Video hard, politica e ricatti
Memoriale di Alfonso Cicero consegnato (con integrazioni successive) il 2 novembre 2015 al sostituto procuratore Stefano Luciani della Procura della Repubblica di Caltanissetta
24 Novembre 2018
“…Nel corso di questi ultimi mesi ho avuto modo di ricordare – traendo spunto anche dalla rilettura di alcuni documenti o, semplicemente, dal verificarsi di eventi quotidiani di varia natura – taluni fatti, occorsi negli anni, che ho ritenuto di dover appuntare minuziosamente al fine di poterli esporre alla S.V., nella ritenuta opportunità che gli stessi possano rappresentare contributi potenzialmente utili alle indagini dalla S.V. condotte e che, pertanto, vanno ad integrare quanto già esposto il 17.09.2015 e nei documenti del 02.11.2015 e del 03.05.2016.
Tengo a precisare che avevo creduto fortemente alla “svolta” di legalità che il MONTANTE ANTONELLO, in atto Presidente di Confindustria Sicilia, sembrava incarnare in quegli anni, ed è per questo motivo che svolgevo la mia attività amministrativa confrontandomi ed interfacciandomi su talune questioni con lui intendendo i suoi apporti, le sue richieste, le sue indicazioni come il miglior modo per epurare i vecchi poteri corrotti e collusi che per anni avevano ridotto il mondo delle aree industriali deserti di cemento e colossi di affari, illegalità, sprechi e clientele.
Ritenevo che attraverso la mia figura e la mia azione e anche con le indicazioni del MONTANTE avremmo potuto dare slancio all’economia delle aree industriali anche attraverso l’attribuzione di ruoli di responsabilità ai diversi soggetti che, poiché indicati dal MONTANTE, sembravano essere portatori di quei valori e di quegli obiettivi in cui, io certamente, credevo e che, con il tempo, ho compreso essere stati solo degli alibi per il MONTANTE per gestire e curare da vicino, e da insospettabile, rapporti, relazioni ed interessi illegittimi di varia natura ed entità, tirare le fila di “giochi” trasversali in cui lo stesso ha sempre tenuto il più volte citato “doppio gioco”.
Del resto, per diverso tempo, l’atteggiamento del MONTANTE risultava credibile ed attendibile e ciò in considerazione anche del sostegno allo stesso mostrato dagli ambiti istituzionali e dall’informazione.
Solo il susseguirsi di fatti e coincidenze e, troppo spesso, comportamenti ambigui e per nulla lineari, mi hanno indotto a dubitare del MONTANTE e della sua reale “svolta” di legalità sebbene fosse per me assai complicato comprendere nel profondo il grande bluff che, poi, ha dimostrato cinicamente di aver posto in essere il MONTANTE, a mio danno, a danno delle istituzioni e di tutta quella società civile che pensava e credeva davvero in un cambio di rotta per merito e per mano di un “paladino” della legalità.
Il suo grado di cinismo è stato sempre così alto da mascherare i suoi reali fini, consentendogli di non farsi alcuno scrupolo umano per avermi esposto a diversi e gravi rischi per la mia incolumità e per avere “cambiato” anche la mia vita e quella della mia famiglia, ormai sempre più provati e preoccupati da quanto in questi anni siamo stati costretti e vivere e dalle possibili ritorsioni, di ogni genere, che in futuro possiamo ricevere dal MONTANTE e dal suo pericoloso e fitto “sistema”.
..Ricordo che, nel periodo successivo alla diffusione della notizia sull’inchiesta per mafia a carico di Antonello Montante, la Vancheri mi palesava di essere preoccupatissima per i segreti che, a suo dire, deteneva Gioacchino Montante sul conto del proprio fratello Antonello, non facendomi comunque alcun riferimento a fatti e circostanze specifiche.
La Vancheri era molto preoccupata che Gioacchino Montante potesse rivoltarsi contro il proprio fratello, Antonello.
Ricordo, ancora, che la Vancheri mi disse che Gioacchino Montante aveva un’amicizia molto stretta e risalente nel tempo con Dario Di Francesco, il noto pentito di mafia.
..Ricordo che, sempre nel periodo successivo alla notizia sull’inchiesta a carico di Montante, a seguito di articoli di stampa che riportavano la notizia di testimonianze che mettevano in dubbio i raid che avevano colpito diversi anni prima la sede di Confindustria Caltanissetta, la Vancheri mi riferì di temere che l’ex direttore di Confindustria Caltanissetta, Giovanni Crescente, licenziato alcuni anni prima, potesse rivoltarsi contro Antonello Montante.
..In alcune occasioni, nel corso degli anni, mentre discutevo con Antonello Montante di questioni di carattere generale, lo stesso riceveva delle telefonate nel corso delle quali annotava informazioni e notizie afferenti la posizione giudiziaria ed i fermi di polizia a carico di vari soggetti, senza tuttavia svelarmi mai l’identità del suo interlocutore. In quei momenti, per discrezione, ricordo che davo l’impressione di distrarmi.
Ricordo che Montante, annotando i dati fornitigli, ripeteva al suo interlocutore alcune delle informazioni dettate al fine di essere sicuro di aver compreso e scritto bene.
Rammento che Montante si rivolgeva al suddetto interlocutore in modo molto operativo, gli dava del “Lei”, lo chiamava “dottore”, a volte gli diceva che la documentazione poteva consegnargliela a Roma e gli confermava degli incontri da tenersi a Roma come se fosse un suo stretto collaboratore.
…Nel periodo in cui imperversava l’aspra polemica tra l’ex Assessore all’Energia, Nicolò Marino, Giuseppe Catanzaro e Confindustria Sicilia (fine mesi 2013/primi mesi 2014), Catanzaro mi riferì che Antonello Montante, a suo dire, deteneva un dossier ed un video contenente delle immagini scandalose riguardanti anche la vita privata di Marino e che stava facendo di tutto per farle diffondere su un giornale on line o blog per tentare di delegittimare Marino, colpevole delle accuse pubbliche contro lo stesso Catanzaro ed i vertici di Confindustria Sicilia, in merito alle note vicende della gestione dei rifiuti in Sicilia.
..Giuseppe Catanzaro, più di un anno fa – comunque prima della diffusione della notizia dell’indagine a carico di Montante – mi riferì che Antonello Montante, a suo dire, avrebbe bloccato la diffusione di un video contenente delle immagini scabrose, riprese a Tunisi e risalenti a diversi anni prima, posseduto da una testata giornalistica, che riguardavano il presidente della regione, Rosario Crocetta, in situazioni di intimità con bambini tunisini.
..Ricordo che Linda Vancheri, nel periodo successivo alla diffusione della notizia sull’inchiesta di mafia a carico di Antonello Montante, in occasione di un suo sfogo contro Crocetta, che tra l’altro accusava di essersi circondato fin dall’inizio da personaggi senza morale e scrupoli, uno su tutti Patrizia Monterosso, in atto segretario generale della Presidenza della Regione, mi riferì l’identico fatto raccontatomi da Catanzaro, ovvero che Antonello Montante, a suo dire, avrebbe bloccato la diffusione di un video contenente delle immagini scabrose, riprese a Tunisi e risalenti a diversi anni fa, posseduto da una testata giornalistica, che riguardavano il presidente della regione, Rosario Crocetta, in situazioni di intimità con bambini tunisini.
..Ricordo che nel 2013 Antonello Montante, in occasione di un incontro presso la sua abitazione di Serradifalco, mi disse, mostrandosi molto risentito nei miei confronti, di sapere che in più occasioni, mentre viaggiavo nell’autovettura di servizio e conversavo a telefono con altre persone, avrei parlato dello stesso Montante.
..Montante, mi riferì che era venuto a conoscenza di tali circostanze dall’allora Comandante della Guardia di Finanza di Caltanissetta, Colonnello Gianfranco Sozzo e, sempre irritato, mi raccomandò di non parlare mai di lui con nessuno.
..Ho conosciuto Di Simone (Diego, il capo della Security di Confindustria che è agli arresti, ndr) nel febbraio del 2012, in occasione di un incontro tra i quadri dirigenti di Confindustria Sicilia, tenutosi il 27/02/2012, presso l’auditorium del Consorzio Asi di Caltanissetta, ente in cui a quel tempo ricoprivo l’incarico di Presidente: un evento organizzato da Montante, in cui parteciparono quali relatori l’allora Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri e l’allora Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, alla presenza di diverse autorità istituzionali.
Di Simone, per esigenze dettate dalla sua attività di responsabile della sicurezza di Confindustria, mi contattò qualche giorno prima del citato evento chiedendomi di potersi recare presso la struttura del Consorzio al fine di effettuare dei sopralluoghi e stabilire ogni raccordo necessario di carattere organizzativo.
Ricordo che la sera prima dell’evento, mentre esaminavamo la piantina dell’auditorium per la definizione dei posti riservati, Di Simone, presentandosi con un altro nome ed evidenziando di appartenere ad un organismo di sicurezza dello Stato, contattava telefonicamente un soggetto per conoscere tutti gli spostamenti di un alto rappresentante istituzionale o delle forze dell’ordine che il giorno dopo sarebbe stato presente al suddetto evento.
In particolare, ricordo che Di Simone si informava in quale struttura alberghiera di Catania avrebbe pernottato il predetto rappresentante, se avesse fornito indicazioni per recarsi ad una cena, se e chi avrebbe incontrato appena arrivato a Catania e, altresì, gli chiedeva di essere avvisato dei relativi spostamenti e di altro che non riesco più a rammentare.
Di Simone, subito dopo, contattava Montante per fornirgli le notizie ricevute nel corso della suddetta conversazione assicurandogli di richiamarlo, anche nel corso della notte, laddove vi fossero state novità in merito agli spostamenti della predetta autorità.
Avevo modo di ascoltare tale conversazione in quanto lo stesso conversava telefonicamente nella stanza adiacente alla mia, adibita ad ufficio di segreteria, la cui porta era appena accostata…”.