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Un’antimafia seria: quella dell’indagine e della denuncia. Il resto non serve.

Non si fa antimafia seria se non si fanno INDAGINE e DENUNCIA.
Oggi ,purtroppo,molti intendono l’impegno contro le mafie come un puro e semplice esercizio retorico.
Il tessuto sociale,economico,culturale, politico ed istituzionale,così come si é andato involvendo negli anni,é così fragile e così corrotto al punto da indurci a prefigurare due modelli di Stato: lo Stato-Stato e lo stato-mafia.
Lo Stato-Stato rappresentato ,come giustamente osserva Giorgio Bongiovanni sull’ultimo numero di Antimafia Duemila,da uno sparuto gruppo di cittadini,magistrati,gente perbene,mentre lo stato-mafia é rappresentato dalla maggioranza del popolo italiano.
Oggettivamente o soggettivamente.
Talché,di fronte ad un’Italia corrotta,è illusorio sperare in una sorta di sussulto di dignità a seguito di una campagna di sensibilizzazione e formazione delle coscienze.
La cultura mafiogena é preponderante,talché é impossibile ,ormai, salvare il Paese dal baratro politico,morale,economico.
E’ quella parte minoritaria del Paese che si identifica nello Stato di diritto- lo Stato-Stato,appunto – che deve serrare le fila e deve a denti stretti insorgere adottando quelle strategie e tattiche di contrasto necessarie per fronteggiare la valanga di immoralità,di violenza morale e materiale,di mafie,che ci sta travolgendo.
Lo dobbiamo fare per i giovani,per i nostri figli ed i nostri nipoti,i quali,altrimenti,ci malediranno per la nostra ignavia.
L’INDAGINE e la DENUNCIA.
Il resto non serve a salvarci.
Il resto é bla bla.
Chiacchiere.
Per mettere a posto la nostra coscienza………..