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Uno scandalo dopo l’altro, stiamo toccando il fondo. Con una opinione pubblica che ha perso perfino la capacità di indignarsi!

Il menù dei potenti
Un’inchiesta aperta dalla procura di Bari per appalti nel settore della sanità concessi in cambio di tangenti e induzione alla prostituzione. Il Corsera rivela un nuovo scandalo che vedrebbe coinvolto il presidente del Consiglio. Il premier attacca: “Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsità” e il Pdl attacca Massimo D’Alema e le “scosse” di cui aveva parlato domenica scorsa intervistato da Lucia Annunziata. Ma D’Alema non ci sta, minaccia querele e rilancia:”Questa volta, il premier risponda”

“Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsità. Io non mi farò certo condizionare da queste aggressioni e continuerò a lavorare, come sempre, per il bene del Paese”. Il presidente del Consiglio affida ad una nota il suo commento alla notizia, pubblicata questa mattina dal Corriere della Sera, sull’inchiesta che sarebbe stata aperta dalla procura di Bari e che lo vedrebbe coinvolto. Si parla di appalti nel settore della sanità concessi in cambio di tangenti e non solo.
Secondo quanto si apprende, un altro filone della stessa inchiesta riguarderebbe alcune intercettazioni, in possesso della Procura, nelle quali gli imprenditori coinvolti parlano esplicitamente di somme di denaro pagate a giovani donne per partecipare alle feste organizzate da Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa.

Il Corriere della Sera ha pubblicato inoltre l’intervista di Patrizia D’Addario, una ragazza che afferma di aver ricevuto denaro per partecipare a serate nelle abitazioni del premier, oltre ad una candidatura come consigliere comunale con la lista “La Puglia prima di tutto” legata al candidato sindaco del Pdl. D’Addario ha dichiarato al Corriere di essere in possesso di registrazioni che proverebbero quanto da lei sostenuto. Immediata la smentita del legale del presidente del Consiglio Niccolò Ghedini. “Noi non sappiamo nulla, ma certamente non può essere un’inchiesta nei confronti del presidente del Consiglio” ha detto Ghedini che aggiunge: “Ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile”.

Secondo quanto raccontato dalla ragazza, che ha contattato personalmente il Corriere della Sera per dare la sua versione, le sarebbero stati offerti 2.000 euro per partecipare ad una cena a Palazzo Grazioli. A contattarla e poi ad accompagnarla a Palazzo Grazioli, insieme ad altre due ragazze, sarebbe stato “un certo Giampaolo” che oltre ad affibbiarle un nome di fantasia “Alessia” le avrebbe introdotte “in un grande salone” dove c’erano “tante ragazze, saranno state una ventina”. “Dopo poco è arrivato Silvio Berlusconi” ha raccontato la ragazza che afferma però di non essere rimasta per la notte in quella occasione e di aver dunque ricevuto soltanto 1.000 euro. La ragazza ha raccontato di essersi invece trattenuta tutta la notte a Palazzo Grazioli in occasione di un’altra festa e di avere “le registrazioni dei due incontri”.

Nicola Quaranta, legale dei fratelli Giampaolo e Claudio Tarantini, i due imprenditori baresi che sarebbero coinvolti nell’inchiesta, ha negato qualunque addebito. “Non sappiamo assolutamente nulla dell’esistenza di un’inchiesta per induzione della prostituzione, né la Procura di Bari ci ha fatto notificare atti relativi all’indagine” ha detto Quaranta, specificando che nelle prossime ore incontrerà Giampaolo Tarantini.
I due imprenditori sono titolari della Tecnhospital, una società barese che, secondo quanto raccontato dal Corriere della Sera, si occupa della fornitura di tecnologie per gli ospedali, in particolare protesi, e sarebbe nel mirino della procura di Bari per episodi di corruzione.

In seguito alle rivelazioni del Corriere della Sera, ovviamente, il Pdl fa quadrato intorno a Berlusconi e si lancia alla ricerca di un “colpevole”: un nome, una garanzia, il sospetto cade (manco a dirlo) su Massimo D’Alema e le “scosse” di cui aveva parlato domenica scorsa intervistato da Lucia Annunziata. Oltre alla pioggia dal Pdl, anche l’ufficio di presidenza esprime, all’unanimità, “vicinanza e totale solidarietà al presidente Silvio Berlusconi e Bondi, La Russa e Verdini chiedono “come faceva D’Alema a ‘immaginare’ in anteprima assoluta i contenuti (tutti da verificare) di una nuova inchiesta della Procura di Bari dopo la sua visita nella città?”.

Inutile ricordare che l’intervista alla Annunziata arrivava a poche ore dall’accusa di “tentato golpe” lanciata dal premier stesso (che fosse lui invece a conoscenza dell’arrivo di qualche nuova inchiesta come quella di Bari?).

“Si sta facendo una vergognosa speculazione – ribatte D’Alema. Quello da me espresso domenica scorsa nel programma ‘In mezz’ora’ era un giudizio politico, come è stato del tutto evidente a chi ha visto la trasmissione, riferito al governo e al nervosismo del presidente del Consiglio, il quale aveva appena denunciato oscuri e imprecisati complotti contro di lui. Nessun riferimento, dunque, da parte mia, a vicende giudiziarie di cui non so nulla. Per quanto riguarda, poi, le insinuazioni prive di qualsiasi fondamento di verità e di riscontri, mi riservo di agire su ogni piano nei confronti dei calunniatori.
Ho letto anch’io, come molti altri cittadini italiani – prosegue D’Alema – le notizie pubblicate questa mattina dal ‘Corriere della sera’, cui auspicherei giungessero risposte e smentite di merito, anziché insulti e accuse rivolte a chi, come me, non ha nulla a che vedere in queste vicende”.

“Massimo D’Alema – concorda Franceschini – ha risposto con determinazione e indignazione alle accuse assurde del Pdl. E ha ragione: tutti quelli che lo hanno ascoltato hanno capito perfettamente che quando parlava di scosse si riferiva a fatti politici. Tutto il resto fa parte del solito copione di Berlusconi e della destra, fatto di attacchi a tutto e tutti, la stampa, l’opposizione, la magistratura, gridando al complotto per cercare di trasformarsi in vittima e raccogliere qualche voto in più ai ballottaggi. Già visto cento volte, non funziona più”.

(Tratto da www.aprileonline.info)