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Un duro comunicato di Rifondazione Comunista sull’inerzia della Capitaneria di Porto riguardo alla situazione del demanio marittimo a San Felice Circeo

LA DRAMMATICA SITUAZIONE DEL DEMANIO MARITTIMO A SAN FELICE CIRCEO PER L’INERZIA DELLA CAPITANERIA DI PORTO. UNA DURA NOTA DEL CIRCOLO LOCALE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

Le cronache di questi ultimi giorni hanno riportato l’attenzione sulla situazione del demanio marittimo di San Felice Circeo. Finalmente qualcosa si muove, verrebbe da dire, anche se decenni di lassismo e oggettive protezioni di comportamenti illeciti hanno causato danni ormai pressoché irreparabili. Alla totale privatizzazione di gran parte della scogliera, attuata in spregio a qualunque norma, e concretizzatasi nella abusiva chiusura dei passaggi a mare e nell’occupazione della fascia pubblica, ha fatto seguito una quantità di abusi edilizi, costruzione di darsene, cementificazione dell’arenile. Grande assente nella repressione e nella vigilanza, la Capitaneria di Porto. Anche nelle ultime vicende di abusi e inquinamento, abbiamo con soddisfazione rilevato l’impegno dei Vigili Urbani, dei Carabinieri (in particolare del NOE), ma i rappresentanti dell’Ente che più dovrebbe occuparsi di tutela delle coste erano stranamente assenti, forse impegnati nella “sistema di vigilanza integrata” per il quale hanno ricevuto un gentile contributo economico dal comune di San Felice. Per non parlare del propagandistico dono di un gommone, sempre da parte dell’Amministrazione Comunale, utilissimo per fare belle foto di gruppo, ma certamente non utilizzato per i dichiarati “controlli delle acque marittime costiere e delle aree demaniali marittime”. Sarebbe forse ora che i Comandi gerarchicamente superiori esercitassero le dovute verifiche, chiedendosi come mai, di fronte al dilagare delle violazioni di legge, l’Ufficio Locale Marittimo di San Felice Circeo non sappia fare di meglio che tacere.