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Una precisazione della Segreteria nazionale dell’Associazione Caponnetto.

 

Leggiamo con profondo stupore  l’articolo del giornale  “Agora”  nel cui corpo  viene  attribuita all’Associazione Caponnetto,associata arbitrariamente ad altri soggetti ,la qualifica di “movimento civico”.
Al riguardo  l’Associazione Caponnetto ci  tiene  a  ribadire:
a) la sua assoluta  autonomia  da  enti o  soggetti  che abbiano fini  diversi da quelli  sanciti nel suo Statuto,fini che vanno  individuati ESCLUSIVAMENTE  nel contrasto alle mafie  ed alle illegalità  senza alcun      fine  di natura politica;
b) il conseguente divieto a  chicchessia  di  utilizzare la sigla dell’Associazione Caponnetto per  finalità  politiche ed elettoralistiche di qualsivoglia natura,
c) il  disconoscimento  di qualsiasi azione  fatta  eventualmente  a nome dell’Associazione Caponnetto che  non porti la firma  del  suo unico rappresentante legale  che é il suo Segretario nazionale.
L’attribuzione all’Associazione Caponnetto  , da parte del giornale  nominato  ,della  qualifica di “movimento  civico” svilisce  la sua immagine  di Associazione nazionale antimafia  ed é estremamente lesiva della sua onorabilità  in quanto  tende a snaturarne  finalità e ruolo.
Questa  Segreteria nazionale  invita,pertanto,la Direzione del giornale a procedere,per quanto riguarda  l’Associazione Caponnetto, alle opportune rettifiche  con la precisazione,peraltro,che essa non desidera  sentirsi accomunata   ad altri  eventuali soggetti  che non perseguano   le sue stesse  strategie basate  tutte sul  più rigoroso principio  di un’  assoluta  lontananza   da  partiti e movimenti elettorali.
Non é la prima volta che  viene  arbitrariamente  utilizzato a Sorrento  il nome dell’Associazione Caponnetto  in azioni  e fatti di cui i suoi organi  non sono   conoscenza.E’ ,infatti,di  alcuni mesi fa l’invio  a suo nome ,da parte di sconosciuti,di note  lesive  dell’onorabilità di taluni.A seguito di  tale atto  questa Segreteria si é vista costretta,appena venutane  a conoscenza,ad  informarne l’autorità di Polizia.
                                                                                                                                                                         LA SEGRETERIA NAZIONALE
QUI DI SEGUITO L’ARTICOLO  DEL GIORNALE CUI SI FA RIFERIMENTO

Agorà attacca le associazioni e difende i potenti di Sorrento

1 febbraio 2016   CronacaInchiesteNewsPolitica

SORRENTO – Sul caso delle associazioni (“Caponnetto”, “Conta anche tu” e “Cittadini contro le mafie”) che da mesi stanno tenendo alta l’attenzione sulla politica e l’Amministrazione sorrentina con segnalazioni e denunce alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata contro disservizi e omissioni, interviene anche la stampa locale, solitamente ben attenta a non disturbare il potente di turno. Il settimanale “Agorà” ha dedicato una intera pagina a stigmatizzare l’operato dei tre movimenti civici attraverso le parole del dirigente del IV Dipartimento municipale del Comune di Sorrento, Daniele De Stefano.

Una scelta legittima, ma assai inusuale quella di Agorà. Un giornale dovrebbe essere sempre dalla parte dei cittadini nella lotta al malfunzionamento della burocrazia e delle Istituzioni a meno che costoro non commettano dei reati. Cosa che, nel caso specifico, è assolutamente inconcepibile. Anzi, le associazioni hanno dimostrato di essere puntuali e chirurgiche nelle loro segnalazioni all’autorità giudiziaria proprio contro sprechi e comportamenti poco ortodossi.

La scelta di Agorà è comunque un buon segnale perché dimostra che il giornale, solitamente assai cauto nel prendere una qualsiasi posizione sui fatti di maggiore importanza che accadono in Costiera, ha deciso di uscire finalmente allo scoperto. Sarà però interessante vedere questo attivismo per quanto tempo sarà mantenuto e nei confronti di chi sarà rivolto. Sarà interessante pure vedere se il giornale sarà ugualmente salace anche nei confronti – ad esempio – del sindaco di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani. Di cui è portavoce, a 12mila euro all’anno, il marito del direttore responsabile di Agorà.

Un intreccio editorial-familiare che certamente non impedirà il corretto esercizio del diritto di critica. Perché la schiena diritta dei giornalisti viene prima di tutto.