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Una storia vera: in treno diritti negati di Francesco de Notaris

Una storia vera:in treno diritti negati
di Francesco de Notaris

 

Treno 1936. Partenza alle 20.45 da Palermo per Napoli il 25 Novembre u.s.  Carrozza 007. Posto 31 basso. Ero andato all’incontro che Rita Borsellino aveva avuto con circa duemila palermitani al teatro “Al Massimo”.  Luca Orlando che sognava di voler vivere in una Sicilia culla di diritti per tutti e la candidata alla presidenza della giunta avevano entusiasmato, coinvolto e motivato i presenti.Al termine vado alla stazione, alla biglietteria.

Non c’era la singola. Introvabile! Tutte prenotate in anticipo! Mi avevano assegnato una cabina comfort per quattro persone.

Entro e trovo Giuseppe, un lavoratore di Campobello di Mazara,  che si recava per la seconda volta nell’anno a Napoli per incontrare il figlio finanziere. Con lui Vincenzo, giovane entusiasta palermitano diretto a Roma per frequentare l’Accademia dello spettacolo. Ci raggiunge un simpatico ragazzo ansioso di incontrare a Napoli la ragazza che non vedeva da due mesi.Di tutti ho nome, cognome ed indirizzo.

Al tempo giusto un discreto ed educato signore inizia a distribuire lenzuola e coperte. A noi, letto 31,32,35,36,due cuscini, quattro lenzuola e federe, quattro coperte. Le coperte sporche, sporchissime, chiaramente non lavate da giorni, estratte da un sacco. Notiamo subito la presenza di capelli, uno lunghissimo bianco, altri potevano non esserlo e qualche mollica rimandava ad un panino mangiato chissà quando e da chi. Identico trattamento per gli altri viaggiatori.

Il titolare del posto 15, pratico, si era portato la coperta da casa; una signora utilizza lo scialle; due napoletani vogliono gettare le coperte dal finestrino. Era chiuso. Un altro dice che userà l’auto la prossima volta.

Gran confusione. Perplessità e proteste. Evidenzio come sia giusto, doveroso e da cittadini esemplari esigere la ragione di un tale disservizio.Si comprende subito di essere stati defraudati. Un servizio pagato non era stato erogato. E poi le malattie possibili, da contatto. Comunque le coperte dovevano essere pulite e tutti abbiamo dormito con il solo lenzuolo. Ho scattato foto!

Chiamo il capotreno che interviene con sollecitudine e gentilezza. Il fatto non è di sua competenza. Io reclamerò secondo la prassi, ma non basta, perchè resterebbe tutto all’interno del sistema. Forse una multa, compensata ampiamente da illeciti guadagni.

Trenitalia appalta e poi intervengono subappalti e forse ulteriori passaggi non mancano. Pare che la Wagon-lits  e la  Vastel, se non sbaglio, siano società affidatarie da parte della concessionaria.

Rapido conto: due carrozze, sessantotto posti. Diciamo pure 68 coperte. Se è vero che, per ogni coperta che va lavata ogni giorno e consegnata in busta al viaggiatore, Trenitalia paga 5 euro non è difficile avere il risultato giornaliero. Quanti sono i treni notte? Quante le carrozze? C’è sempre il solerte funzionario che raccorda e fa coincidere  il numero dei paganti con il numero delle coperte, dei contenitori dell’acqua, delle pantofoline, delle federe, lenzuola, etc. anche se non consegnate ai cittadini che hanno pagato  biglietto e supplemento e titolari del diritto. Si paga quanto richiesto e si può essere defraudati in…quantità e qualità.

C’è qualche parlamentare che per il mandato ricevuto vorrà venire a capo di tutta la storia e qualche altra autorità che vorrà interessarsene esercitando in autonomia la propria funzione?

I dirigenti di Trenitalia forse viaggiano in aereo, auto o in treno, dopo aver annunciato la loro presenza e poi fanno i caporali minacciando cassa integrazione, licenziamenti immotivati e repentine sostituzioni con giovani assunti con contrattini da precari e a tempo, per mantenere tutti sulla corda. Miserabili ricatti messi in opera anche  dai responsabili delle altre società del giro di affari. Questa gente crede di essere titolare nel concedere ai propri simili il lavoro. La sregolata privatizzazione produce mostri.Troppe le testimonianze in tal senso!

C’è qualche amante di Internet che metta un po’ in rete questa letterina?

Il trasporto su ferro va di fatto in regime di monopolio e questa nostra Repubblica fondata sul lavoro subisce anche gli oligarchi chiamati a servire, che si sentono padroni delle ferriere sulla fatica e sul lavoro degli altri. Per loro, guai a chi li tocca! Fanno corporazione, oltre ad essere artefici…di cartelli.

Questo episodio vero, raccontato per sommi capi,  che tratta di uomini e donne di questo Paese, che soffrono per diritti negati, è un piccolo tassello di una storia che non vogliamo vivere.

Perchè tanti nostri concittadini devono subire violenza, arroganza ? Sono i piccoli fatti quotidiani che costruiscono la convivenza civile.

Della vita di ogni giorno il nostro futuro governo dovrà interessarsi.

Dimenticavo. Mentre sul Palermo Messina si ragionava…per due volte mi invitavano a cambiare posto. Avevano trovato una cabina singola per me. Ho rifiutato e sono rimasto…senza coperta.

francesco.denotaris@virgilio.it