Un Capodanno “diverso”.
Irrituale.
Fuori dagli schemi della ritualità e della vacuità.
Ma contenuto,con punte fra il serio ed il faceto.
Con un occhio ai problemi della società,ma anche con tante risate e…….” giudizi “- e tanto divertimento ed anche,al contempo, dolore – – sui comportamenti e sulle qualità di taluni “personaggi” della nostra vita quotidiana che in questi giorni si affollano nelle cronache con dichiarazioni alla stampa e proclami,con l’improvvida pretesa di rappresentare un mondo che non conoscono e non vogliono conoscere..
Ma anche programmando le attività per il futuro.
E non solo.
Abbiamo riso,scherzato , mangiato e ci siamo divertiti un mondo,con punte di ironia su noi stessi e sui “potenti” di turno.
Ed anche riflettuto e parlato di problemi toccanti.
Pensando alle tante persone che soffrono.
Una nostra cara amica di Tolfa ci ha letto alcuni passaggi di un libro da lei scritto in queste settimana,un libro che rappresenta uno spaccato drammatico di alcune sue vicende personali e collettive che riguardano il modo di governare della sua città ed i suoi attori.
Ma che toccano un pò tutti noi perché tutto il mondo é paese.
Un quadro deprimente nel quale si affollano tanti “grandi” ma,al contempo,piccoli ed informi soggetti che passano senza lasciare traccia del loro passaggio.
O se traccia lasciano ,é traccia affatto gradevole e proficua per la collettività.
Un Capodanno,insomma,irrituale e “pedagogico”.tipico di chi é abituato a riflettere sui problemi della persona e della collettività,pur senza aggravare i pochi momenti gioiosi di pesi insopportabili e sgradevoli per la goccia di tempo che si sta vivendo.
Contenuto,insomma,nella forma e nella sostanza.
Il Capodanno deve rappresentare un momento di riflessione sul vissuto e su quello che bisogna vivere,sul passato e sul futuro.
Una sorta di bilancio consuntivo e preventivo.
E tale é stato per chi scrive e per tutti gli altri amiche ed amici che hanno voluto fortissimamente questa impostazione.