Chi ostacola l’infiltrazione nei lavori per affari milionari «a da fare in tu culu» (noblesse oblige)
Cari lettori, dalla scorsa settimana sto trattando dell’operazione San Michele con la quale la Dda di Torino (indagine condotta dai pm Roberto Sparagna e Antonio Smeriglio) con il supporto dei Ros dei Carabinieri ha smantellato una presunta cellula di ‘ndrangheta piemontese che operava sull’asse con San Mauro Marchesato (Crotone) e che voleva tra le altre cose, secondo le accuse e la ricostruzione, “papparsi” alcuni lavori della Tav. Mica tutti, alcuni ma sostanziosi.
La domanda che tutti potrebbero lecitamente farsi è la seguente: ma quanto si può guadagnare dai lavori della Tav?
E’ ovvio che non esiste una risposta univoca (dipende dalla gara d’appalto e dalle conseguenti ricadute su subappaltatori) ma una prima e comunque consistente risposta la troviamo nel colloquio tra due indagati della presunta associazione che avrebbe voluto lucrare sui lavori.
Il dialogo che vi propongo è tra un indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per il quale gli inquirenti, pur non considerandolo affiliato alla ‘ndrangheta dipingono per lui un ruolo strategico e indispensabile per l’infiltrazione nell’economia piemontese e nei lavori pubblici e un indagato che farebbe parte del “gruppo”. Ebbene in questo dialogo, riferendosi alla possibilità di acquistare nel tempo una cava, il primo dice al secondo: «se arriva la Tav e guadagniamo 3- 4 milioni di euro al mese e fatturiamo l’ira di Dio».
Certo è che i lavori devono apparire assai appetitosi. Leggetevi questo altro illuminante dialogo che sembra tratto da un comizio di Cetto Laqualunque, relativo al fatto che nessuno, soprattutto chi aveva già fatto affari, poteva ostacolare l’inserimento del sodalizio nei lavori della Tav: «è dentro con tutte le scarpe… // non può… non può’… starci dentro… perché… per questioni di di fallimento… di ditte… di (ine) // era la colpa di… aveva comp… era tutto di… // ehhhhhh problemi suoi!… intanto però per complicare la vita agli altri… la salute… ce l’ha!… //a da fare in tu culu… omissis (ndr)… perché… lì i soldi lui se li è fatti… si è comprato 4 o 5 case… pure belle!… attico a Rivoli… e Porco (bestemmia, ndr) alle Cinque Terre… e ad Alassio un’altra casa… e in montagna ad Ulzio un’altra casa… io arrivo lì investo tutto e non mi posso… e non posso farmi 3 o 4 anni di Alta Velocità? // va a fare in tu culu iddu e omissis (ndr) pure!!! //il nostro dovere! c’è da pagare un affìtto… Gregò… lo pago… c’è da pagare… lo pago… voglio lavorare in grazia di Dio… e no che ogni 5 minuti mi arriva l’avvocato «”te ne devi andare… te ne devi andare… te ne devi andare” ».
E già, loro nei lavori dovevano entrarci a tutti i costi, come si legge in quest’altra intercettazione: «noi dobbiamo stare lì perché è lì dentro che nei prossimi 10 anni arrivano 200.000.000 di euro di lavoro… ».
L’italiano è quello che è ma il concetto è chiarissimo…
Per ora mi fermo qui ma torno presto.
r. galullo@ilsole24ore. com