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Un magistrato serio.

Un magistrato serio,pulito,preparato e coraggioso : la dottoressa Manzini.Tutti gli amici delle province di Vibo Valentia e di Catanzaro ci descrivono così la Dottoressa Manzini.Complimenti Dottoressa e grazie per quello che fa.

” MAGISTRATO
SERIO,SCRUPOLOSO,CORAGGIOSO,PREPA
RATO E PULITO.
TUTTI  GLI AMICI DELLE PROVINCE DI
CATANZARO E VIBO VALENTIA CI
DESCRIVONO COSI’  LA DOTTORESSA
MANZINI.
COMPLIMENTI DOTTORESSA E GRAZIE
PER QUELLO CHE FA “COSENZA

Cosenza, Manzini sarà procuratore aggiunto
Il magistrato antimafia è stato indicato all’unanimità dalla
Commissione incarichi del Csm al Plenum. Dovrebbe ricoprire il
posto del collega Airoma. Da anni si occupa di importanti
inchieste, in particolare contro i clan vibonesi

Mette d’accordo tutti il nome di Marisa Manzini. Così la Commissione incarichi
direttivi del Consiglio superiore della magistratura l’ha indicata, con voti unanimi, al Plenum per
l’incarico di procuratore aggiunto a Cosenza.
Marisa Manzini andrà a ricoprire l’incarico lasciato libero da oltre un anno dal collega Domenico
Airoma, trasferitosi a Napoli. Marisa Manzini, novarese d’origine e ormai calabrese d’adozione, si è
distinta per l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata. Fino al 2003 è stata in servizio alla
Procura di Lamezia Terme e poi è passata alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro con
delega sul territorio di Vibo Valentia. Ha portato avanti processi e operazioni importanti contro le
‘ndrine e le cosche del Vibonese (in primis contro i Mancuso di Limbadi), come “Dinasty”, “Rima”,
“Odissea”, “Domino”, “New Sunrise”, “Uova del drago”. Ed è per questo che non è molto gradita ai
clan. Diverse le minacce telefoniche, i proiettili inviati al suo indirizzo. In una conversazione,
intercettata nel maggio 2008 dai carabinieri di Vibo Valentia, si parlava di un attentato da preparare
contro di lei. Il magistrato – adesso in servizio alla Corte d’appello di Catanzaro – vive sotto scorta.
La sua attività antimafia è proseguita anche da procuratore generale. Infatti, è rimasta applicata ad
alcuni processi contro i clan vibonesi, come “Black money”, che vede alla sbarra davanti i presunti
affiliati al clan Mancuso di Limbadi accusati a vario titolo di associazione a delinquere, riciclaggio,
intestazione fittizia di beni, estorsione, usura, il tutto con l’aggravante delle modalità mafiose.