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Un impegno con Gigi Daga

UN IMPEGNO CON GIGI DAGA CHE INTENDIAMO ASSOLUTAMENTE ONORARE

Ce lo diceva sempre: ”Bisogna assolutamente recidere i legami che ci sono fra politica e mafie”.

Ce lo ha ripetuto fino all’ultimo, fino a quando ha potuto parlare.

E noi lo abbiamo visto impegnato fino alla fine, a nome dell’Associazione, su questo fronte.

Fino a pagare prezzi altissimi, in termini di procedimenti giudiziari intentati a suo carico a seguito di querele e richieste risarcitorie.

E noi contiamo di seguire il suo esempio, costi quel che costi.

Purtroppo, le carenze della legislazione in materia antimafia comportano anche questi rischi perché non ti è concesso chiamare mafioso colui che, pur essendolo, non è stato condannato per il reato di associazione mafiosa in maniera definitiva, in Cassazione.

Ne siamo consapevoli.

Ma, come Gigi Daga, noi non intendiamo tradire l’impegno assunto con la nostra coscienza.

Fare antimafia seria, oggi, costa e costa molto.

Non solo dal punto di vista economico, essendo noi non finanziati da chicchessia, o da quello della incolumità fisica, ma, soprattutto, da quello giudiziario.

Oggi i mafiosi difficilmente ti sparano; preferiscono chiederti i soldi, levandoli ai tuoi figli.

Gigi ha corso questo rischio tutti i giorni perché parlava chiaro e forte.

Senza paura.

Se non si recidono i rapporti mafia-politica, ci diceva sempre, ogni nostro sforzo sarà vanificato.

Perché qua è il punto: mafia-politica.

La mafia bianca, quella dei colletti bianchi, delle persone cosiddette perbene annidate nelle stanze del potere, in tutti gli interstizi delle istituzioni e dei partiti.

Lo constatiamo ogni giorno nell’atteggiamento e nelle azioni di molti, moltissimi che “contano”.

Di coloro che quotidianamente ti dicono “ma chi te lo fa fare, tanto l’Italia è marcia e le cose debbono andare avanti così”; dell’amministratore pubblico che ti guarda, sornione e beffardo, dall’alto del suo scranno, trattandoti come un diffamatore ed un impostore;

del professionista che non si preoccupa dell’odore e del colore dei soldi; e via di questo passo.

All’infinito, senza risparmiare alcuna categoria.

Persone come noi, come il caro Gigi, rischiano di essere definite persone che vanno controcorrente, dei sognatori, dei pazzi. Dei disturbati, come qualcuno ha definito i magistrati.

Ma noi preferiamo apparire tali ed essere come siamo.

La nostra coscienza, il nostro amore per il Paese, per la Giustizia, ci impediscono di essere diversi da quello che siamo.

E lo facciamo anche per i nostri figli, i nostri nipoti, per i giovani tutti, per il loro avvenire.

Gigi, se dal di là ci senti e ci vedi, ti assicuriamo che continueremo su questa strada, senza titubanze, senza paure.

Costi quel che costi.

Noi possiamo vantarci, come tu ti vantavi, di appartenere ad un’Associazione, la nostra, che fa dell’antimafia seria, non parolaia.