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Ventotene: il sindaco e la stalla vuota

L’isola invasa dal cemento chiede il conto a chi l’ha ferita

Il sindaco di Ventotene Geppino Assenso e i membri della sua giunta si stanno affannando a più non posso per chiudere le porte della stalla in questi giorni di inizio stagione, ma i buoi sono già scappati, e da un pezzo!
È inutile ora piangere di fronte alle TV e ai giornali dicendo che lui e i suoi consiglieri non potevano fare nulla, che sono stati gli uffici della Regione a non dargli i soldi per mettere in sicurezza le pareti rocciose dell’isola, che mai c’erano stati segnali d’allarme per Cala Rossano, che si è trattato di una tragica fatalità…

Il padre di Sara Ranuccio, una delle due ragazzine rimaste uccise nella frana avvenuta sulla spiaggia di Cala Rossano lo scorso 20 aprile lo dice chiaro e tondo: parlare di fatalità è un insulto al buon senso!
E infatti la giunta Assenso di soldi ne ha avuti, eccome, negli ultimi anni; le casse del minuscolo Comune pontino incamerano infatti annualmente svariati milioni di euro concessi da Regione, Ministeri, Protezione Civile, Provincia e persino Comunità Europea. Ma si è sempre preferito chiederli – e spenderli – per fare strade inutili, per costruire faraonici impianti sportivi o per restaurare la chiesetta all’interno del carcere di S. Stefano, che nel frattempo è stato chiuso per pericolo di crolli. Insomma soldi per ricoprire di nuovo cemento l’isola quanti ne vuoi, ma per la reale messa in sicurezza dei luoghi pubblici ben pochi. E, paradossalmente, quando la Direzione Difesa Suolo del Ministero dell’Ambiente concede – come avvenuto nel 2007 – quasi 2.000.000 (due milioni!) di euro per la messa in sicurezza dell’area del Porto Romano, e dunque anche di Cala Rossano, tali fondi non vengono spesi.

Come si fa poi a parlare di fatalità quando tutti i Ventotenesi sanno benissimo che nella zona della frana solo qualche mese fa c’erano evidenti cartelli di avviso crolli e persino transenne, che poi sono spariti vuoi per incuria, vuoi per altri motivi, e che nella zona per oltre cinque volte in pochi anni si è intervenuti con lavori di somma urgenza?

E così mentre il sindaco inscena il pianto greco, l’economia del turismo della piccola isola va a farsi benedire, visto che nessuno vuole più andare in vacanza sull’isola della morte, dove se ti va bene come vicino di ombrellone in spiaggia ti ritrovi un nerboruto operaio della ditta che ora, e solo ora sta lavorando per la sicurezza.

(Tratto da Telefree)