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Un Questore veramente bravo quello di Frosinone!!! Non è giusto parlare di “infiltrazioni” in quanto le mafie sono ormai RADICATE!

CASSINO SUMMIT TRA IL QUESTORE GIUSEPPE DE MATTEIS E IL PROCURATORE CAPO MARIO MERCONE

La malavita è di casa in Ciociaria

Camorra e ‘ndrangheta ormai radicate. Ma la lotta alla criminalità va avanti

Stabile. Frutto più della «forma mentis» che della contiguità territoriale alle stazioni della criminalità organizzata della provincia di Caserta. Il questore Giuseppe De Matteis ieri mattina ha fatto visita, «informale», all’autorità giudiziaria della città martire. Una presenza che non è passata inosservata ai cronisti e agli operatori giudiziari. Il contenuto del colloquio con il procuratore capo Mario Mercone naturalmente è top secret. Ma il questore, uscendo dal Palazzo di giustizia, non si è sottratto a qualche domanda sulle indagini anti camorra. Con cordialità e deciso senso istituzionale, caratteristiche spiccate sin dal suo insediamento, il dottor De Matteis ha parlato di presenza delle organizzazioni criminali e soprattutto della lotta a questi fenomeni. Alla prima domanda sul muro innalzato da Questura e Procura alle infiltrazioni camorristiche, il dottor De Matteis ha subito corretto: «Credo che parlare di infiltrazioni malavitose non sia corretto, da qualche tempo siamo di fronte a una presenza costante e radicata sul territorio. Questo a mio avviso è più il frutto di una vicinanza culturale che territoriale. Anche se il nostro lavoro non si ferma al Cassinate: su Cassino e su Frosinone lavoriamo con la stessa costanza e attenzione». Parole che, in questi mesi, si stanno trasformando in attività pratiche, sia investigative, sulle quali naturalmente vige il più stretto riserbo, sia di prevenzione. Non c’è manifestazione anti camorra o che profonda valori come la legalità e il rispetto delle regole democratiche dove non c’è la Questura e il suo massimo esponente, il questore. Le attività investigative fra l’altro hanno fatto registrare un massiccio contrasto al riciclaggio. «Il fenomeno che interessa non è il semplice investimento sospetto fine a se stesso, bensì la vera e propria attività di riciclaggio, dove all’investimento segue il profitto reinvestito in attività illecite», ha spiegato a chiare note il dottor Giuseppe De Matteis, parlando anche del progetto di riforma dell’articolo 648-ter che censura l’impiego di denaro, beni o altra utilità di provenienza illecita. La Procura di Cassino negli ultimi quattro anni ha messo sotto la lente ben centoventi persone, tutte legate ad investimenti spalmati sul territorio. Un elemento di sicuro rilievo nel contrasto alle attività illecite di matrice organizzata è senz’altro la presenza culturale. «Non parlare di questi aspetti all’opinione pubblica non è un fatto positivo, il cittadino perbene deve essere consapevole di quello che accade sul territorio, ovviamente senza allarmismi», ha sostenuto il questore. Anche perché le relazioni semestrali della Direzione investigativa Antimafia hanno chiaramente affermato che in provincia e in modo particolare Cassino c’è la presenza di soggetti radicati. «In Provincia di Frosinone, come emerge dalle innumerevoli investigazioni condotte dalla Dia, sono presenti cellule operative di matrice camorristica fortemente radicate nel tessuto sociale. A tal proposito va evidenziato che a Cassino nei giorni 5, 16, 17 novembre 2010, la Dia ha eseguito un decreto di sequestro di beni di circa tremilioni e cinquecento mila euro, a carico di componenti di una famiglia del luogo, ritenuta continua alla criminalità campana. L’attività rientra nella strategia operativa basata sulle investigazioni di natura giudiziaria contestuali alle indagini economiche-patrimoniali», questo lo stralcio dell’ultima relazione pubblicata nello scorso agosto. Il resto si capirà nei prossimi mesi.

Vincenzo CaramadreStabile. Frutto più della «forma mentis» che della contiguità territoriale alle stazioni della criminalità organizzata della provincia di Caserta. Il questore Giuseppe De Matteis ieri mattina ha fatto visita, «informale», all’autorità giudiziaria della città martire. Una presenza che non è passata inosservata ai cronisti e agli operatori giudiziari. Il contenuto del colloquio con il procuratore capo Mario Mercone naturalmente è top secret. Ma il questore, uscendo dal Palazzo di giustizia, non si è sottratto a qualche domanda sulle indagini anti camorra. Con cordialità e deciso senso istituzionale, caratteristiche spiccate sin dal suo insediamento, il dottor De Matteis ha parlato di presenza delle organizzazioni criminali e soprattutto della lotta a questi fenomeni. Alla prima domanda sul muro innalzato da Questura e Procura alle infiltrazioni camorristiche, il dottor De Matteis ha subito corretto: «Credo che parlare di infiltrazioni malavitose non sia corretto, da qualche tempo siamo di fronte a una presenza costante e radicata sul territorio. Questo a mio avviso è più il frutto di una vicinanza culturale che territoriale. Anche se il nostro lavoro non si ferma al Cassinate: su Cassino e su Frosinone lavoriamo con la stessa costanza e attenzione». Parole che, in questi mesi, si stanno trasformando in attività pratiche, sia investigative, sulle quali naturalmente vige il più stretto riserbo, sia di prevenzione. Non c’è manifestazione anti camorra o che profonda valori come la legalità e il rispetto delle regole democratiche dove non c’è la Questura e il suo massimo esponente, il questore. Le attività investigative fra l’altro hanno fatto registrare un massiccio contrasto al riciclaggio. «Il fenomeno che interessa non è il semplice investimento sospetto fine a se stesso, bensì la vera e propria attività di riciclaggio, dove all’investimento segue il profitto reinvestito in attività illecite», ha spiegato a chiare note il dottor Giuseppe De Matteis, parlando anche del progetto di riforma dell’articolo 648-ter che censura l’impiego di denaro, beni o altra utilità di provenienza illecita. La Procura di Cassino negli ultimi quattro anni ha messo sotto la lente ben centoventi persone, tutte legate ad investimenti spalmati sul territorio. Un elemento di sicuro rilievo nel contrasto alle attività illecite di matrice organizzata è senz’altro la presenza culturale. «Non parlare di questi aspetti all’opinione pubblica non è un fatto positivo, il cittadino perbene deve essere consapevole di quello che accade sul territorio, ovviamente senza allarmismi», ha sostenuto il questore. Anche perché le relazioni semestrali della Direzione investigativa Antimafia hanno chiaramente affermato che in provincia e in modo particolare Cassino c’è la presenza di soggetti radicati. «In Provincia di Frosinone, come emerge dalle innumerevoli investigazioni condotte dalla Dia, sono presenti cellule operative di matrice camorristica fortemente radicate nel tessuto sociale. A tal proposito va evidenziato che a Cassino nei giorni 5, 16, 17 novembre 2010, la Dia ha eseguito un decreto di sequestro di beni di circa tremilioni e cinquecento mila euro, a carico di componenti di una famiglia del luogo, ritenuta continua alla criminalità campana. L’attività rientra nella strategia operativa basata sulle investigazioni di natura giudiziaria contestuali alle indagini economiche-patrimoniali», questo lo stralcio dell’ultima relazione pubblicata nello scorso agosto. Il resto si capirà nei prossimi mesi.

Vincenzo Caramadre

(Tratto da Il Tempo)