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Usura in provincia di Frosinone? Una vecchia piaga

USURA IN PROVINCIA DI FROSINONE? UNA PIAGA DIFFUSA MA CHE HA ORIGINI ANTICHE E CHE FORSE NEL PASSATO NON SI E’ AFFRONTATA COME SI DOVEVA ANCHE PER COLPA DELLE VITTIME CHE NON DENUNCIAVANO. RITENIAMO UTILE, AL RIGUARDO, RIPORTARE UNA UN SERVIZIO DE “IL TEMPO”-Cronaca di Frosinone—DI QUALCHE ANNO FA, SERVIZIO CHE CITA ALCUNI FATTI: NON SAPPIAMO COME SIANO ANDATE A FINIRE LE COSE IN TRIBUNALE E, EVENTUALMENTE, IN APPELLO E, QUINDi; IN VIRTU’ DEL PRINCIPIO DELLA PRESUNZIONE DI INNOCENZA FINO A SENTENZA DEFINITIVA RITENIAMO GLI ACCUSATI INNOCENTI FINO A PROVA CONTRARIA… TRATTASI, COMUNQUE, DI UNO DEI TANTI FATTI CHE INTERESSANO QUEL TERRITORIO E RIVELANO QUANTO LA SITUAZIONE GENERALE SIA SERIA.

Usura: tre rinvii a giudizio e una condanna a tre anni

Un patteggiamento e tre rinvii a giudizio. Questo l’esito dell’udienza preliminare di ieri, tenuta dal gup Mario Parisi, nella quale sono comparsi Alessandro, Domenico e Roberto Ignarra ed Enzo Persichetti accusati, a vario titolo, di usura, concorso in usura e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

Un’udienza lunga, durata più di un’ora e mezza, all’esito della quale il giudice ha accolto la richiesta di patteggiamento a tre anni presentata dalla difesa di Persichetti (composta dagli avvocati Nicola Ottaviani e Romano Misserville) mentre non è stata accolta quella di Alessandro Ignarra (patteggiamento a 4 anni e 8 mesi) per difetto del consenso del pm rinviandolo a giudizio (processo fissato davanti al tribunale collegiale per il 22 gennaio 2009) assieme agli altri due imputati. Venticinque le parti offese che si sono costituite, tra cui l’associazione «Sos antiusura» di Michele D’Alessio, assistite dagli avvocati Simone Galluccio, Marco Cavallaro, Enzo Clemente, Calogero Nobile, Alessio Angelini e Fabio Vicano. Ampio il giro di affari, con cifre a sei zeri e interessi da capogiro, che si presume basato su attività usuraria e su cui la Squadra Mobile della Questura di Frosinone ha condotto le indagini per un anno. Secondo il teorema accusatorio, Alessandro Ignarra e Persichetti, in singoli episodi distinti, «approfittando dello stato di bisogno a loro noto delle persone che a loro si rivolgevano, dovuto all’esigenza di denaro liquido, o di altri mezzi di pagamento», si sarebbero fatti «promettere e corrispondere per somme erogate a titolo di mutuo, o per lo sconto di effetti bancari e cambiari, interessi usurari e comunquw sproporzionati rispetto alla prestazione resa ed ai tassi di interessi medi praticati dal sistema bancario per operazioni similari». Tassi che, stando alle accuse, per Alessandro Ignarra sarebbero arrivati in alcuni casi oltre la soglia del 100% su base annua mentre per il Persichetti fino al 66% su base mensile. Domenico Ignarra risponde di concorso in usura con Alessandro Ignarra per aver provveduto «alla dissimulazione – secondo l’accusa – di singole operazioni di prestito facendo confluire l’illecito profitto su conti correnti riferibili a società da lui amministrate così da farlo apparire relativo ad operazioni commerciali». Domenico, poi, in concorso con Roberto, risponde di impiego di denaro di provenienza illecita poiché i due avrebbero, «nella qualità di legali rappresentanti della “Ignarra Motors” e comunque quali cogestori di fatto della stessa azienda (il Domenico come titolare anche di una ditta individuale con partita Iva cessata e formalmente inattiva), impiegato nelle attività economiche svolte dalla “Ignarra Motors” (…) il provento di reati di usura commessi da Alessandro Ignarra», essendo risultati, secondo l’accusa, «i titoli di credito rilasciati (dalle presunte vittime) a fronte di prestiti usurari ottenuti (generalmente intestati alla ditta di Domenico Ignarra) e portati allo sconto previo loro girata» presso istituti di credito. «Le somme sarebbero state – secondo l’accusa – poi, prelevate ed utilizzate per transazioni economico-finanziarie, svolte dagli enti commerciali gestiti dal Domenico e Roberto Ignarra in guisa da ostacolare l’origine delittuosa del denaro». Segnatamente, dal gennaio ’05 al maggio ’08, per la procura risulterebbero essere state reimpiegate somme di denaro di provenienza illecita non inferiori a 470.000 euro. Tra le presunte vittime avvocati, professionisti, imprenditori e un politico. Nel collegio difensivo gli avv. Galassi, De Cesaris, Testa. Gli imputati dal canto loro respingono le accuse dicendosi sicuri di poter dimostrare la propria innocenza al processo

(Tratto da Il Tempo)