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Un patto politico-criminale nel Lazio? Che ne dicono Di Pietro, Vendola, Marino, De Magistris???

NEL LAZIO UN PATTO POLITICO-CRIMINALE?

Il Governo centrale che si rifiuta di sciogliere per mafia l’amministrazione di Fondi, della quale il Prefetto di Latina e lo stesso Ministro dell’Interno avevano chiesto lo scioglimento.

Una Regione Lazio che non ricostituisce gli organismi antimafia che aveva istituito la precedente gestione.

Un’opposizione che, supportata da alcune sue articolazioni associative d’area, a parte qualche sporadica iniziativa dal sapore meramente ed esclusivamente propagandistico, non assume una posizione organica, forte, unitaria e complessiva contro una deriva che sta diventando veramente inquietante.

Inchieste che vanno avanti in mezzo a tante difficoltà, a rilento ed a spezzoni, che non tengono mai conto del “ quadro” complessivo e che si fermano spesso alla soglia delle responsabilità di alcuni politici.

Scelte di personale investigativo non esperto ed affidamento di incarichi di comando, a parte qualche eccezione, come nel caso del Col. Salato della Gdf a Frosinone, ad ufficiali e funzionari che non hanno la benché minima esperienza nel campo della lotta alle mafie.

Perché tutto questo???

C’è un “ perché”.

Noi non riteniamo che si debba attribuire all’idiozia.

Ci sono una ragione, un fine, un obiettivo.

Quali sono???

Allora è inutile stare appresso ai piccoli episodi, cacciarci nel ginepraio dei singoli avvenimenti, dei singoli fatti criminali, che, guarda caso, riguardano sempre e solo pesci piccoli, quaquaraqua’ direbbero Sciascia e Totò, senza mai arrivare ai… ”piani alti”, alle mafie, quelle vere, economico-politico-istituzionali.

Lo sforzo delle Associazioni serie, quali noi siamo sempre stati e vogliamo continuare ad essere a costo di venire sempre più emarginati da parte dei mafiosi e dei loro sodali in politica e nelle istituzioni, dei cittadini onesti ed anche di quei politici, che pur ci sono, non iscritti ai libri paga mafiosi, deve tendere da oggi in avanti a CAPIRE LE RAGIONI di questi comportamenti, di queste azioni.

Delle due, una:

1) o esse sono dovute ad idiozia, a superficialità, a non conoscenza e sottovalutazione della situazione.

Ed, allora, con pazienza, bisogna far comprendere a tutti quei soloni che hanno potere decisionale, nelle istituzioni e nei partiti politici, la necessità di un’inversione di rotta, cominciando a mandare personale qualificato alla direzione delle macchine investigativa e giudiziaria, a richiamare tutti al senso di responsabilità, al senso dello Stato di diritto, con una mobilitazione della parte onesta della società;

2) o c’è un patto criminale fra mafie, massoni, pezzi della politica e delle istituzioni in base al quale il Lazio –e, soprattutto, il Basso Lazio, le province di Latina e Frosinone, per intenderci, ma anche l’Alto Lazio, la zona di Civitavecchia-Tarquinia, il viterbese ed anche la parte toscana confinante – deve essere abbandonato nelle mani delle organizzazioni criminali.

Non ci sono altre spiegazioni.

In quest’ottica, appaiono quanto meno inutili le chiacchiere che vanno facendo i partiti, il PD in primis, nelle loro “feste” di queste settimane, feste nelle quali, parlando di “legalità” e di “mafie”, lo fanno sempre in termini generici e superficiali.

Se veramente alcuni loro dirigenti centrali vogliono impegnarsi a combattere le mafie, comincino a studiare come smascherare questo probabile “ patto politico-criminale” di cui noi, ma crediamo tutte le menti pensanti e pulite, ipotizziamo l’esistenza.

Ma, se “patto” ci fosse, esso sarebbe comunque trasversale o, quanto meno, condiviso trasversalmente fra pezzi di questo e quel partito.

Le mafie, a zig zag, stanno ormai dappertutto.

Che ne dicono i vari Vendola, Di Pietro, De Magistris, Marino e tutti coloro che dicono di volersi battere per un cambiamento???

Aspettiamo una loro risposta.