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Un’impresa che farebbe capo alla camorra lavora nel Porto di Gaeta?

Ore 9.37 di stamane, mercoledì 8 giugno, di fronte all’Ufficio centrale delle Poste a Gaeta, un signore distinto, con inflessione campana, ci ha avvicinato dicendoci: ”Associazione Caponnetto?”.

Alla nostra risposta positiva, ha aggiunto:

“Controllate bene chi lavora nel Porto di Gaeta.

C’è una ditta che fa capo alla camorra”.

Non ha voluto dire altro e si è allontanato subito senza voler aggiungere altra parola, dopo aver rifiutato di rivelare la sua identità.

Non sappiamo, quindi, chi sia, né siamo riusciti a prendere il numero della targa di una macchina chiara che stava lontano da noi.

Non garantiamo, quindi, sulla veridicità della notizia.

Questa, però, potrebbe essere ritenuta credibile, considerato l’alto numero delle ditte campane che operano nel sud pontino, appaltando, con prestanome, quasi tutti i lavori privati e pubblici.

D’altro canto, molti anni fa la Squadra Mobile di Palermo, su impulso della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano, individuò proprio nel Porto di Gaeta un’impresa che faceva capo alla famiglia di Totò Riina.

Il Porto di Gaeta, come anche quello di Civitavecchia, entrambi gestiti dalla stessa Autorità Portuale, è notoriamente attenzionato dalle mafie non solo italiane ma anche straniere.

Per questo motivo noi insistiamo, sembra finora invano, sulla necessità di tenere aggiornati tutti gli archivi dei presidi di polizia con tutte le notizie relative ai soggetti, campani soprattutto ma non solo, che operano nel sud pontino, un territorio che la camorra ritiene come il prolungamento della provincia di Caserta.

Soggetti dietro i quali, pur se dovessero risultare “puliti”, potrebbero celarsi i boss.

Uno screening giornaliero su tutte le attività economiche, su tutte le movimentazioni finanziarie e bancarie, sulle presenze e sulle residenze sospette, sulle concessioni edilizie e – capisca chi deve capire – sulle varianti urbanistiche.

Ma chi ti sente?

E’ per questo motivo che, subito dopo il convegno in programma a Pastena, metteremo in atto una manifestazione di protesta a Roma al fine di indurre il Ministero dell’Interno e i Comandi Generali della Gdf e dei CC. ad affrontare il problema mafie nel Lazio con maggiore attenzione, senza bla bla e mandando a dirigere gli organismi investigativi provinciali da persone esperte nel contrasto della criminalità organizzata, persone che abbiano acquisito lunghissima esperienza sul campo.