Summit di camorra durante i festini con cantanti neomelodici in casa di insospettabili
Le serate erano organizzate dai capiclan Lo Russo: ai party presero parte anche esponenti dei Cimmino e dei Bosti
di REDAZIONE
Per le pressioni sull’incensurato in relazione all’uso di un appartamento privato e altri “favori”, la Procura (fermo restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva) contesta i reati di violenza privata e tentata estorsione a Mario Lo Russo, Giulio De Angioletti, Riccardo Lama e Antonio Festa, questi ultimi due colletti bianchi coinvolti nell’inchiesta sui rapporti tra il clan di Miano e la società “Kuadra” con sede napoletana in via Diocleziano. Luogo in cui i poliziotti della sezione P.A. della squadra mobile della questura hanno piazzato una microspia che ha sortito i frutti sperati.
L’incensurato vessato da Giulio De Angioletti, dopo il litigio con il parente e prima di mettere nero su bianco con la polizia, scrisse due memoriali trovati e sequestrati dagli investigatori nel corso di un controllo nell’autoparco del Cardarelli, dove lavora C.F., incensurato. Ecco alcuni passaggi del testo di uno di essi, redatto presumibilmente per lasciare una traccia nel caso gli fosse capitato qualcosa in futuro. “Oggi, 4 agosto 2014, ho aggredito il signor Giulio De Angioletti, il quale è a pieno titolo un esponente di primo livello del clan Lo Russo di Miano. L’aggressione è stata provocata da mesi e mesi di continue vessazioni e minacce. Da premettere che tra me e De Angioletti Giulio corrono vincoli di parentela e che il sottoscritto precedentemente non ha mai avuto rapporti con la malavita. Il De Angioletti Giulio. minacciandomi, ha usato la mia casa per ricevere in un summit camorristico il sig. Mario Lo Russo, il sig. Cimmino e altri uomini pregiudicati tra cui Enzo Lo Russo detto “O’ Signor”, capi del clan Contini tra cui Bosti “O’ Russo”.
In un’occasione particolare Mario Lo Russo, accompagnato da Giulio De Angioletti, aveva trasportato a casa mia e a mia insaputa 23 chili di droga divisa in tre chili; cocaina in panetti da un chilo e il restante in erba in buste di plastica da un chilo ciascuna. Impaurito e minacciato ho cercato di esprimere il mio disappunto ma loro hanno minacciato me e i miei familiari che, inconsapevoli come il sottoscritto, hanno dovuto subire violenze psicologiche”.
IL ROMA
fonte:www.internapoli.it