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Troppi sospetti su possibili collegamenti tra soggetti politici e criminali.

TROPPI SOSPETTI SU COLLEGAMENTI FRA SOGGETTI POLITICI

E CRIMINALI IN PROVINCIA DI LATINA

 

 

 

 

Non siamo colpevolisti e, fino a condanna definitiva, non siamo abituati a definire mafioso chicchessia. Ciò, però, deve riguardare la dimensione giudiziaria, non quella politica.

 

In politica, infatti, se vogliamo ridare a questa un´immagine decente e credibile, i sospetti vanno fugati e, in attesa della conclusione dei lunghi iter investigativi e giudiziari, i sospettati dovrebbero avvertire il dovere morale di farsi da parte.

 

A leggere i resoconti delle varie indagini svolte nel sud pontino, i servizi giornalistici, le interrogazioni parlamentari e quelle regionali, troppe volte leggiamo nomi di esponenti politici, che ricoprono anche incarichi nelle istituzioni, nei consigli comunali, in quelli provinciali ecc..

 

Nell´inchiesta denominata “Formia Connection” ne sono emersi alcuni; qualche altro ne è venuto fuori in questi giorni.

 

Nomi pronunciati durante conversazioni di camorristi intercettate dalle forze dell´ordine, nomi di candidati alle elezioni e, quindi, sospettati di aver beneficiato di sostegni elettorali da parte di soggetti legati alla criminalità organizzata. Nomi riportati nelle cronache giornalistiche, nelle interrogazioni al Parlamento ed anche alla Regione Lazio (si legga soprattutto quella fatta su Minturno dai consiglieri regionali Peduzzi, Grosso, D´Amato e Mariani).

 

Qualche giorno fa, appena sono stati resi noti i risultati delle elezioni amministrative a Formia, è divampata su alcuni giornali una dura polemica che ha interessato un consigliere comunale di quella città. Sono scesi in campo, in tale polemica, oltreché l´interessato, più soggetti.

 

Quest´ultima vicenda, per la verità, anche se se ne era già parlato in precedenza, è estremamente inquietante in quanto, anche se non si possono, al momento, esprimere giudizi definitivi sullo stato delle cose e sul comportamento dei soggetti interessati, purtuttavia non è affatto normale che un consigliere comunale, provinciale, o un parlamentare, abbiano consapevolmente rapporti, anche se di semplice amicizia, con persone collegate alla criminalità organizzata.

 

Francamente noi consideriamo ciò disdicevole e preoccupante.

 

Ma ora è compito degli investigatori scavare a fondo sui possibili legami fra mafia e politica nel sud pontino.

 

Di tali possibili collegamenti se ne sta parlando da decenni, a tutti i livelli più qualificati; sono stati fatti nelle inchieste anche dei nomi di persone che continuiamo a vedere, malgrado ciò, sulla scena.

 

La Direzione Nazionale Antimafia, la DDA, Le Commissioni parlamentari antimafia, il Ministero dell´Interno da anni stanno evidenziando la gravità della situazione esistente nel sud pontino e, più in generale, in tutto il Basso Lazio, mentre qua si continua a ciurlare nel manico, a polemizzare sul fatto che… la mafia c´è o non c´è, negando vergognosamente l´evidenza, ad acchiappare… il pesce piccolo e non quello che “conta” veramente, il politico eventualmente colluso, l´imprenditore “pulito”, il “colletto bianco”.

 

Vediamo i “baschi verdi” sulle strade a fare prevenzione e repressione stradale. Bene. Ma non è meglio utilizzare un corpo specializzato come quello nello svolgimento delle indagini patrimoniali e sui capitali mafiosi???

 

Indagini che, a quanto pare, in provincia di Latina ed anche in quella di Frosinone, non si fanno o si fanno pochissimo!!!