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Tutti gli amici nella Finanza

Tutti gli amici nella Finanza

25 Novembre 2019

MONTANTE non manteneva rapporti patologici soltanto con gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri. Anzi, se mai fosse possibile, il rapporto intrattenuto con i vertici provinciali nisseni della Guardia di Finanza, secondo l’impianto accusatorio, aveva subito un processo di distorsione anche maggiore, se si considera che di loro MONTANTE si sarebbe avvalso non solo a tutela dei propri interessi personali, in termini di esenzione dagli esiti delle verifiche fiscali, ma anche per colpire gli avversari, mediante verifiche fiscali mirate e talvolta pretestuose.

In particolare, gli interlocutori dell’imprenditore, nella tesi dell’accusa, erano il Maggiore Ettore ORFANELLO (nei confronti del quale si procede separatamente) e il Colonnello Gianfranco ARDIZZONE (odierno imputato), rispettivamente comandante del nucleo di Polizia Tributaria presso il comando provinciale e comandante provinciale.

Entrambi, peraltro, avrebbero ricavato dei vantaggi (assunzioni di propri familiari, trasferimenti, etc) dalla instaurazione di tale relazione con MONTANTE, nell’ambito di una declinazione corrispettiva del rapporto interpersonale.

Al fine di comprendere l’aspetto temporale della vicenda oggetto di esame, può essere utile rammentare gli incarichi ricoperti da ARDIZZONE nell’ultimo periodo della sua carriera, dovendosi pertanto segnalare che lo stesso “[…] ha ricoperto l’incarico di capocentro della D.I.A. di Reggio Calabria dal luglio 2011 al 29.5.2014, cui è seguito l’incarico di capocentro della D.I.A. di Caltanissetta dal 30.5.2014 al 14.6.2015. L’avvicendamento avviene con il colonnello della Guardia di Finanza Gaetano SCILLIA, il quale a sua volta lascia l’incarico di capocentro della DIA di Caltanissetta per ricoprire il medesimo ruolo nella DIA reggina […]” (C.N.R. n. 1092/2017 cit., p. 1332; cfr. anche annotazione della Guardia di Finanza di Caltanissetta del 30 luglio 2016, in atti).

Ettore ORFANELLO, per converso, ha comandato il nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Caltanissetta dal 1 agosto 2005 al 24 giugno 2012 (cfr. annotazione della Guardia di Finanza di Caltanissetta del 30 luglio 2016, ult. cit.).

Ciò posto, occorre muovere dalle dichiarazioni di VENTURI per una preliminare visione panoramica del tipo di rapporti instaurati dall’imprenditore di Serradifalco con i due ufficiali della Guardia di Finanza.

VENTURI, in particolare, sentito il 12 novembre 2015 (cfr. verbale di assunzione di informazioni), si soffermava:

a) sul rapporto di confidenza ed amicizia intercorsa tra MONTANTE e i vertici nazionali della Guardia di Finanza;

b) sulla “sistemazione” o sui miglioramenti della posizione lavorativa ottenuta dai familiari del Magg. ORFANELLO e del Col. ARDIZZONE presso imprese vicine a MONTANTE (in particolare, presso imprese riconducibili a Massimo ROMANO, coimputato nei riguardi del quale si procede separatamente);

c) sul vanto dello stesso MQNTANTE circa gli esiti favorevoli delle verifiche fiscali sul suo conto (“condono tombale”);

d) sulle tangenti percepite dal Magg. ORFANELLO per ammorbidire le verifiche fiscali;

e) sulle singolarità che avevano contraddistinto le indagini nei riguardi di due imprese operanti nel settore dell’arredo (la ARREDI POLIZZI s.r.l. e la FA.SI. s.r.l.), riconducibili a Gioacchino PQLIZZI, indagini verso le quali MONTANTE aveva manifestato un particolare interesse, e che, inspiegabilmente, si erano arenate.

Nell’ambito di tali singolarità, VENTURI segnalava la sottoposizione a verifica fiscale del consulente incaricato dal P.M. per rilevare, da un punto di vista tecnico-contabile, le ipotizzate fattispecie delittuose a carico del citato POLIZZI.

Per ragioni di comodità espositiva, giova richiamare il contenuto dell’ordinanza cautelare (da p. 1051), che contiene un’utile sintesi delle dichiarazioni di VENTURI, unitamente alla loro riproduzione testuale:

In tal senso, occorre partire, ancora una volta, dalle dichiarazioni rese a questo Ufficio da Marco VENTURI (cfr. verbale di sommarie informazioni testimoniali del 12 novembre 2015), il quale, in relazione allo specifico tema che qui viene in rilievo, ha innanzitutto riferito degli ottimi rapporti intercorrenti tra il MONTANTE ed esponenti della Guardia di Finanza, sia a livello nazionale che a livello locale. In particolare il VENTURI (cfr. verbale del 12.11.2015 in atti) ha dichiarato che:

aveva personalmente potuto constatare l’amicizia esistente tra il MONTANTE ed il Generale ADINOLFI, con il quale si era trovato a cena, a Roma, all’Hotel Bernini, su invito dello stesso MONTANTE;

VENTURI ha anche parlato dei buoni rapporti che intercorrevano tra il MONTANTE e l’ex comandante Provinciale di Caltanissetta – e poi capocentro della D.I.A. nissena – Colonnello Gianfranco ARDIZZONE.

In relazione a quest’ultimo, il VENTURI ha anche specificato che, tra il 2007 ed il 2009, quando egli era Presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, l’ARDIZZONE gli aveva chiesto se avesse la possibilità di assumere la figlia. Non avendo, in quel momento, necessità di personale e sapendo che al CONFIDI si stavano cercando persone da assumere, aveva girato la richiesta a ROMANO Massimo (che al tempo ne era, appunto, il Presidente) e la ARDIZZONE, effettivamente, dopo poco tempo era stata assunta.

A dire del VENTURI, poi, l’ARDIZZONE gli aveva fatto presente che si era rivolto alla sua persona poiché non si era voluto recare direttamente dal MONTANTE e dal ROMANO per avanzare loro una simile richiesta.

In ogni caso, ciò che importa rilevare in questa sede – e che emerge in verità anche dalle dichiarazioni del VENTURI (oltre che da altri elementi acquisiti al procedimento di cui si dirà in appresso) – è che la figlia dell’ARDIZZONE era poi stata assunta al CONFIDI grazie all’interessamento del ROMANO (sia pure mediato dallo stesso VENTURI).

Le dichiarazioni rese da Pasquale TORNATORE (delle quali, anche in tal caso, meglio si dirà di qui a poco) inducono seriamente a dubitare che la ARDIZZONE sia stata assunta in virtù delle specifiche competenze di cui disponeva, quanto, piuttosto, per “ragioni di riguardo” nei confronti di colui che, al tempo, rappresentava il vertice della Guardia di Finanza del capoluogo nisseno.

Infine, sempre il VENTURI, ha posto l’accento sugli ottimi rapporti – che personalmente gli risultavano – tra il MONTANTE ed il Magg. Ettore ORFANELLO.

A tal proposito, infatti, ha riferito di aver pranzato, in diverse occasioni, in compagnia del MONTANTE e dello stesso ORFANELLO, così come era a conoscenza che quest”ultimo spesso si era trovato a pranzare con l’imprenditore di Serradifalco o si recava a fargli visita presso l’abitazione di contrada Altarello o la sede di CONFINDUSTRIA Caltanissetta quando il MONTANTE ne era Presidente.

Il VENTURI, inoltre, riferiva pure dei buoni rapporti intercorrenti – anche in tal caso per averne avuto personale contezza – tra Romano MASSIMO e l’ORFANELLO, essendosi, peraltro, trovato in qualche occasione a pranzo in compagnia tanto di questi ultimi che del MONTANTE.

I rapporti “amichevoli” del ROMANO e del MONTANTE descritti dal VENTURI con i citati esponenti della Guardia di Finanza di Caltanissetta servono esclusivamente per poter delineare la cornice all’interno della quale inquadrare le ben più gravi dichiarazioni rese dal VENTURI medesimo, in specie in relazione al Magg. ORFANELLO.

Si è trattato di dichiarazioni che, allorché sono state raccolte da questo Ufficio, hanno aperto orizzonti investigativi per certi versi inaspettati e sono servite a delineare uno scenario in verità allarmante.

Ed invero, con specifico riguardo all’ORFANELLO, il VENTURI ha dichiarato che:

– la compagna, al tempo, dell’Ufficiale della Guardia di Finanza, TIRRITO Rosaria – che già lavorava presso un supermercato del ROMANO – era stata da quest’ultimo assunta, verosimilmente dietro sollecitazione del MONTANTE, al CONFIDI, quando il ROMANO medesimo ne era Presidente;

– in epoca antecedente al 2010, il MONTANTE gli aveva espressamente evidenziato di considerare le verifiche ispettive eseguite dalla Guardia di Finanza alla stessa stregua di un “condono tombale” tanto che, per tali ragioni, aveva chiesto che gli venissero eseguite.

Sempre il MONTANTE, gli aveva fatto presente che la sua azienda, differentemente da quelle di altri imprenditori di CONFINDUSTRIA Caltanissetta, non aveva mai subito controlli da parte della Guardia di Finanza, sicché avrebbe fatto in modo di fargli eseguire una visita ispettiva.

Nonostante non si fosse trovato d’accordo con le intenzioni del MONTANTE, non avendo, in verità, mai subito prima di quel momento una verifica – che giudicava, peraltro, inusuale per attività imprenditoriali come quella condotta dalla sua azienda – dopo circa otto mesi~un anno, effettivamente, la Guardia di Finanza di Caltanissetta aveva dato corso ad un controllo e ricordava che il responsabile di quelle operazioni fosse stato proprio il Magg. ORFANELLO.

La verifica si era chiusa regolarmente, non essendo stata riscontrata alcuna irregolarità, e, dopo qualche mese, si era trovato a passeggiare nel centro di Caltanissetta assieme al MONTANTE.

In quell’occasione, quest’ultimo gli evidenziò che anche Carmelo TURCO aveva subito una verifica della Guardia di Finanza ed aveva versato somme di danaro all’ORFANELLO affinché questi “chiudesse gli occhi” su alcune irregolarità che erano state riscontrate nel corso delle operazioni.

Il MONTANTE gli fece, quindi, presente che avrebbe dovuto erogare la somma di 2.500 euro all’ufficiale della Guardia di Finanza, ma egli si rifiutò, anche perché non era stata riscontrata alcuna anomalia in relazione alla sua azienda, così provocando il forte disappunto del suo interlocutore, che aveva poi lasciato cadere il discorso.

Il VENTURI ha anche riferito che il MONTANTE aveva introdotto quell’argomento prima che incontrassero ORFANELLO, il quale si uni a loro a passeggiare per un breve tratto, fin tanto che notò sopraggiungere il TURCO ed a quel punto decise di allontanarsi.

[…] Le dichiarazioni rese dal VENTURI a questo Ufficio – laddove coniugate con quelle fornite da numerose persone informate sui fatti di cui si dirà in appresso – permettono di affermare come il MONTANTE abbia utilizzato la Guardia di Finanza di Caltanissetta, attraverso il comportamento accondiscendente dei suoi vertici, non solo a protezione degli interessi propri e dei soggetti a lui vicini, ma anche come efficace strumento per colpire soggetti invisi o che egli riteneva ne avessero in qualche maniera ostacolato la sua azione.

Ed invero, in data 28.l 1.2015, il VENTURI chiedeva di essere nuovamente sentito e premetteva di aver avuto, in passato, rapporti commerciali con due società riconducibili a POLIZZI Gioacchino, la “ARREDI POLIZZI s.r.l.” e la FA.SI. s.r.l.” che si occupavano, rispettivamente, di vendita e di produzione di mobili.

In particolare riferiva di un primo acquisto di mobili per gli uffici della sua azienda, avvenuto nel 2000, nonché di altro, più consistente, nel 2002 allorché aveva deciso di rinnovare totalmente gli arredi della SIDERCEM.

Una volta specificati i dettagli di tale seconda operazione (per i quali si rimanda al contenuto del verbale in atti) il VENTURI evidenziava anche che, nella primavera/estate del 2010, il MONTANTE gli aveva fatto presente che era in corso un’indagine da parte della Guardia di Finanza di Caltanissetta e che era anche stato nominato un consulente dalla Procura per esaminare le carte relative al fallimento delle ditte “Arredi Polizzi” e “FASI”.

Il VENTURI ha aggiunto che il MONTANTE si era mostrato preoccupato per i possibili sviluppi di quel procedimento, in relazione al quale, a suo dire “sarebbero stati tirati in ballo”, trattandosi (neanche a dirlo) di una manovra ordita per screditarli e che, dunque, sarebbe intervenuto con la Guardia di Finanza per “cautelare” la situazione.

Egli aveva risposto al MONTANTE che non era interessato alla questione, poiché i rapporti che aveva intrattenuto con quelle ditte erano stati improntati a correttezza.

Nel successivo mese di settembre la moglie aveva ricevuto una telefonata da parte di un appartenente alla Guardia di Finanza a nome LA VECCHIA, il quale si era poi recato negli uffici della SIDERCEM chiedendo la documentazione afferente ai suddetti rapporti commerciali con le due ditte riconducibili a POLIZZI Gioacchino.

In considerazione del periodo trascorso, avevano chiesto del tempo per poter reperire i documenti occorrenti, richiesta che era stata accolta dal finanziere, il quale aveva lasciato loro il proprio numero di telefono (il relativo appunto è stato acquisito agli atti del procedimento) dove poter essere successivamente contattato.

Il VENTURI ha infine specificato che, una volta approntata la documentazione, aveva provato a contattare il LA VECCHIA ma non aveva ricevuto alcuna risposta, sicché aveva conservato quei documenti in cassaforte, ove erano rimasti sino al giorno in cui aveva poi reso le dichiarazioni a questo Ufficio.

Dopo qualche tempo, aveva riferito della visita del finanziere al MONTANTE, il quale si era limitato ad apprendere la notizia senza effettuare alcun commento o avere una qualche particolare reazione.

Emblematicamente il VENTURI aggiungeva di aver in seguito appreso che il consulente nominato dal Pubblico Ministero di cui gli aveva parlato il MONTANTE aveva poi subito una verifica ispettiva da parte della Guardia di Finanza.

Fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it