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Un caso complesso che riguarda un imprenditore di Viterbo e sul quale chiediamo alle Magistrature italiana e di San Marino di fare piena luce

“Ora presenterò denuncia in gendarmeria”. Ma dalle aziende rispondono: “Si tratta solo di un cliente protestato”

Ieri l’incontro fra l’ex imprenditore viterbese e il Segretario di Stato all’Industria, Marco Arzilli 10/12/2010

Ha trascorso l’intero pomeriggio di ieri a San Marino, l’ex imprenditore viterbese, Gaetano Cici. Nei giorni scorsi aveva annunciato che avrebbe esposto le ragioni della sua lunga battaglia contro due aziende sammarinesi, direttamente ai Segretari di Stato Arzilli e Mularoni, per ottenere l’avvio di provvedimenti nei confronti di chi, a giudizio del Sig. Cici, avrebbe di gran lunga superato i confini della legalità, creando condizioni di concorrenza sleale, fino ad arrivare a compiere veri e propri reati gravi. L’incontro con il Segretario Arzilli è effettivamente avvenuto. Nell’occasione Cici ha ripercorso le tappe fondamentali della sua vicenda che lo ha visto particolarmente impegnato nel dimostrare la tesi di un vero e proprio complotto ai suoi danni che ha avuto come protagonista principale addirittura un un magistrato in stanza alla Procura di Viterbo. Le continue denunce di Gaetano Cici, fra le quali quella di aver fatto sparire prove dai fascicoli dell’inchiesta, non solo hanno ottenuto la ricusazione, ma addirittura lo spostamento del magistrato in un’altra procura. Proprio il comportamento di questo giudice è l’oggetto principale della lettera che Cici ha inviato al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano in cui (purtroppo) vengono lanciate anche accuse pesanti che mettono in cattiva luce aziende e esponenti del mondo economico sammarinese. L’accusa principale è quella della manomissione di titoli di pagamento (assegni) e la richiesta di pagamenti non dovuti. Alla domanda che gli abbiamo fatto sul motivo per cui risultino agli atti tanti assegni protestati per mancanza di fondi, (si tratta di 4 assegni da 4.329 euro e di altri tre da 7.750), Cici risponde dicendo che quei soldi lui non li doveva pagare perchè li aveva già consegnati per contanti e con altri titoli girati di suoi clienti, al rappresentante di Viterbo dell’azienda sammarinese. Da questo elemento prende corpo una seconda lettura della storia, quella sostenuta dagli imprenditori sammarinesi che sono stati messi sotto accusa. Il loro punto di vista è ovviamente diametralmente opposto e si risolve nella constatazione per cui Cici, vecchio cliente delle loro aziende, ad un certo punto (2004) non è riuscito a far fronte agli impegni di pagamento ed ha emesso una serie di assegni risultati a vuoto. Gli imprenditori hanno cercato di ottenere il pagamento anche rateizzando, ma ogni sforzo è risultato vano. Un caso purtroppo come tanti che in questo caso avrebbe visto una reazione, giudicata fuori da ogni logica. Cici, probabilmente ha pensato che la miglior difesa è l’attacco e così avrebbe iniziato a mettere in fila la serie di accuse che ieri lo ha portato a San Marino. Nella fase attuale sono aperti procedimenti presso le Procure di Viterbo e di Perugia e sta per aprirsi un altro presso il Tribunale di San Marino al quale Cici ha detto di volersi rivolgere, depositando nei prossimi giorni una denuncia in gendarmeria.

(Tratto da San Marino World)