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Tribunale di Napoli, tra gli atti distrutti dai 2 dipendenti infedeli anche quelli sui boss Imperiale e Fucito

Tribunale di Napoli, tra gli atti distrutti dai 2 dipendenti infedeli anche quelli sui boss Imperiale e Fucito

Di redazione

14 Aprile 2022

Mandava al macero ordinanze, decreti di intercettazione, sentenze, fatture, avvisi, richieste e impugnazioni di sentenze non per soldi (come riportato in precedenza) ma per sottrarsi al lavoro, Maria Rosaria Orefice, quasi 57 anni, funzionario giudiziario “pro tempore” della IV sezione Penale della Corte di Appello di Napoli per il quale il gip di Napoli Fabio Provvisier ha disposto oggi gli arresti domiciliari. Alla donna gli inquirenti contestano la soppressione e distruzione di atti, corruzione, peculato, accesso abusivo ad un sistema informatico e truffa in danno dell’Amministrazione.  In più occasioni la funzionaria manifesta a terzi, scrive il gip,“preoccupazione sia per la mole di lavoro in capo al suo ufficio – a suo dire eccessivamente elevata – sia per la circostanza che alcuni fascicoli risulterebbero smarriti”, peraltro, “…con il silenzio di altri appartenenti all’amministrazione giudiziaria…”. Non solo.

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, coordinati dal generale Domenico Napolitano, per raccogliere prove e, contestualmente, evitare che questa imponente mole di fascicoli finisse al macero, nottetempo si recavano nel Palazzo di Giustizia per “salvare” gli atti fotografandoli. In un passaggio dell’ordinanza emerge addirittura il disappunto di un addetto alle pulizie che si lamenta, mentre svuota il contenitore della carta posto nell’ufficio della Orefice, della quantità di carta cestinata.

Tra gli atti salvati dalla Guardia di Finanza, figurano anche delle integrazioni a un procedimento riguardante il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, arrestato la scorsa estate e recentemente trasferito a Napoli dalle autorità di Dubai, e documentazione su Pasquale Fucito, alias ‘o Marziano, narcotrafficante del Parco Verde di Caivano (Napoli).

Soldi, regali, bottiglie di vino pregiate in cambio di documenti riservati, pagine di fascicoli o di atti consegnati agli avvocati senza che ottemperassero al pagamento dei diritti di cancelleria e delle marche da bollo. Ci sono incappati quasi per caso i militari delle Fiamme Gialle che, durante l’indagine sulla 57enne Maria Rosaria Orefice, finita ai domiciliari, si sono accorti che al Tribunale di Napoli c’era odore di corruzione. I finanzieri hanno scoperto che c’era un dipendente della Corte d’Appello che si faceva corrompere per passare le carte. Così il gip Fabio Provissier ha emesso un’ordinanza a carico del 64enne Gennaro De Maio – l’assistente giudiziario accusato di corruzione, accesso abusivo a un sistema informatico e truffa in danno dell’amministrazione – finito ai domiciliari.

Una vicenda che durava da tempo, la funzionaria mandava al macero ordinanzedecreti di intercettazionesentenze, fatture, avvisi, richieste e impugnazioni di sentenze per non doversi occupare delle pratiche. In più occasioni, la funzionaria aveva manifestato ad altre persone, scrive il gip di Napoli, Fabio Provvisier, che oggi ha disposto gli arresti domiciliari per la 57enne, “preoccupazione sia per la mole di lavoro in capo al suo ufficio – a suo dire eccessivamente elevata – sia per la circostanza che alcuni fascicoli risulterebbero smarriti”, peraltro, “con il silenzio di altri appartenenti all’amministrazione giudiziaria”.

Non solo. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, coordinati dal generale Domenico Napolitano, per raccogliere prove e, contestualmente, evitare che questa imponente mole di fascicoli finisse al macero, nottetempo si recavano nel Palazzo di Giustizia per “salvare” gli atti fotografandoli. In un passaggio dell’ordinanza, emerge addirittura il disappunto di un addetto alle pulizie che si lamenta, mentre svuota il contenitore della carta posto nell’ufficio della Orefice, della quantità di carta cestinata.

Fonte:https://internapoli.it/tribunale-di-napoli-tra-gli-atti-distrutti-dai-2-dipendenti-infedeli-anche-quelli-sui-boss-imperiale-e-fucito/