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Una banca per trasferire danaro dalla Campania nel Lazio

Doveva aprire a Cassino ma la Banca Industriale del Lazio fu chiusa prima dell’inaugurazione. L’informativa della Criminalpol del 1996 è rimasta chiusa nei cassetti per molti anni. Adesso si scopre che serviva a pulire gli enormi incassi ricavati dal traffico dei rifiuti ROMA – Un’informativa scritta dalla Criminalpol che porta la data del 1996. Successiva alla prima grande inchiesta sulla monnezza connection, “Adelphi”. Un documento rimasto chiuso nei cassetti per lungo tempo. E oggi acquisito nel processo in corso a Napoli contro Cipriano Chianese, Francesco Bidognetti e Gaetano Cerci per disastro ambientale. Quell’indagine è nata seguendo l’enorme flusso di denaro che dalla Campania è sbarcato nel Lazio. E’ il 1994, la neonata Banca Industriale del Lazio viene bloccata dall’antimafia. Doveva aprire a Cassino, ma fu chiusa prima dell’inaugurazione. E il Consiglio d’Amministrazione indagato per riciclaggio e associazione mafiosa. Le agenzie e gli articoli dell’epoca titolarono: “Istituto bancario chiuso per mafia”. Ora nell’informativa è scritto nero su bianco chi erano i mafiosi, di chi i capitali sporchi. Con un nome che ricorre, costante. Si legge nel documento: “Emergeva già allora la figura dell’avvocato Cipriano Chianese che nel solo 1993 investiva ben 1 miliardo e 217 milioni delle vecchie lire nell’acquisto delle azioni di un neonato istituto di credito di Cassino e circa 5 miliardi per rilevare la proprietà di un immobile a Formia a fronte di un reddito dichiarato di poco superiore ai 200 milioni annui”. Va ricordato che erano gli anni in cui il sistema rifiuti ideato da Chianese andava a gonfie vele e il clan dei Casalesi fatturava miliardi. Questi segnali “portavano a esplorare un mondo economico sommerso fino ad allora sconosciuto nei suoi aspetti criminali: “il pianeta-rifiuti””, scrive la Criminalpo. Dell’affare bancario ne ha parlato anche Carmine Schiavone: “Chianese era impegnato
nell’attività di apertura di una banca a Cassino dove sarebbero stati reinvestiti i proventi illeciti del traffico di rifiuti”.

da “La Repubblica”