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Torre Annunziata, legami con i clan: 30 dipendenti nel mirino dei pm

Torre Annunziata, legami con i clan: 30 dipendenti nel mirino dei pm

Giovanna Salvati

Trenta dipendenti comunali ritenuti vicini alla criminalità organizzata o con precedenti penali. E’ uno dei dati choc che emergono dalla relazione della commissione d’accesso che ha portato allo scioglimento del Comune di Torre Annunziata. «Adesso vogliamo tutta la verità sulla gestione del Comune di Torre Annunziata. S’indaghi su dirigenti e dipendenti. Il principio della rotazione è indispensabile per evitare che si instaurino centri di potere e si alimenti la corruzione. Non è la sete di vendetta ma di giustizia verso i poveri della nostra città». A dirlo è don Ciro Cozzolino, il parroco rappresentante di Libera in città. Parole pronunciate dopo la notizia (pubblicata ieri da Metropolis) di alcuni dipendenti che avrebbero fatto sparire gli atti richiesti dalla commissione d’accesso. Un retroscena inquietante venuto fuori tra le motivazioni dello scioglimento. L’ultimo atto di una catena di scandali e inchieste giudiziarie che hanno fatto luce – dal 2020 – sui torbidi intrecci tra criminalità, politica e pezzi della macchina comunale. Intrecci frutto, sostengono gli 007, anche di un sistema radicato all’interno degli uffici del municipio. Nei 6 mesi di indagine, infatti, la commissione d’accesso ha chiesto più volte, senza successo, di poter acquisire documenti in grado di svelare i retroscena della gestione degli appalti (uno dei nodi cruciali anche per l’inchiesta dell’Antimafia sugli intrecci tra clan e politica). Appalti sui quali pesavano le ombre sollevate sul Comune dall’arresto, per corruzione, dell’ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale. Buona parte dei documenti richiesti non sono, però, mai stati prodotti dai dipendenti. Una dato che ha evidenziato come nel palazzo comunale esistesse – secondo gli 007 inviati dal Prefetto di Napoli – un modus operandi che ha prodotto numerose illegittimità amministrative e non solo. Nella relazione si contano decine di delibere e determine mancanti, atti mai pubblicati sull’albo pretorio e mai presentati ai commissari e agli inquirenti. Il tutto nonostante le continue richieste e i solleciti. Un atteggiamento che serviva ad alcuni dipendenti, secondo gli inquirenti, a prendere tempo o in alcuni casi a decidere di eliminare completamente quei documenti indispensabili. Nella stessa relazione viene riportato come una parte degli impiegati comunali, se ne contano almeno 30, siano imparentati con i clan della città e come molti siano stati anche sottoposti a procedimenti penali. Nella relazione infatti viene accertato che la maggior parte dei lavoratori in servizio alla Prima Vera, la ditta che si occupa della raccolta rifiuti in città, hanno «vincoli di parentela o di frequentazione con gli esponenti appartenenti alla locale criminalità organizzata». Vicende oggetto di approfondimenti anche da parte dei pm.

Fonte:https://www.metropolisweb.it/2022/05/29/torre-annunziata-legami-clan-30-dipendenti-nel-mirino-dei-pm/