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Un quadro di ombre e luci della terra pontina e del Lazio

Affrontare il problema “mafia” senza prima approntare, a monte, un ‘adeguata attrezzatura sociale ed istituzionale di contrasto, ci sembra quanto meno riduttivo e deviante.
Un’Associazione antimafia seria, che voglia, peraltro, fare un lavoro significativo ed efficace nell’esclusivo interesse dello Stato di diritto e della gente perbene, ha il DOVERE di porsi la domanda se l’ attrezzatura esistente sul territorio preso in esame sia valida o meno, se essa, cioé, sia adeguata o no alle esigenze di quell’area.
Essa ha l’obbligo morale- e diremmo anche giuridico- di farsi carico dei problemi della sicurezza dei cittadini respingendo con forza la tentazione di cedere alla filosofia di quella massa di cittadinanza ignorante ed insensibile, o addirittura collusa con la mafia, che pensa e dice che tutto il peso della lotta alla criminalità debba essere accollato sulle sole spalle di magistrati e forze dell’ordine.
Paolo Borsellino ci spese la sua breve vita ad ammonire che è un errore gravissimo sposare questa tesi e ad esortare la gente a collaborare con la Giustizia e ad aiutare la magistratura e le forze dell’ordine a combattere il crimine.
Ma fare ciò comporta in primis verificare se la macchina sulla quale viaggio – e, ovviamente, anche quella dell’alleato che affianco – sia ben oleata ed efficiente o no.
Non si va alla guerra con macchine scassate quando, invece, il nemico ti viene addosso con carri armati e missili.
Quando si parla di mafia e di impegno a combatterla bisogna essere seri e rigorosi, a cominciare da se stessi, in quanto non parliamo di bruscolini o di frescacce.
Questo è il motivo per il quale noi, al contrario di tanti altri, privilegiamo il discorso della QUALITA’ rispetto a quello della “quantità”.
QUALITA’ nella selezione del personale, QUALITA’ nell’arruolamento, QUALITA’ nell’azione investigativa, QUALITA’ nel prodotto giudiziario, QUALITA’ nei risultati.
QUALITA’ NEI, , , , RISULTATI, perche alla fine sono i RISULTATI che contano.
Quelli veri, però, non quelli gonfiati che sono, conseguentemente, falsati.
Come quelli, tanto per citare un esempio comprensibile anche da parte di una persona ignorante od idiota, di una pattuglia che ferma una macchina che ha 4 persone a bordo e che nelle statistiche del proprio comando fa risultare quattro operazioni e non una sola.
I RISULTATI. A noi interessano solo questi e non le chiacchiere.
Noi per primi dobbiamo essere straconvinti del fatto che non stiamo vendendo bruscolini e che abbiamo di fronte non un nemico di cartapesta.
Il nemico che combattiamo – la mafia- è estremamente pericoloso, ricco, potente, intelligente e non è più rappresentato dal contadino con le cioce ai piedi ed i calzoni alla zuava ed analfabeta, ma, al contrario, dal ministro, dal deputato o senatore, dal sindaco, dall’assessore, dal consigliere da noi stessi eletti, dal commercialista, dall’avvocato, dal notaio, dall’ingegnere che redige il piano regolatore ed anche, probabilmente e talvolta, dal maresciallo, dal capitano, dal generale, dal commissario, dall’ispettore, dal capo della mobile, dal prefetto, dal questore e dal magistrato.
Tutti siamo corruttibili ed ognuno di noi può cedere, di fronte ai soldi, ai piaceri, ai ricatti, alle minacce ed alla
viltà, alla tentazione di tradire il giuramento fatto allo Stato di diritto ed alla nostra coscienza.
Non siamo, pertanto, d’accordo con chi eventualmente dovesse dirci che… la Polizia non sta su un territorio solamente per combattere la mafia, ma anche per… attestare la presenza dello Stato e per rendere un servizio ai cittadini, intendendo per servizio la consegna di un atto, di un passaporto o notificare una citazione.
Questo può valere in un periodo storico… di normalità, ma noi non stiamo più nella… normalità.
Noi stiamo nell’anormalità.
Stiamo in guerra.
Una volta, tantissimi anni fa, chi scrive, giovane consigliere di un comune abbastanza importante, si sentì, durante una seduta notturna drammatica di consiglio comunale, rimproverare da un suo collega dirimpettaio:
“Consigliere… , la politica non si fa con le carte bollate”.
Gli venne spontaneo replicare con rabbia:
“Sono d’accordo, caro consigliere… Ma quando la politica scade a livello di malaffare, non è più politica ma delinquenza e la delinquenza va combattuta con una sola arma, con la carta bollata e le manette.
Le manette. Solo le manette.
Punto”.
Calò il gelo.
Noi stiamo insistendo ormai da anni sulla necessità inderogabile di creare almeno nei Comuni più importanti gli Osservatori Comunali sulla Legalità.
I più vogliono chiamarli così.
Noi, invece, li chiamiamo Osservatori comunali contro la criminalità e, ad evitare, come succede sempre in Italia che
ogni cosa finisca in farsa ed a tarallucci e vino, abbiamo elaborato un Regolamento che abbiamo mandato un paio di anni fa a tutti i sindaci dei Comuni del Lazio, della Campania e del Molise invitandoli ad adottarlo e a dar vita all’Osservatorio.
E’ inutile dire che nessuno, da destra a sinistra, ci ha risposto.
Anzi, a dire il vero, un solo comune piccolo della Campania lo ha adottato, ma completamente diverso da quello che proponiamo noi dell’Associazione Caponnetto.
Noi suggeriamo nel nostro Regolamento l’esclusione di consiglieri e politici e quel Comune, peraltro già sciolto in passato per mafia, ha istituito l’Osservatorio solo con consiglieri.
Noi proponiamo l’inserimento nell’Osservatorio di Magistrati delle Procure ordinarie e delle DDA, oltre che dei Comandanti provinciali (provinciali, non comunali perché in qualche comune si può trovare anche il maresciallo, il capitano o il commissario corrotti o collusi con le organizzazioni criminali o, comunque, impreparati o paurosi) della Polizia, dei Carabinieri, della Finanza e del Corpo Forestale dello Stato e di questi non abbiamo trovato nella deliberazione di quel Comune nemmeno l’ombra.
Una presa per il sedere, insomma, peraltro per autolegittimarsi..
Di tre regioni solo il Comune di Formia, in provincia di Latina, nel Lazio, l’ha adottato qualche mese fa.
Niente consiglieri, come chiediamo noi, niente politici, con il DIRITTO di ogni singolo membro dell’Osservatorio all’accesso a QUALSIASI documento del Comune (dall’anagrafe a quelli dell’urbanistica, delle gare, degli appalti ecc. ).
Un capolavoro.
Eccellente.
Ma… con un solo neo.
Mancano i magistrati ed i rappresentanti provinciali delle forze dell’ordine, che comunque è previsto che potranno essere invitati alle sedute, perché… a Latina qualcuno avrebbe risposto al Sindaco o ai rappresentanti del Comune di Formia:
” e che volete fare un doppione del Comitato Provinciale per la Sicurezza e l’ordine pubblico?”
Non siamo riusciti, malgrado le nostre insistenze, a farci dire chi è stato l’autore di questa risposta perché lo avremmo sputtanato (scusateci la volgarità che non è nel nostro stile).
Ma prima o poi lo scopriremo e quel signore si ricorderà per tutta la vita di chi sono quelli dell’Associazione Caponnetto.
Nessuno pensi di far passare questa nostra affermazione come una minaccia per querelarci perché gli togliamo subito l’arma dalle mani.
Intendiamo riferirci non ad azioni violente perché noi non siamo dei violenti, ma ad azioni mediatiche e, per essere più precisi ancora, intendiamo riferirci ad azioni, anche a livello parlamentare, di richiesta agli Organi centrali di una sua rimozione dagli incarichi che ricopre.
Comportamenti del genere sono emblematici del pensiero comune di molti che rappresentano indegnamente lo Stato nei territori che tendono ad escludere la partecipazione della società civile, malgrado le tante chiacchiere che si vanno facendo in giro da parte di quanti sono asserviti al sistema, politici in primis. A cominciare da quelli del PD e dell’attuale maggioranza di governo, i quali, al pari se non più dei loro
predecessori, stanno finendo di scassare definitivamente gli impianti giudiziario e della sicurezza.
Orbene ritorniamo a parlare di Formia e del Lazio, prima di farlo con la Campania sulla quale pure abbiamo cominciato a lavorare.
Noi dell’Associazione Caponnetto riteniamo Formia e Civitavecchia due centri nevralgici nella lotta alle mafie.
Formia al sud e Civitavecchia al nord del Lazio, aree dove la criminalità organizzata fa mancare il fiato alle popolazioni ed allo Stato di diritto.
A Civitavecchia, grazie a Dio, sono mutate certe cose ed oggi cominciano ad esserci le condizioni per cambiare la situazione.
La nuova maggioranza al Comune istituisca subito l’Osservatorio sulla legalità adottando il Regolamento dell’Associazione Caponnetto. Abbiamo già, come a Formia, il personale adatto da inserire nel Comitato.
Per Formia e per il sud pontino, invece, istituito già l’Osservatorio (ma il Comune di Gaeta continuerà a rifiutarsi di seguire l’esempio della vicina consorella?) ed in attesa che questo cominci ad operare a pieno regime, dobbiamo chiedere tre cose al nuovo Questore Dr. De Matteis, al Comandante Provinciale dei Carabinieri Col. De Chiara ed a quello della Guardia di Finanza Col. Reccia.
Cominciamo dal terzo.
Noi avevamo instaurato un bel rapporto di collaborazione con il suo predecessore Col. Kalenda che abbiamo avuto modo di conoscere e di apprezzare per le sue alte qualità prima di tutto umane ed anche professionali.
Ottimo, eccellente Ufficiale che noi ricorderemo con stima ed affetto particolari per sempre anche perché ha saputo
apportare, dal punto di vista organizzativo interno, dei miglioramenti eccezionali.
Gli… “addetti ai lavori” sanno di cosa stiamo parlando ed i frutti si stanno vedendo.
Abbiamo conosciuto il suo successore, il Col. Reccia e abbiamo avuto modo di apprezzare anche le sue qualità.
Ufficiale intelligente, bravo e soprattutto onesto.
Pulito, trasparente.
Il che è qualità rara in questa società flaccida e corrotta.
Ma gli chiediamo una sola cosa e non deve dirci di no perché è nell’interesse generale:
deve potenziare la squadra CO che opera nel Gruppo di Formia.
Due sottufficiali, anche se bravi, peraltro chiamati anche ad assolvere ad altri compiti d’istituto, NON BASTANO.
Egli deve fare la cortesia di istituire, data la serietà della situazione esistente in tutto il sud pontino e considerati gli strettissimi legami di questo con il casertano e la Campania che costringono gli operatori ad estendere la loro attività investigativa anche in quella regione, a creare a Formia una squadra CO di almeno 4-5 persone dedite SOLAMENTE al lavoro di contrasto alla camorra ed alla ndrangheta.
Le Fiamme Gialle a Formia ed a Fondi stanno operando in maniera lodevole da quando assunse, a suo tempo, il Comando Gruppo il Colonnello Brioschi e bisogna assicurare ad esse il massimo sostegno.
Colonnello Reccia, ci contiamo perché sappiamo della sua serietà e della sua bravura.
E della sua sensibilità e del suo alto senso di attaccamento al dovere.
Al Colonnello De Chiara, che non abbiamo avuto il piacere ancora di conoscere personalmente, ma che ugualmente
stimiamo, dopo avergli espresso i nostri ringraziamenti per aver messo a capo di due Stazioni, Gaeta e Sperlonga, due eccezionali comandanti, Latorre e Capasso, sottufficiali di eccezionali, impareggiabili qualità, chiediamo una sola cosa:
un maggior sprint da parte della Tenenza gaetana.
Su Gaeta si è lavorato in passato poco e la situazione non ci piace affatto e, quindi, oggi vanno recuperati i ritardi e le disattenzioni del passato.
I Carabinieri hanno fatto un bel lavoro per quanto riguarda qualche recente operazione, tipo quella che ha portato alla cattura di “nanà o cecato”, ma accorre una maggiore attenzione sul piano degli investimenti di capitali, passati e recenti, e su eventuali rapporti fra soggetti delle istituzioni ed altre persone sospette.
Dal Questore De Matteis, con il quale ci teniamo ad instaurare rapporti di strettissima vicinanza e collaborazione per la stima e l’affetto che nutriamo per lui date le sue particolari qualità e capacità, ci attendiamo una sola cosa: istituisca al più presto una sezione distaccata della Squadra Mobile di Latina presso il Commissariato di Formia.
Noi sul sud pontino abbiamo proposto al Capo della Polizia, che ci ha risposto assicurandoci un esame approfondito della proposta, un piano più impegnativo ed ambizioso:
la soppressione del Commissariato di Gaeta, che, secondo noi, non serve a niente, data la vicinanza, ad appena 6 chilometri di quello di Formia, e l’istituzione in quest’ultima città di un Supercommissariato diretto da un 1° Dirigente e non da un vice questore e, soprattutto, con l’istituzione di una Sezione distaccata della Squadra Mobile.
Con la soppressione del Commissariato di Gaeta e con il trasferimento del suo personale a Formia, si potrebbero ottenere due importanti risultati:
il primo, quello di creare a Formia, sempre però con la creazione di una Sezione della Squadra Mobile, un presidio finalmente efficiente;
il secondo, quello di creare ad Aprilia, il cui territorio è fortemente infiltrato da tutte le mafie nazionali ed internazionali, insieme ad Ardea, Torvaianica, Ostia, Anzio e Nettuno, un Commissariato della Polizia di Stato.
Non vogliamo creare al Dr. De Matteis, comunque, imbarazzi con il Viminale e, mentre delle altre cose ce ne occuperemo noi, a lui chiediamo solamente una cosa:
crei la Sezione distaccata a Formia della Squadra Mobile.
Gliene saremo grati per l’eternità.
Chiediamo troppo?
Lo facciamo solo nell’interesse dello Stato di diritto e dei cittadini onesti di una provincia sfortunata che era una delle più belle, avanzate e ricche d’Italia e che oggi sta rischiando di diventare una fogna di criminali e di corrotti.