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Un incontro abbastanza lungo, approfondito articolato, durante il quale sono stati toccati molti temi della lotta alle mafie nel Lazio. Il Procuratore Capo Pignatone era coadiuvato dal S. Procuratore Giuseppe Cascini. Si è parlato, oltre che delle aste giudiziarie che stanno uccidendo i settori dell’agricoltura e del commercio in provincia di Latina e nell’agro romano, con il rischio di farle cadere tutte nelle mani delle mafie, anche di altri problemi. Con l’arrivo di Pignatone, l’aria nella Procura di Roma e nel Lazio sta cambiando in meglio, grazie a Dio. Speriamo che altrettanto avvenga nelle Procure ordinarie, a cominciare da quelle di Cassino in primis e, poi, di Latina e Frosinone. Noi dell’Associazione Caponnetto siamo pronti a collaborare, com’è nostro antico costume, e non con le chiacchiere. Dobbiamo assolutamente fare in modo che si facciano strada in tutti i presidi giudiziari ed investigativi del Lazio la cultura antimafia e la consapevolezza piena della gravità della situazione nella quale l’intera regione si trova. Di fronte ad un tessuto sociale omertoso ed anche vile, ad una classe politica in parte corrotta e collusa con le mafie, ad un’associazionismo antimafia che purtroppo non riesce a fare un salto di qualità passando dalla retorica all’indagine ed alla denuncia per aiutare forze dell’ordine e magistratura inquirente, resta a queste ultime tutto intero il compito di combattere le mafie. Ci sono, però, la necessità e l’urgenza di taluni provvedimenti interni che mettano queste in condizioni di operare come si opera ad esempio in Campania, con Procure tutte attive (non solo la DDA) e forze dell’ordine capaci di fare indagini patrimoniali contro i mafiosi, tutte cose che nel Lazio e, in particolare nel Basso Lazio, non siamo riusciti finora ad ottenere.

Articolo tratto da www.icittadini.it – leggi l’articolo