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Tribunale e Procura di Cassino debbono diventare capisaldi effettivi dello Stato nella guerra alla camorra. Dobbiamo pretenderlo

A TUTTI GLI AMICI VOLENTEROSI CHE VOGLIANO DARE UN CONTRIBUTO EFFETTIVO ALLA SOLUZIONE DEI PROBLEMI CHE RIGUARDANO L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DEI PRESIDI DELLO STATO IN MATERIA DI LOTTA ALLE MAFIE
C’è sicuramente un’emergenza che riguarda la presenza dello Stato sui territori.
Siamo particolarmente preoccupati per la situazione esistente nel Basso Lazio, laddove c’è una massiccia e sempre più penetrante presenza delle mafie – e particolarmente della camorra – che sono riuscite ad inquinare, a causa dell’inadeguatezza dell’azione di contrasto, perfino parte degli ambienti politici ed istituzionali.
Dai dati in nostro possesso, che hanno ovviamente bisogno di riscontri la cui incombenza non tocca a noi, rileviamo che la presenza e le attività dei camorristi e dei loro sodali diventa sempre più invasiva e massiccia.
Dopo le decisioni assunte dal Governo centrale in materia di soppressione di taluni tribunali e Procure, dobbiamo rilevare che gli unici presidi rimasti in essere nel Basso Lazio sono quelli di Cassino.
Bene; questi da ora in avanti dovranno assolvere al ruolo di contenimento dell’avanzata della camorra verso il centro ed il nord del Paese, così come è stato ammesso dagli stessi organi governativi che ne hanno decretato il mantenimento.
Va da sè che bisogna ora passare dalle parole ai fatti perché se la situazione dovesse restare qual’è quella attuale sarebbe stata solo una burla.
E questo non possiamo permetterlo, stante l’aggravarsi continuo del “problema mafie”.
iL Tribunale e, soprattutto, la Procura della Repubblica di Cassino DEBBONO diventare un caposaldo effettivo dello Stato-Stato nella… “provincia di Casale” come l’hanno definita Carmine Schiavone e, con lui, l’intero clan dei Casalesi.
Questo comporta un rafforzamento di entrambe le strutture con magistrati esperti in materia di reati di mafia ed una loro responsabilizzazione con l’istituto della delega prevista in materia di reati associativi di stampo mafioso.
Se il Governo non ha soppresso le due strutture della Città martire perché si trovano in terra di mafie, queste DEBBONO assolvere al ruolo che è stato riconosciuto ad esse.
E questo noi DOBBIAMO PRETENDERLO ed aprire una sorta di vertenza con gli organismi centrali competenti: Ministero, CSM, Procura Generale.
Dovremo, appena dopo il Convegno di Formia del 12 ottobre, cominciare a chiedere il rafforzamento dei tre presidi di polizia con una ventina di unità cadauno, oltre a quello del Tribunale e della Procura della Repubblica, dove occorrono magistrati esperti in materia di reati associativi di stampo mafioso, come pure dovremo insistere perché la Procura della
Repubblica locale venga delegata ad indagare per quanto riguarda questi reati.
Ci rivolgiamo, pertanto, a TUTTI GLI AMICI, iscritti e simpatizzanti, perché ci aiutino a redigere un dossier che ci consenta di affrontare l’argomento ai livelli centrali.