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Uno Stato ingrato. Ignazio Cutrò lasciato senza protezione in Calabria ed esposto alla vendetta di Cosa Nostra. Vergognatevi!Un nostro appello al Capo dello Stato bed al Ministro dell’Interno

VERGOGNOSO: TESTIMONE DI GIUSTIZIA LASCIATO SENZA PROTEZIONE

Così lo Stato combatte la mafia!

Abbandonando alla sua sorte chi si schiera contro la mafia ed a favore della Giustizia.

Un segnale davvero inquietante che dovrebbe far riflettere i tanti soloni che parlano di antimafia senza nemmeno sapere cos’è la mafia!

Ignazio Cutrò ormai lo conoscono in tutta Italia.

Piccolo imprenditore di Bivona, in provincia di Agrigento, si è ribellato a Cosa Nostra ed ha fatto arrestare una delle cosche più pericolose dell’agrigentino.

Da qui è scattata la reazione di Cosa Nostra che ha giurato di fargliela pagare.

Ma i guai per Ignazio e la sua famiglia non sono finiti qua perché dopo il suo gesto nessuno, né privati né enti pubblici, lo hanno fatto più lavorare.

Senza lavoro e costretto a licenziare anche i suoi dipendenti e sotto la minaccia di morte di Cosa Nostra per aver fatto il proprio dovere di cittadino onesto che sta dalla parte dello Stato.

Ad essergli stati vicini in particolare sono stati solamente il Procuratore Aggiunto di Palermo Teresi, qualche altro magistrato, Beppe Lumia, Sonia Alfano, Benny Colasanzio Borsellino e qualche altro.

Per il resto, lo Stato – quello Stato i cui rappresentanti massimi si riempiono la bocca di parole come legalità. giustizia, lotta alle mafie ed altra roba del genere – è stato silenzioso e latitante.

Anzi, forse, in taluni momenti, questo Stato, pur concedendogli dopo tante lotte una protezione con una scorta 24 ore su 24, ha creato ad Ignazio anche delle difficoltà, come quando gli si chiedeva, per partecipare alle gare, il DURC pur sapendo che questo documento Ignazio non poteva averlo perché la mafia gli aveva bruciato l’azienda ed era perciò rimasto senza lavoro costringendolo, per continuare a vivere, ad esaurire quelle poche risorse che aveva accumulato in anni di sacrifici.

Ora il colpo di grazia.

Per dare a se stesso ed alla famiglia un po’ di riposo ed evadere dall’ambiente stressante del suo territorio egli si è spostato con la sua famiglia per una settimana in un paese della Calabria.

E’ stato lasciato solo e senza alcuna protezione, esposto al pericolo di una vendetta delle cosche.

Questo comportamento è veramente vergognoso!

A questo punto non possiamo che rivolgerci al Capo dello Stato Napolitano ed al Ministro dell’Interno Cancellieri per protestare con forza contro questo atto ignobile che ha messo a repentaglio la vita di una famiglia che ha dato una lezione di coraggio e di senso civico a tutto il Paese e per chiedere la punizione di coloro che se ne sono resi responsabili, direttamente od indirettamente.

Ad Ignazio Cutrò ed ai suoi cari giungano i sensi della nostre fraterne solidarietà e vicinanza.