Sud pontino, sequestro di 200mila euro a un componente del clan La Torre.Un’ ennesima prova di quanto sia inquinato il sud pontino e di quanto sia stata e sia inadeguata l’azione di contrasto da parte degli organismi di quel territorio..Noi dell’Associazione Caponnetto,per denunciare da sempre questa situazione,veniamo ingiustamente accusati di voler delegittimare le istituzioni pontine dichiarandole responsabili di non aver fatto a sufficienza il loro dovere per mettere fine ad una vera e propria occupazione del territorio da parte delle varie mafie.Un’accusa,quella che ci viene rivolta ,ingiusta e che restituiamo sdegnosamente al mittente in quanto mai nessuno potrà eguagliare – e scusate la presunzione perché qua di fronte a eventuali “cupole” e “cupolette” di cui si comincia a sospettare la presenza bisogna cominciare a fare chiarezza sui “perché” di certi fatti – i dirigenti dell’Associazione Caponnetto quanto a senso dello Stato e della Giustizia ( quelli,ovviamente,con le maiuscole).Qualcuno prima o poi,al di là degli insulti e delle accuse, fattici peraltro non in faccia,dovrà spiegarci perché :
1)la gran parte delle operazioni nascono e vengono fatte da organismi esterni alla provincia di Latina-o da Napoli e Caserta,addirittura fuori regione Lazio, o da Roma;
Noi –lo abbiamo detto e lo diciamo con orgoglio- veniamo “ da molto lontano” ed abbiamo operato a certi livelli della vita anche politica ,non siamo perciò dei pivellini e dei parolai e conosciamo bene fatti , situazioni e meccanismi .Non siamo quindi dei disinformati e dei dissennati che non sanno “leggere” le cose e cosa eventualmente sta “dietro” .Intelligenti pauca.Non siamo ,quindi, “contro” per pregiudizio perché non siamo né sovversivi nè scassacarrozze e crediamo fermissimamente – e senza interessi economici o di altra natura-nello Stato di diritto.,Se ci lamentiamo lo facciamo sempre a ragion veduta e con numeri alla mano.Si cambi registro e noi saremo i migliori ,più accaniti e più leali alleati sul piano della lotta alle illegalità ed alle mafie.
Giovedì 18 febbraio 2016
Il Nucleo di Polizia di Tributaria di Napoli e il Centro operativo della Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno eseguito una misura di prevenzione patrimoniale su beni mobili e immobili, conti correnti bancari per un valore complessivo di 200mila euro nei confronti di Mario Di Meo.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere sono dirette al contrasto dell’accumulo di capitali illeciti di soggetti che operano nell’ambito dell’associazione camorristica del clan “La Torre” che opera nel Comune di Mondragone e nei Comuni del basso Lazio.
In questo contesto è stata accertata una sproporzione tra la capacità reddituale del Di Meo e le disponibilità patrimoniali. La Dia e il Gico della Guardia di Finanza di Napoli, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha chiesto e ottenuto dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere il provvedimento di sequestro di beni del Di Meo, eseguito ieri, che ha colpito un terreno, un’azienda di prodotti ortofrutticoli, una quota societaria, cinque auto e sette conti correnti bancari.
fonte:www.h24notizie.com