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Testo intercettazioni al Senato, forse già oggi la fiducia. Attacco alla Giustizia ed all’informazione

Ddl blindato dopo l’accordo di ieri mattina

Un labirinto in cui si perdono anche gli stessi senatori, blindato ‘ad arte’ per rilanciare l’immagine di compattezza del Pdl, partito che con l’ufficio di presidenza di ieri mattina ha ritrovato l’unità su un ddl intercettazioni che forse già oggi potrebbe vedere il suggello del voto di fiducia in Senato, preludio di un’approvazione lampo anche alla Camera. Tutto ha avuto inizio ieri mattina a palazzo Grazioli, quando i vertici del partito hanno ‘trovato la quadra’ su una serie di emendamenti presentati dal relatore a palazzo Madama, Roberto Centaro. Tredici proposte di modifica in tutto, che hanno fatto dire a Gianfranco Fini che “il testo ora è garanzia di legalità”. Così com’è, però, il ddl piace molto poco a Silvio Berlusconi, che per questo si è astenuto dalla votazione, con la scusa che “il ddl, così com’è, non rispetta in toto il patto con gli elettori e il programma elettorale”. Risolto il problema dell’accordo interno, riflettori puntati su palazzo Madama. Il relatore Centaro ha presentato un nuovo pacchetto di modifiche per l’Aula, frutto della riunione di ieri mattina. Obiettivo, modificare il ddl soprattutto le norme sulla proroga degli ascolti, la pubblicazione degli atti sui giornali e le pene per gli editori, oltre alla norma transitoria. In base al nuovo testo, terminati i 75 giorni di durata massima delle intercettazioni telefoniche, il pm potrà chiedere una proroga di tre giorni in tre giorni se riscontri il rischio che si stia per compiere un nuovo reato o se si tratti di una prova fondamentale. Inoltre, viene fissato in 3 giorni (prorogabili di tre in tre) la durata delle intercettazioni ambientali. Ancora, restano le pene per gli editori, che dovranno pagare fino a oltre 450.000 euro nel caso pubblichino intercettazioni espunte dal processo o giudicate irrilevanti per il procedimento. Infine, la norma transitoria: subito in vigore le sanzioni per giornalisti ed editori, un anno di tempo per applicare la norma che prevede l’ok a intercettare da parte del giudice collegiale e non più del Gip, 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta per tutte le altre norme, che però non si applicano alle inchieste in corso.

(Tratto da Virgilio Notizie)