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Tremonti: il Paese ha tenuto ma non tagliamo le tasse

Conferenza di fine anno per il Ministro dell’Economia: esclude un taglio dell’irpef e dell’irap con i provvedimenti di gennaio prossimo. Sull’attesa proroga degli incentivi auto “aspettiamo l’Europa, come è sempre stato”. Lo scudo-ter chiusosi il 15 dicembre ha riguardato operazioni che “hanno superato gli 80 miliardi” (quindi il gettito è di oltre 4 miliardi). Ma i dati ufficiali ancora non sono disponibili, così come non è possibile stimare ora quanti capitali siano stati effettivamente rimpatriati e quanti soltanto regolarizzati. Critiche da Fassina (Pd), Donadi (IdV) e Ferrero (federazione della sinistra)

Durante la crisi “l’Italia ha dimostrato una forte tenuta. Sappiamo che ci sono situazioni, famiglie in difficoltà, ma il sistema nel suo complesso ha tenuto, tiene e terrà”. Il Ministro dell’economia, Giulio Tremonti, esordisce così nella conferenza stampa di fine anno, a cui ha voluto dare una veste speciale. Al suo fianco siedono il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, il vice ministro Giuseppe Vegas, il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, il ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio. “Il Presidente del Consiglio avrebbe voluto essere qua – dice Bonaiuti – per la grande importanza che attribuisce alla finanziaria. Ma questo non è potuto accadere per le circostanze che tutti conoscono”.
Tremonti avvia l’incontro stampa parlando dunque della crisi, riconoscendo il merito “degli imprenditori, delle famiglie, dei comuni, dei cittadini” che hanno saputo affrontarla con i sacrifici che ha richiesto e aggiunge: “il governo ha fiducia negli italiani e gli italiani hanno ragione di avere fiducia nel governo”.

Ma i temi che interessano sono altri, i risultati dello scudo fiscale, la riforma fiscale. Tremonti esclude un taglio dell’irpef e dell’irap ora, con i provvedimenti di gennaio prossimo. Sull’attesa proroga degli incentivi auto “aspettiamo l’Europa, come è sempre stato”. Lo scudo-ter chiusosi il 15 dicembre ha riguardato operazioni che “hanno superato gli 80 miliardi” (quindi il gettito è di oltre 4 miliardi).
Ma i dati ufficiali ancora non sono disponibili, così come non è possibile stimare ora quanti capitali siano stati effettivamente rimpatriati e quanti soltanto regolarizzati. “La proroga è stata necessaria – precisa Tremonti – perché l’accumulo di rimpatri alla fine andava oltre la capacità degli operatori di smaltire le domande e avevamo una quantità crescente di capitali in rimpatrio che non trovava risposta”. Quanto al rapporto con la Svizzera “siamo disponibili a discutere, ma la posizione dell’Italia è la stessa della Francia e degli altri Paesi europei: discutiamo ma è chiaro che non ci deve essere il segreto bancario”.
Tremonti sollecita poi “una riflessione”.
“Lugano – ricorda – è la decima piazza finanziaria nel mondo. Questo vuole dire c’è un grande risparmio, ed anche un grande risparmio di imposta”. Poi un riferimento alle dichiarazioni del presidente svizzero, Hans Rudolph Merz.
“Ha detto che io chiedevo ‘money’. Ma io ho detto: ‘I want my money back’ che è un po’ diverso”.

Sulla riforma fiscale Tremonti sostiene che sia “fondamentale” e che bisogna iniziare a parlarne anche se i tempi di realizzazione non saranno immediati. “Avvieremo una discussione seria a livello tecnico e con i sindacati, imprenditori, il mondo del commercio e dell’artigianato”.
Saranno “favorite” le famiglie con figli e “sfavoriti” la speculazione e il consumo dell’ambiente. Ma per ora non ci sono spazi per tagli delle tasse anche perché la crisi, che ha fatto aumentare il debito “ha portato una tassa di 10-15 miliardi in termini di maggiore spesa per interessi”. E’ escluso, quindi, spiega Tremonti, un avvio di riduzione dell’irpef e dell’irap con i provvedimenti di gennaio anche perché “le spese sociali non si possono tagliare” e ridurre le tasse significherebbe aumentare il disavanzo. “Si può aggiungere ancora deficit? Quello che abbiamo basta e avanza. Un eventuale ulteriore aumento andrebbe a danno della povera gente”.

Nessun accenno da Tremonti a come verranno utilizzate le ulteriori risorse della proroga dello scudo fiscale al 30 aprile 2010. “Abbiamo un deficit di immaginazione” si limita a rispondere.
La finanziaria vecchio stile è stata ormai archiviata, dal prossimo anno arriva la legge di stabilità. La manovra per il 2010, ricorda il ministro, è di 9 miliardi di euro, circa la metà derivano da spostamenti di risorse all’interno del bilancio mentre per l’altra parte sono state principalmente utilizzati i soldi dello scudo per “finalità nobili”, come il 5×1000, l’università, la ricerca.

Le critiche per i 100 milioni destinati alle opere sul territorio? “Non mi pare che questo debba essere motivo di indignazione. E’ un elemento di democrazia. E’ curioso che le critiche giungano da coloro che chiedono collegi uninominali”.
Un’ora e mezza di conferenza stampa e al termine un brindisi con spumante italiano, panettone e pandoro.

Ma c’è poco da festeggiare. Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria del Pd taglia corto: da Tremonti solo “minimalismo corporativo”.
“L’Italia finora ha tenuto nella fase di crisi, nonostante la politica economica del governo Berlusconi. Gli interventi realizzati con un decreto anti-crisi al mese, oltre che con due leggi finanziarie, hanno continuato a spostare risorse da un capitolo all’altro senza aiutare l’economia reale”, spiega Stefano Fassina.
“Il ministro Tremonti ha insistito a conservare obiettivi di finanza pubblica definiti a giugno 2008 in previsione di un biennio di crescita dell’1,5%, quando in realtà il Pil crollava di 6 punti percentuali – aggiunge -. Una politica economica alternativa era ed è possibile nel pieno rispetto dei vincoli ineludibili di finanza pubblica: si sarebbe dovuto guardare al deficit strutturale, avviare subito fondamentali riforme e finanziare misure una tantum per attenuare gli effetti della crisi su imprese e lavoratori. Invece, il minimalismo corporativo del governo ha lasciato oltre 250.000 disoccupati senza alcun sostegno al reddito e centinaia di migliaia di imprese senza supporto per l’accesso al credito – sottolinea Fassina -. Una politica economica più consapevole e meno vincolata da interessi corporativi ostili alle riforme avrebbe salvato parti importanti del nostro tessuto produttivo e contribuito a migliorare la crescita potenziale, variabile decisiva per la sostenibilità di finanza pubblica. Si deve cambiare rotta perché il 2010 in termini economici e sociali sarà peggiore del 2009. Il ministro si confronti in Parlamento sulla politica economica necessaria all’Italia”.

Critiche anche dall’Italia dei Valori. “Tremonti ha poco da gioire sullo scudo fiscale. La verità è che lo Stato ha perso quaranta miliardi di tasse non entrate. Lo scudo fiscale è stato il più bel regalo di Natale alla mafia dei colletti bianchi ed una grande sconfitta per lo Stato, per la legalità e per tutti i cittadini onesti di questo Paese”, afferma il capogruppo alla Camera Massimo Donadi.

Per Paolo Ferrero, coordinatore de la Federazione della sinistra, il ministro dell’Economia parla di 80 miliardi come introiti derivanti dallo scudo fiscale, “ma in realtà le coperture che serviranno a implementare la Finanziaria non superano i 4 miliardi di euro, per quanto riguarda i proventi derivanti dallo scudo fiscale che verranno messi a regime nel bilancio dello Stato. Tremonti e il governo si guardano però bene dal dire la verità, e cioè che hanno regalato tra i 30 e i 40 miliardi agli evasori fiscali sotto forma di tasse non entrate e mancati introiti per lo Stato. Alla faccia dei milioni di lavoratori e pensionati che pagano tutte le tasse che devono con le trattenute Irpef sulla busta paga. Per loro il governo non fa nulla”.
Critiche condivise in toto da Pino Sgobio, dell’ufficio politico del Pdci: “Dal ministro Tremonti un brindisi di bugie e promesse”.
“L’Italia ha tenuto? La crisi- continua Sgobio- ha prodotto e produce vere e proprie tragedie sociali. Basta guardare sui tetti delle aziende in crisi occupate dai lavoratori per accorgersi che ciò che sostiene Tremonti è solo fumo. Altro che fiducia! Inoltre, gioire per gli introiti dello scudo fiscale è fare l’elogio dell’illegalità”.
L’esponente dei comunisti conclude: “Da dove vengono quei soldi? Sulla riforma del fisco, infine, siamo all’annuncio dell’annuncio, della serie: ‘Promettere non costa niente’. E poi: a vantaggio di chi? Un po’ di serietà da parte di chi decide l’economia del Paese, almeno a fine anno, non guasterebbe”.

(Tratto da Aprile Online)