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UNA GRAVE INADEMPIENZA DA PARTE DEL CONSORZIO UNICO DI BACINO NAPOLI CASERTA PER LA QUALE L’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO HA RICHIESTO L’INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA

UNA GRAVE INADEMPIENZA DA PARTE DEL CONSORZIO UNICO DI BACINO NAPOLI CASERTA PER LA QUALE L’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO HA RICHIESTO L’INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA.

UN GRAZIE SENTITO ALL’ON.RINA DE LORENZO.

 

 

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09144

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 18

Seduta di annuncio: 497 del 29/04/2021

Firmatari

Primo firmatario: DE LORENZO RINA

Gruppo: LIBERI E UGUALI

Data firma: 29/04/2021

Destinatari

Ministero destinatario:

MINISTERO DELL’INTERNO

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL’INTERNO delegato in data 29/04/2021

Stato iter: IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09144

presentato da

DE LORENZO Rina

testo di

Giovedì 29 aprile 2021, seduta n. 497

DE LORENZO. — Al Ministro dell’interno, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

il Consorzio unico di bacino di Caserta e Napoli in liquidazione si trova in una situazione gestionale caratterizzata da un grave caos, che alimenta irregolarità e gravi inadempienze come evidenziato da diversi organi di stampa e comunicazione;

esemplare di tali irregolarità e gravi inadempienze è la circostanza, la quale si evince dalla comunicazione del 15 luglio 2020 della Agenzia delle entrate, che, alla stessa data, non risultavano presentati nell’ultimo biennio né dichiarazioni dei redditi, né dichiarazioni Iva;

ad oggi, non è stato attuato quanto disposto dalla legge 26 maggio 2016 n. 14 della regione Campania che dispone la ricollocazione lavorativa dei dipendenti dei Consorzi di bacino, con le conseguenti gravi incertezze che gravano sui dipendenti;

rispetto alle irregolarità e alle gravi inadempienze è significativa la vicenda dell’ingegnere Antonio Limatola, il quale nominato direttore generale del Consorzio Acsa/C3, poi confluito nel Consorzio unico di bacino di Caserta e Napoli in liquidazione nel febbraio 2007, veniva, nell’aprile 2008, licenziato a seguito di provvedimento disciplinare;

l’ingegnere Limatola è ricorso alla magistratura del lavoro che, con sentenza n. 4153 del 17 novembre 2015, nell’accogliere il ricorso ordinava al Consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta, subentrato al Consorzio Acsa/C3, di reintegrarlo nel proprio posto di lavoro;

la sentenza è stata confermata dalla corte di appello di Napoli, con sentenza n. 1124 del 16 marzo 2018, la quale non essendo stata appellata è passata in giudicato il 27 ottobre 2018;

nonostante tali sentenze e le diffide ad adempiere, il Consorzio unico di bacino di Caserta e Napoli in liquidazione non ha mai, provveduto al reintegro nel posto di lavoro;

il 1° dicembre 2020, il prefetto di Caserta, dottor Raffaele Ruberto, a seguito di atto di significazione del legale dell’ingegnere Limatola, inviava al soggetto liquidatore del Consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta, una lettera con una richiesta di chiarimenti sulla vicenda;

non avendo avuto riscontro tale richiesta, la prefettura l’11 marzo 2021 sollecitava al soggetto liquidatore del Consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta una risposta;

a tutto oggi, trascorsi oltre 5 anni dalla prima sentenza, nessun riscontro è stato dato dal soggetto liquidatore del Consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta né alla prefettura né all’ingegnere Limatola in ordine al reintegro nel suo posto di lavoro –:

di quali elementi disponga il Governo sulla vicenda e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, tramite la già attivata Prefettura di Caserta, affinché la gestione del Consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta sia riportata alla normalità, superando le irregolarità e le gravi inadempienze tra le quali il mancato reintegro in adempimento delle sentenze giudiziarie di dipendenti illegittimamente licenziati come l’ingegnere Antonio Limatola.

(4-09144)