C’è da sospettare che l’evidente spostamento
di voti dal centro destra, considerato – non ci
interessa se a torto o a ragione – il bacino di
rappresentanza dei sostenitori dello statu quo
e di interessi di parte, al centrosinistra
potrebbe costituire uno degli elementi che
potrebbero frenare, o quanto meno rallentare,
la spinta propulsiva verso il cambiamento di
quest’ultimo schieramento sul versante della
lotta alle mafie.
E’, questo, un pericolo che ogni analista serio e
non condizionato deve paventare in quanto
un eventuale arretramento sul piano dell’
azione di contrasto, già di per sè debole, alle
mafie costituirebbe una gravissima sconfitta
dello Stato di diritto e, più in
generale, dell’Italia degli onesti.
Il centrodestra, durante la gestione delle
ultime legislature, infatti, si è
contraddistinto, per le leggi di cui si è reso
autore, come il sostenitore di interessi che
mal si conciliano con quelli di coloro che
vogliono combattere le illegalità ed il fatto
che moltissimi suoi elettori abbiano deciso di
votare centrosinistra sta a dimostrare che
essi si sentono ben rappresentati nella difesa
di interessi particolari da questo, almeno
quanto, se non di più, si sentivano da parte del
centrodestra.
C’è da comprendere bene “come” e per ” chi”
ha votato quella massa di centinaia di migliaia
di persone che ruotano intorno alle
organizzazioni criminali i cui voti
storicamente sono sempre confluiti su chi
fornisce ad essi le più ampie garanzie di
agibilità e di rappresentanza.
Vorremmo che le nostre analisi fossero
sbagliate e che i fatti futuri fugassero le nostre
preoccupazioni, ma certo è che
un’associazione antimafia seria ha, da oggi in
avanti, il DOVERE di tenere ben aperti gli
occhi.
E, qui, ritorniamo all’antico discorso delle
nostre responsabilità e della “qualità” dei
nostri militanti e, soprattutto, dei dirigenti.
Oggi le mafie, con la loro mimetizzazione e
con le loro mutazioni, hanno adottato una
duplice strategia;
da una parte esse puntano ad ottenere una
sorta di sregolazzizzazione attraverso
l’approvazione di leggi, norme e
comportamenti che consentano ad esse il
massimo dell’agibilità in tutti i settori, dalla
corruzione alle illegalità varie, anche le più
minute, quelle che quotidianamente si
registrano nella pubblica amministrazione;
dall’altra, esse tendono, con l’inquinamento del
voto, a condizionare la condotta di coloro che
essere ritengono condizionabile a loro
vantaggio.
Se si fosse verificato tale fenomeno, quello
della confluenza del voto mafioso sui
vincitori di queste elezioni, sarebbe veramente
un guaio per il Paese.
Speriamo di no.
Bisogna saper analizzare bene il flusso dei
voti soprattutto nei territori storicamente sotto
il controllo delle organizzazioni mafiose.
Ed è quanto invitiamo a fare a tutti i nostri
militanti e simpatizzanti e, ciò, non perché ci
interessano le dinamiche dei partiti, ma solo
per capire con chi avremo a che fare e quali
e dove sono i nostri nemici.
Un’associazione che voglia seriamente
combattere le mafie è un pò come un generale
che, prima di elaborare un piano di
attacco, deve sapere CHI e DOVE è il nemico.
La storia e l’esperienza ci hanno insegnato che
le mafie non danno mai gratis i loro voti.