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Traffico di rifiuti, imprenditore condannato in appello fa incetta di appalti: “Paradosso di legge”

Il Fatto Quotidiano, Domenica 13 marzo 2016

Traffico di rifiuti, imprenditore condannato in appello fa incetta di appalti: “Paradosso di legge”

Giovanni Pellini, socio dell’Atr di Acerra, per i giudici d’appello è colpevole di disastro ambientale per aver movimentato “monnezza” di ogni genere nella città campana. Eppure l’azienda ssi è appena aggiudicate diverse gare, ultima quella del Comune di Bari per l’amianto. L’assessore: “Tutto regolare, ma normativa è troppo formale”. Interviene l’Anac

di Nello Trocchia

Non solo Napoli, l’impresa riconducibile ai fratelli Pellini, imprenditori condannati per traffico illecito di rifiuti, vince appalti ovunque. Il caso esplode a fine febbraio quando l’azienda Atr srl di Acerra si aggiudica la gara, indetta dal Comune di Napoli per lo smaltimento e la bonifica dell’amianto. Il vicesindaco di Napoli Raffaele Del Giudice ha rassicurato i comitati che avevano protestato: “L’aggiudicazione è con riserva, abbiamo stoppato tutto”.

Dopo gli articoli l’Autorità nazionale anticorruzione ha avviato un’attività di vigilanza coinvolgendo la sezione anticorruzione della Guardia di Finanza. L’obiettivo è capire il ruolo svolto e il peso del soggetto condannato all’interno dell’impresa. L’impresa risulta nell’albo gestori e non c’è alcuna legge perché venga esclusa dalle gare. Tra i proprietari dell’azienda, socio al 20%, figura Giovanni Pellini, condannato in secondo grado per traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale a 7 anni di reclusione. Giovanni Pellini, insieme ai fratelli Cuono e Salvatore, quest’ultimo ex maresciallo dei carabinieri, sono accusati di aver provocato un disastro ambientale nel territorio di Acerra, in provincia di Napoli, movimentando e scaricando illegalmente tonnellate di pattume di ogni genere.

Ma proprio in questi giorni l’Atr sbarca anche a Bari dove il Comune ha aggiudicato lavori per 3 milioni di euro. L’impresa dei Pellini si deve occupare del trasporto e dello smaltimento di manufatti in cemento amianto tipo eternit nelle scuole. Si tratta di un contratto tipo accordo quadro che prevede la sostituzione dei manufatti con strutture di materiale diverso. L’importo dei lavori ammonta a 150mila euro. L’assessore ai lavori pubblici del comune di Bari Giuseppe Galasso spiega: “La società si è aggiudicata una gara aperta nella quale hanno concorso una ventina di imprese. Tutto è stato fatto rispettando la legge. Siamo al paradosso di una normativa che eccede in formalismi, ma consente casi del genere”.

La sentenza di secondo grado a carico dei Pellini è arrivata lo scorso anno, ma loro continuano tranquillamente a lavorare, in attesa della Cassazione. L’Atr fa incetta di lavori anche con altri enti. Nell’ottobre 2014, in quel caso la condanna era di primo grado, l’azienda dei Pellini si è aggiudicata un appalto con il Ministero della difesa, aeronautica militare, per la rimozione di cassoni e canne fumarie. Nel 2015, invece, la professionalità della ditta acerrana è stata messa a disposizione dell’Arpa Basilicata per la manutenzione della rete piezometrica in Val Basento. Anche in questo ultimo caso tutto secondo legge. L’Atr, insomma, è azienda leader nel settore nonostante la condanna di secondo grado per il suo socio Giovanni Pellini. I giudici d’appello negando le attenuanti generiche hanno descritto così l’attività dei Pellini: “La condotta si connota di particolare gravità, tenuto conto della professionalità serbata nell’azione criminosa e del grave allarme sociale che promana dal fatto”.

twitter @nellotro

 

 

NOTA ASSOCIAZIONE CAPONNETTO.

 

C’è anche  l’obbligo  per i Prefetti,in materia di prevenzione antimafia,di emettere interdittive a carico dei soggetti che risultano gravati da condanne o comunque chiacchierati.Perché i Prefetti non hanno ottemperato a questo obbligo di legge?????