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Traffico illecito di rifiuti.CAMPOBASSO-VENAFRO.

CAMPOBASSO-VENAFRO. (Fonte PRIMO PIANO). Traffico illecito di rifiuti. Aggravato dal favoreggiamento di associazione mafiosa. Sarebbero questi i capi di imputazione principali per i quali sta procedendo la Dda di Campobasso. L’inchiesta è scattata a seguito della segnalazione da parte dell’associazione «Caponnetto» sui fatti – tra gli altri – del fermo di un camion carico di ceneri avvenuto a fine 2016 nel territorio di Venafro. A quanto pare si tratterebbe di un procedimento stralcio attivato dalla Direzione distrettuale antimafia rispetto a quello che invece è in capo alla Procura di Isernia e che tratta delle analisi sulle ceneri trasportate. Ovviamente nessuno parla, le bocche sono cucite ma pare si stia indagando contro ignoti al momento. Ciò è quanto è stato possibile apprendere a seguito dell’esposto prodotto alla Dda dall’Associazione nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie «Antonino Caponnetto». Il “comitato antimafia” presieduto dal segretario generale Elvio Di Cesare aveva inviato un esposto-denuncia per «accertare la sussistenza di un presunto traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi legati a residui di incenerimento tramite combustione – Ipotesi di reato rientranti nella tipologia prevista dalla Legge 13 agosto 2010 numero 136 di competenza delle Dda». L’associazione «Caponnetto» nell’esposto aveva allegato pure le dichiarazioni dell’oncologo Antonio Marfella rilasciate a Il Fatto Quotidiano «a proposto delle ceneri prodotto dalla combustione dell’inceneritore di Acerra (Na): si ritiene che bisogna fare la medesima proporzione per le ceneri dell’inceneritore di Pozzilli, cioè calcolare la quantità tra rifiuti bruciati e ceneri prodotte (rifiuti speciali e rifiuti pericolosi da smaltire in discarica)». Infatti, si legge ancora nell’esposto, «è proprio su queste tipologie di ceneri – pericolose e non pericolose – quale risultato finale dell’incenerimento questa associazione ritiene che debbono essere svolte approfondite indagini tecnico scientifiche, per verificare se la quantità finale delle ceneri dichiarate da Herambiente sia in linea con le quantità evidenziate in altri inceneritori da specifici studi tecnici di settore, oltre a verificare se risultano smaltiti correttamente». Il segretario generale Di Cesare aveva indicato altresì quale «utile per le indagini che si andranno e/o che si stanno svolgendo allegare anche l’interrogazione dell’onorevole Cristian Iannuzzi ed altri che tratta (tra le altre, ndr) la vicenda dell’inceneritore di Pozzilli» e che, alla fine, chiede al governo «quali iniziative si intendano adottare per il contrasto ai conflitti di interesse ed alle ecomafie, con particolare riguardo al ciclo illegale dei rifiuti e alla consolidata presenza di infiltrazioni mafiose nelle imprese implicate nel traffico illegale dei rifiuti». Alla richiesta di svolgere «le opportune indagini su quanto evidenziato richiedendo di essere avvisati in caso di archiviazione», la Direzione distrettuale antimafia di Campobasso avrebbe quindi replicato con una richiesta di proroga delle indagini, al momento contro ignoti, appunto (tra le altre ipotesi) per traffico illecito di rifiuti con l’aggravante del favoreggiamento di associazione mafiosa. Ovviamente si tratta ancora di indagini, peraltro contro ignoti, ma questo sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine – in questo caso la Dda – nel controllo del territorio a difesa di fenomeni criminosi e allarmanti dal punto di vista ambientale e sociale.