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Un modo serio di fare antimafia. Occorre un salto di qualità da parte della nostra Associazione. La situazione è grave e le parole non servono più. Chi “di qua”, chi “di là”, “contro” le mafie o “con” le mafie

UN SALTO DI QUALITA’ DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE NECESSARIO A CAUSA DEL DILAGARE DELLE MAFIE NELLA NOSTRA REGIONE

E’ quello che serve, in occasione dell’Assemblea del 20 febbraio:

un salto di qualità della nostra Associazione.

L’allarme lanciato dal Presidente della Corte di Appello di Roma Dr. Santacroce relativamente al dilagare delle mafie nel Lazio deve indurre anche i più finora disattenti, nessuno escluso, a fare una profonda riflessione sul “modo” di agire e di fare antimafia.

E’ invalsa l’abitudine di pensare che le mafie oggi si possano combattere, intanto lasciando tutto il peso dell’azione di contrasto alle sole forze dell’ordine ed alla magistratura, e, poi, limitandosi ad informare la gente ed a sensibilizzare le persone sulla presenza mafiosa sui nostri territori.

Opera, questa, meritevole, ma assolutamente insufficiente ed inadeguata ad affrontare, con un minimo di speranza di vittoria, una battaglia vitale per i destini del nostro Paese.

Oggi le mafie sono profondamente mutate rispetto al modello che ci viene ancora propinato dagli strumenti di comunicazione di massa asserviti al “sistema”.

I veri mafiosi, oggi, non sono quelli che ci fanno vedere in televisione, stretti in manette, fra carabinieri e poliziotti.

O, meglio, non sono solo quelli.

I veri mafiosi, oggi, sono quelli che non vediamo, gli insospettabili, i colletti bianchi, il professionista, l’esponente politico, l’uomo delle istituzioni, che, da dietro le quinte, come pupari, muovono le fila, guidano, pilotano, decidono.

Gli altri, quelli che ci fanno vedere, eseguono. Sono la manovalanza, la cosiddetta “ala militare”, subordinata a quelle “ economica” e “politica”.

In Parlamento, nel governo, nei consigli regionali, provinciali, comunali, nei consigli di amministrazione, ogni giorno vengono approvati leggi, leggine, delibere, regolamenti e quant’altro che, in un modo o in un altro, agevolano le mafie.

Ogni giorno vengono approvate varianti urbanistiche, rilasciate concessioni edilizie, autorizzazioni sanitarie, commerciali ecc. che aiutano le mafie a fare i loro affari.

E’ su quel versante che bisogna andare ad incidere, a scavare, a indagare.

E a denunciare, denunciare, denunciare.

Stando anche attenti a “chi” si denuncia e che fine fanno eventualmente le denunce.

A questo serve un’Associazione seria, che sa a chi rivolgersi, in quale direzione incanalare il flusso delle notizie che si raccolgono in tutta la Regione.

Un compito, come si vede, delicato, gravoso, che va fatto senza paraocchi, senza schematismi ideologici, perché le mafie non hanno alcun colore politico.

Il loro Dio è il denaro e solamente il denaro e per il denaro si alleano con chiunque localmente detiene il potere, bianco, rosso, nero, verde, celeste.

E i corrotti stanno dovunque.

In politica, nelle istituzioni, nelle professioni e nella società.

Il discrimine va fatto, quindi, sul piano della lotta all’illegalità ed alle mafie, non in rapporto al colore della tessera di partito che eventualmente è nelle tasche di ognuno, ma, al contrario, fra “chi” è di qua e “chi” è di là, chi è “contro” le mafie e chi “ a favore” delle mafie.

E “a favore” della mafie si può essere anche con il disinteresse, con la disattenzione, con l’inerzia, con il silenzio.

O con il bla bla e basta.

Il bla bla, la retorica, l’” antimafia” della parole.

Noi non vogliamo essere tutto ciò.

Noi, al contrario, vogliamo e dobbiamo essere un nugolo di persone sparse sul territorio della regione che osserva, sente, annota, fa ricerche negli archivi delle Camere di Commercio, del Catasto, degli atti notarili, per scovare i mafiosi, quelli veri e non solo quelli che sparano, che investono, comprano, costruiscono, corrompono, disponendo di montagne di soldi sporchi del sangue della povera gente.

Solo se saremo in grado di fare queste cose, potremo guardare con orgoglio in faccia ai nostri figli, ai nostri nipoti, a tutti i ragazzi e i cittadini onesti di questo Paese sfortunato.

Altrimenti piglieremmo in giro noi stessi e gli altri.