GUERRA DI CAMORRA – LE INDAGINI
Tre sparatorie in 72 ore per il controllo dello spaccio: ecco chi sta terrorizzando l’area flegrea
Le cosche sono in guerra per il controllo del narcotraffico: case popolari trasformate in bunker
di REDAZIONE
Mercoledì 8 Giugno 2016
Come quello di Giuseppe Perna, assassinato davanti a un circolo ricreativo. O Stefano Adamo, trucidato mentre fa ritorno a casa. È una strategia del terrore quella applicata dai boss emergenti, fatta di agguati a colpi di mitra contro le palazzine popolari trasformate in bunker dello spaccio. Sullo sfondo alleanze con gruppi malavitosi dell’area a nord di Napoli, accordi basati sulla necessità di rifornire di droga le «piazze» e – in caso di faide – avere una copertura in termini di uomini. Di «soldati». Ma la periferia flegrea è oggi anche il campo di battaglia di un uomo che cerca vendetta. Che con la forza intimidatoria delle pistole vuole riaffermare la sovranità del suo clan. «Irreperibile». È questa la dicitura presente sulla nota di rintraccio che vede come destinatario un pericoloso boss della malavita flegrea: Felice D’Ausilio. Il pregiudicato, conosciuto negli ambienti di strada con il soprannome di Feliciello, è evaso dal carcere di Nuchis in Sardegna in cui era detenuto. Felice D’Ausilio è latitante da quasi un mese, da quando – dopo un permesso premio a Napoli – non ha più fatto rientro nel penitenziario della Gallura. Potrebbe esserci lui, secondo indiscrezioni delle forze dell’ordine, dietro gli ultimi raid a colpi d’arma da fuoco al Rione Traiano. Tre le sparatorie registrate in meno di 72 ore. Una di queste ha fatto contare anche un ferito. Si tratta di un pusher di 42 anni centrato da due pallottole esplose da un commando di killer in via Romolo e Remo.
di Giancarlo Palombi, Metropolis