Cerca

The king of narcos’, il marchio di fabbrica del clan tatuato sulla pelle

The king of narcos’, il marchio di fabbrica del clan tatuato sulla pelle

‘The king of narcos’, il marchio di fabbrica del clan tatuato sulla pelle
Dei 23 destinatari del provvedimento restrittivo, quattro erano già in carcere

di REDAZIONE

TORRE DEL GRECO. Nel corso di indagini coordinate dalla D.d.a. i militari dell’arma hanno accertato che le piazze di spaccio di Torre del Greco venivano rifornite dal clan Falanga, che a sua volta che si approvvigionava nell’hinterland napoletano. Emersa l’esistenza di accordi tra il clan “Falanga” e gli “Ascione Papale”, questi ultimi radicati a Ercolano ma con ramificazioni a Torre del Greco, per spartirsi gli affari illeciti nel territorio della città torrese. Tra gli episodi contestati agli indagati, anche la richiesta di ‘pizzo’ a una società napoletana di videolottery. Dei 23 destinatari del provvedimento restrittivo, quattro erano già in carcere. Nello specifico Garofalo Maurizio, elemento apicale del Clan Falanga, costringeva, con l’interposizione di due affiliati al sodalizio, il titolare della citata società a versare al clan la somma di euro 500 mensili. L’attività investigativa aveva già portato all’arresto di quattro persone in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed al sequestro di circa 2, 3 kg di hashish e 800 g. di marijuana.

Un tatuaggio sul braccio per essere marchiato a vita come il “re deglispacciatori”, per auto eleggersi a nuovo padrone di Torre del Greco. Si perché a Maurizio Garofalo, in arte ‘o pullier, la “semplice” etichetta di boss cucitagli addosso dall’Antimafia andava stretta. Il capoclan di via Agostinella – ritenuto la figura chiave dell’inchiestache ieri ha messo in ginocchio i clan Falanga e Papale – volevamo strare a tutti il suo potere, rinnovando – sulla sua pelle – quella che per la camorra di Torre del Greco è da sempre una tradizione: il tatuaggio, appunto. Un vizio raccontato in un’intercettazione telefonica posta a corredo della mastodontica inchiesta messa in piedi dai carabinieri di Torre del Greco. Siamo nel marzo 2014. Garofalo è ai domiciliari, ma nonostante gli arresti comanda tutti nella città del corallo. Dai pusher agli esattori passando per netturbini e tatuatori. Al punto che è proprio ‘o pullier a contattare un’artista della zona per un’incisione a domicilio.

Il testo che Garofalo sogna di vedere scolpito a fuoco sul suo braccio è tutto un programma: “The king of narcos”. Cioè il “re dei narcos”.

11/10/2016

fonte:www.internapoli.it