L’unica denuncia in 15 anni: «Ho deciso in 5 minuti. Paura? Per la mia famiglia. Ora vorrei mettere a frutto la mia vicenda»
di Cesare Giuzzi – Il Corriere della Sera
Alle celebrazioni in memoria del giudice Falcone, il pm della Dda Alessandra Cerreti ha ricordato che in 15 anni la sua è stata la sola denuncia contro la mafia arrivata da un imprenditore. «Non lo sapevo. Mi fa molto piacere, invece sono io che ringrazio i magistrati Alessandra Dolci e Cerreti e tutti i carabinieri di Lonate, Busto, Milano». Quasi 40 anni , vive nei dintorni di Varese. Anche grazie alla denuncia dell’imprenditore, che preferisce rimanere anonimo, nel luglio 2019 è stata eseguita l’operazione Krimisa contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta a Malpensa. E proprio per un affare di parcheggi è avvenuto il suo contatto con le cosche.
Come ha fatto ad accorgersi che aveva davanti persone appartenenti alla ‘ndrangheta?
«Dai nomi e da come venivano richieste le cose».
Com’erano?
«Mi hanno avvicinato per aprire un parking. Con un socio, nel bene e nel male, si cerca di lavorare, di rimboccarsi le maniche. Lì è stato totalmente un altro approccio: non puoi venire a chiedere “io voglio entrare al 20, al 30, al 50%” dove tu arrivi solo ad incassare».
Con la forza di qualcuno che gli stava dietro.
«Sicuramente non si muoveva da solo».
E a quel punto cosa ha fatto?
«Ho deciso in cinque minuti. Ho chiesto consiglio a un carabiniere che conosco, un amico. E lui mi ha detto “incontriamoci”».
Due giorni dopo lei era a Milano davanti ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia.
«Ero terrorizzato. C’erano tutti i vertici dell’Arma, il colonnello Cataldo Pantaleo, gli agenti della scorta dei magistrati. Sai che sei dalla parte della ragione ma ti senti un po’ a disagio all’inizio…».
E a quel punto cosa le hanno detto gli inquirenti?
«In realtà già stavano indagando su quel gruppo. Mi hanno un po’ rappresentato che quello che stavo facendo sarebbe stato un contributo alla lotta alla mafia come quello di dalla Chiesa, di Falcone e Borsellino».
Non un paragone da poco…
«Infatti, questa cosa mi ha fatto molto piacere. Mi hanno detto: forse abbiamo un piccolo spiraglio».
Da quel momento cosa è successo?
«Ho scelto di tenere all’oscuro la mia famiglia e ho continuato la vita di sempre. Ho avuto un atteggiamento più vigile».
Ha avuto paura?
«In realtà personalmente mai. La paura è per la famiglia, per quello che può succedere, i loro timori».
I magistrati hanno sempre detto che gli imprenditori lombardi non denunciano. Lei in cinque minuti ha scelto quella strada.
«Il problema non riguarda solo gli imprenditori. Ma molte persone che scelgono di affidarsi ai mafiosi. E poi saranno sempre vincolate».
Quando ci sono gli arresti dell’operazione Krimisa emerge il suo ruolo.
«Sul territorio qualcuno ha capito, il mio nome era negli atti giudiziari. Però ho fatto di tutto non dare visibilità a questa mia scelta. Per proteggere la mia famiglia».
Ci sarà un momento in cui deciderà di uscire da questo anonimato?
«Lo vorrei. Ma preferirei essere più tranquillo e sereno. Quando sarà il momento e ci saranno le condizioni di protezione lo farò. Anche perché ho scelto di impegnarmi, come in politica».
Lei si è candidato alle comunali di Lonate Pozzolo nella lista di centrodestra nella sindaca Carraro. Durante la campagna elettorale sono stati esplosi colpi di pistola vicino a casa sua. Ma chi denuncia viene protetto dallo Stato? «Quando c’è stato l’episodio degli spari, s’è mosso il mondo in tempo zero. Avevo quindici persone in casa, i carabinieri di Milano, Busto, Lonate. Ho trovato intorno a me uomini e donne eccezionali».
Ha capito subito che era un messaggio rivolto a lei?
«Ci sono state molte altre gravi minacce, ma preferisco non parlarne».
Sono trascorsi quattro anni da allora. Cosa vorrebbe fare ora?
«La politica è una passione. Ma vorrei essere un punto di riferimento, far sì che siano i beni dei mafiosi a sostenere la lotta alla mafia e le spese per la detenzione. Mettere a frutto la mia vicenda»
Quella della mafia invisibile è una favola?
«Sul territorio è molto visibile. Tutti sanno tutto».
Nonostante lei abbia mantenuto un profilo molto nascosto, rappresenta un esempio che qualcuno vuole cancellare.
«Rimango un pensiero fisso dei magistrati che mi elogiano e mi paragonano a persone molto importanti. Ma dall’altra parte la mia figura è un’ossessione».
27 maggio 2023