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Un amaro sfogo di un Testimone di Giustizia che raffigura un Paese in agonia

Vi prego di leggere. E FARLA GIRARE Avevo iniziato questa avventura con tanta voglia e con l’aiuto di alcuni amici che mi stanno ancora vicino. Però devo prendere atto che è stato un fallimento almeno fino ad oggi,vedevo le cose diverse tutti pronti a lottare contro le mafie persone che corrono a varie assemblee e a gridare contro la mafia,chi più vuole fare un’associazione per aiutare gli altri,personaggi che si riempiono la bocca di belle parole e frasi di concreto alla fine niente,le corse e le riunioni con i vari ministri per prendersi i contributi,le case,le attività,i terreni ecc…. tolti alle mafie. Io avevo messo del mio e no non va bene spero ancora mi do quindici giorni per veder crescere la schiera delle adesioni e sé rimane lo stesso chiudo tutto e ringrazio chi mi e stato vicino e mi a appoggiato. Ringrazio ancora a chi vuole far girare il tutto.
Testimone di giustizia (sotto protezione) Rocco Ruotolo

www.roccoruotolo.it

Caro Rocco, tu hai toccato un tasto spinoso che ci sta angosciando da anni. Quello che riguarda… l'”antimafia delle chiacchiere” che noi dell’Associazione Caponnetto stiamo denunciando da 15 anni. Un… ‘”antimafia” che si esaurisce nelle commemorazioni, nel racconto di cose passate, nelle celebrazioni oppure, peggio ancora, nella ricerca di agevolazioni, benefici, convenzioni che fruttano denaro e carriere a vantaggio di coloro che Sciascia definiva ” i professionisti dell’antimafia”. Fiumi di denaro pubblico. cioè pagati da noi cittadini, erogati ad associazioni, fondazioni, persone, che non hanno mai messo piede e mai lo metteranno in una Procura, una DDA, una sede della DDA, in un comando della DIA, del GICO, del ROS, dello SCO, di una Squadra Mobile, per portarvi una denuncia, una segnalazione, un
dossier, una qualsiasi carta per contribuire a far arrestare i mafiosi e gli amici dei mafiosi e sottrarre ad essi i beni accumulati sul sangue della povera gente. Persone che costituiscono associazioni per… camparci – quasi fosse un mestiere come altri -, o per… apparire, farsi un nome per dare poi scalate nella politica e che non portano un pur minimo contributo alla loatta contro le mafie. Un giorno un Colonnello di una DIA ci disse: “per combattere i mafiosi ci servono “zappatori” e non parolai. A noi servono nomi e cognomi non chiacchiere”. Paolo Borsellino – del cui nome tutti si riempiono la bocca immeritatamente- disse prima di morire in un’assemblea: ” E’ un errore imperdonabile il pensare che tutto il peso della lotta alle mafie debba essere accollato sulle sole spalle delle forze dell’ordine e della magistratura”. Da sole non ce la fanno, anche perché in Italia abbiamo una classe politica ed istituzioni che in parte sono colluse con le mafie e non vogliono che si faccia una vera lotta alle mafie. Questo è il motivo per il quale c’è una legislazione antimafia carente ed inadeguata e le forze dell’ordine e la magistratura sono private di competenze, risorse, mezzi necessari per fare un’efficace lotta alle mafie.
E perché coloro che sono fedeli allo Stato di diritto ed alla Giustizia vera, quella con la G maiuscola, vengono talvolta emarginati, isolati, osteggiati in ogni maniera. Tu sei un Testimone di Giustizia e nessuno meglio di te sa quanti ostacoli sei costretto ad affrontare ogni giorno, ogni minuto, dovunque! Questa è la triste realtà. Anche noi, prima di andare in un posto, in una caserma, in un tribunale, ci vediamo costretti ad informarci bene se quella persona che dobbiamo incontrare è affidabile o meno, se possiamo informarla di una certa situazione o meno, senza correre rischi. Ormai partiti, uffici, ministeri sono pieni di massoni, di amici di mafiosi, corrotti e talpe. Poi ci sono anche le persone oneste, i fedeli servitori dello Stato ed è con questi che noi ci rapportiamo per portare avanti le nostre battaglie. Ma, credici, è uno sforzo immane, forse quello più gravoso e delicato. Ma – non dimenticarlo mai – la colpa di tutto ciò è sempre del popolo. Le classi dirigenti sono sempre l’espressione del popolo che le elegge, le vota, le sceglie e consente che facciano il comodo loro. Un popolo che – fatta qualche eccezione, le cosiddette “minoranze illuminate”-, afflitto da una
subcultura mafiogena, servile, che ha paura, che pensa solo all’orticello personale, non solidale, che non sa e non vuole vedere oltre l’orizzonte di casa propria, non si informa, non sa e vuole reagire, non si indigna nemmeno. Un popolo siffatto è destinato all’agonia, alla morte morale, alla miseria. Stiamo con i piedi per terra. A noi viene da ridere quando sentiamo taluni che parlano di… “. cultura della legalità”, ora che ormai… i greci sono dentro Troia. Ci si doveva pensare 40-50 anni fa per cominciare, oggi, ad intravvedere qualche risultato. Ma se, al contrario, quasi tutta la nostra storia è impastata di illegalità, di corruzione, di violenze, di assassini della gente perbene!!! Tutta fuffa! Praticata e diffusa da parolai ed attori da strapazzo in mezzo ad un popolo che in maggioranza ha fatto propria la regola del… “nun saccio, nun vedo, nun parlo” e che non vuole e sa distinguere il bene dal male. Non ci si vuole rendere conto che stiamo vivendo, per colpa nostra, i periodi più bui del Medioevo. Che l’Italia è, ormai, non sull’orlo del precipizio, ma dentro il precipizio e che per risalire la china ci
sarebbe bisogno di una fatica immane, di una mobilitazione di tutti o quasi. In silenzio e senza chiacchiere. Con fatti e non parole. Mezza Italia, dalla Sicilia al Lazio, è sotto il controllo militare di mafie e massoneria e la parte restante è devastata in gran parte dalla corruzione che è la madre delle mafie. E noi continuiamo a parlare di… “cultura della legalita’”, di commemorazioni, di cose vecchie e stravecchie. Vogliamo tentare di cambiare le cose? Costringiamo, pena il loro disconoscimento, ad obbligare le centinaia di gruppi, associazioni, fondazioni e quant’altro cosiddetti “antimafia”, senza dare ad essi un solo euro o un qualsiasi altro beneficio, a DENUNCIARE, come facciamo noi, NOMI e COGNOMI, i mafiosi e gli amici dei mafiosi, senza fare più chiacchiere. Vedrai quanti ne resteranno!!! L'”antimafia ” asservita agli interessi ed alla politica non è antimafia. E’ altra cosa. L’antimafia vera è quella che si fa GRATUITAMENTE E MAGARI RIMETTENDOCI DI TASCA PROPRIA
ALL’OCCORRENZA E SENZA POLITICA ED AMBIZIONI PERSONALI. Con umiltà e profondo spirito di servizio al Paese ed amore al bene comune, non a quello personale. Tu, carissimo Rocco, ti rammarichi nel constatare di trovarti solo, da Testimone di Giustizia che ha sacrificato la vita e gli interessi tuoi e dei tuoi cari per schierarti dalla parte della Giustizia e dello Stato di diritto, in “questa” Italia? Stai tranquillo – e non sappiamo se questo può consolarti e lenire la tua sofferenza – che non sei il solo. Un forte abbraccio da tutti noi.