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Una nostra imprecisione

UN’IMPRECISIONE CHE RITENIAMO DOVEROSO CORREGGERE!
Presi dalla foga di commentare ed integrare le acute e lodevoli considerazioni fatte da Graziella Di Mambro sul “cono d’ombra” dell’informazione a proposito del fenomeno mafioso nel sud della provincia di Latina e delle attività massicce di camorra e ndrangheta, siamo incorsi involontariamente in alcune imprecisioni per quanto riguarda l’inadeguatezza degli impianti politici ed istituzionali pontini fino ad apparire un tantino drastici ed ingenerosi nei confronti di taluni Comandanti provinciali e Funzionari della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato.
Ci riferiamo in particolare al Colonnello Paolo Kalenda, già comandante provinciale della Guardia di Finanza di Latina ed ai Drr. Cristiano Tatarelli e Nicolino Pepe che hanno diretto il Commissariato di Formia e la Squadra Mobile di Latina il primo ed il Commissariato di Formia ed un importante Ufficio della questura di Latina il secondo.
Ora il Dr. Tatarelli dirige il supercomissariato di Scampia, mentre il Dr. Pepe guida un importantissimo settore della DIA centrale all’Anagnina.
Si tratta di due ottimi funzionari dei quali non possiamo che parlare in termini entusiastici in quanto entrambi sono gli autori di importanti e brillanti inchieste contro la criminalità mafiosa.
Del Colonnello Kalenda non possiamo che conservare, grati per quanto ha fatto per il Corpo e per la provincia pontina, un ricordo commosso e riconoscente.
Alto Ufficiale dalle non comuni doti umane e professionali, ora al Comando Generale delle Fiamme Gialle a dirigere un importante Ufficio, egli si è trovato ad assumere il Comando a Latina dopo alcune vicende che ne avevano in parte oscurato l’immagine, in primis quella che aveva visto coinvolto il Comando della Compagnia di Fondi dopo il misterioso suicidio del Capitano Fedele Conti.
Il Colonnello Kalenda ha mostrato durante il periodo della sua purtroppo troppo breve permanenza a Latina particolari doti di tatto, sensibilità ed apertura al mondo esterno, tanto da indurre noi stessi, che siamo stati e siamo alquanto critici nei confronti di taluni vertici istituzionali pontini e laziali, a ricrederci per quanto riguarda la sua persona, escludendola dai giudizi severi che abbiamo espresso – e confermiamo -nei confronti di quasi tutto il vecchio e nuovo establishment politici ed istituzionali pontini per quanto riguarda la lotta alle mafie.
L’onestà intellettuale ed il rigore morale di cui la nostra Associazione va fiera ci induce ad una precisazione che ritenevamo doverosa.
A tutti e tre porgiamo le nostre doverose scuse.