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Un’intervista del Procuratore Lupacchini che é un pugno negli occhi di tutti noi che…….ci ….vantiamo di ….fare “antimafia” (con le chiacchiere)

E’ un’analisi spietata, tipica di un Magistrato con la M maiuscola, che sa di cosa sta parlando e che sa leggere la realtà del territorio sul quale vive ed opera.
Non capita spesso di leggere analisi del genere e di gente del genere.
Otello Lupacchini ieri ha affrontato in un’intervista ad un quotidiano della Capitale alcune tematiche che a noi della Caponnetto stanno particolarmente a cuore e sulle quali stiamo battendo da anni, come al solito, quando si parla di cose serie, inascoltati dai più:
1) la qualità delle indagini,
2) il controllo del territorio.
Otello Lupacchini non è un magistrato qualsiasi;
egli è il Procuratore Generale della Corte di Appello di Roma ed è colui che sbaragliò la Banda della Magliana.
Ad evitare errori o manipolazioni nel riportare il pensiero del Dr. Lupacchini, trascriviamo alcuni passaggi delle sue dichiarazioni laddove parla dei 3 omicidi avvenuti in un solo giorno nella Capitale e nel suo hinterland.
Eccoli:
“Tre delitti efferati in un giorno, due agguati in piena regola e una sparatoria in stile Chicago Anni ’30, con protagonisti pressoché anonimi, segnalano che l’attività di prevenzione non ha funzionato”…
Ed ancora… ” Di questi signori non si sa nulla, se non che avevano piccoli precedenti. Come mai? La criminalità colpisce a caso o ci vuole un maggior controllo del territorio e della situazione, controllo che avrebbe segnalato il pericolo? La conoscenza del passato ci può dare indicazioni utili.
Invece non c’è una selezione in base alle competenze, si viene scelti perché si è amici degli amici… ”
E, poi, il… colpo finale:
“Quando la Banda della Magliana cominciò ad uccidere le vittime erano spesso personaggi quasi sconosciuti. Ma era la punta di un iceberg che segnalava il tentativo di conquista senza scrupoli del territorio. Eppure per anni i delitti non vennero messi in connessione, furono considerati episodi isolati e non indice di una patologie criminale. Solo dopo si è visto che cosa c’era in ballo “.
Non sappiamo perché, nel leggere queste ultime considerazioni del Dr. Lupacchini, la nostra mente ci ha portato a ricordare la polemica che avviammo molti anni fa a proposito delle inchieste promosse dalla Procura di Latina sul fenomeno dell’abusivismo edilizio a Minturno e sulle possibili connessioni di questo con gruppi sospetti della Campania.
Una polemica basata sulla constatazione, da parte nostra, del… “modo” come erano state fatte le indagini, un modo caratterizzato dalla frammentazione delle inchieste, assegnate a 7-8 PM, senza che ognuno di questi sapesse dell’esito del lavoro degli altri, e, quindi, tutti privi di quel “quadro” generale che avrebbe consentito a tutti di capire, ad esempio, che il materiale
era stato fornito a tutti dallo stesso fornitore di oltreGarigliano, che le ditte costruttrici erano state le stesse per tutti ed anche esse di oltreGarigliano, che i progettisti erano gli stessi 2-3 per tutti.
Ovviamente tutti questi elementi non emersero!
Quell’unicum, insomma, senza del quale non capisci i fenomeni, soprattutto quello mafioso.
La ” QUALITA’ DELLE INDAGINI”, un discorso che richiede gente preparata – magistrati ed investigatori, – che, ammettiamolo con franchezza, nel Lazio si trova raramente in quanto, come giustamente rileva il Dr. Lupacchini, “… non c’è una selezione in base alle competenze, si viene scelti perché si è amici degli amici… “.
Un’Associazione antimafia seria, anzicché perdere il suo tempo ad organizzare feste, festarelle e altre pulcinellate del genere, dovrebbe affrontare queste tematiche per capire – e DENUNCIARE a gran voce e dappertutto – PERCHE’ la lotta alle mafie in Italia ha prodotto finora scarsi risultati al punto che ora le mafie controllano la gran parte della nostra ECONOMIA e, quindi, della POLITICA e delle stesse ISTITUZIONI.
Ed allora non lamentiamoci se magari i terminali di questo o quel Commissariato di Polizia sono aggiornati fino al 2007 o giù di là, se manca il controllo del territorio perché non ci sono uomini, volanti e benzina, se le indagini patrimoniali sono in pochi a saperle fare e, quindi, nessuno le fa, se le competenze mancano e… via di questo passo…