembra ormai una

conquista di civiltà del nostro tempo…

Non si porta salvezza se si è complici della ingiustizia e della violenza

istituzionali”

La liberazione dal voto di scambio è il primo passo verso la salvezza della

società, un percorso duro ed impegnativo per tutti perché i primi a mettere

i

bastoni fra le ruote, saranno proprio i potenti e i benpensanti, illustri

farisei del nostro tempo.