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Succede a Pastena, in provincia di Frosinone. Una nota di Arturo Gnesi

Mercoledì prossimo ultimo consiglio comunale del 2010  con un solo
argomento
all’ordine del giorno : l’assestamento di bilancio !
Una necessità tecnica prevista  dalla normativa che obbliga gli enti locali
a
certificare   entro la fine dell’anno lo stato di salute delle casse
erariali
!
Come al solito non ci sarà molto da dire, quattro numeri messi in colonna un’
alzata di mano e tutti a casa,
e per fortuna che il consiglio comunale come da statuto “ rappresentando l’
intera comunità  delibera l’indirizzo politico – amministrativo ed esercita
il
controllo sulla sua applicazione “
Ma quando mai …
A  Pastena questo sicuramente non accade perché la “mutocrazia” basata sul
silenzio dei più e sull’omertà di pochi,  evita che si possa discutere dei
problemi che riguardano il paese.
Facciamo un esempio limitandoci ad alcuni eventi che hanno avuto , nelle
ultime settimane, risonanza sulla stampa locale.
Il problema della scuola media  con il grezzo trattamento  riservato ai
ragazzi che vengono trasportati come pacchi postali a Pico, non se n’è mai
parlato in consiglio comunale è nessun amministratore concede, nella sede
opportuna le dovute risposte.
La mutocrazia  è la regola  alla base delle piccole carriere amministrative
e
prosegue così da anni, anche stavolta non fa eccezioni.
Altro problema fresco di giornata è la rescissione unilaterale delle
convenzioni che il Comune ha stipulato con il consorzio delle grotte , un
atto
dettato dai capricci del sindaco, dannoso per i lavoratori e infruttuoso per
la
promozione turistica del nostro paese.
Nemmeno di questo si ha il coraggio di parlare in seno al consiglio che “
rappresentando l’intera comunità  delibera l’indirizzo politico
amministrativo
ed esercita il controllo sulla sua applicazione “
Siamo a Pastena e la mutocrazia può essere soppiantata solo dalla
“mentocrazia” ovvero l’arte di raccontare balle e disseminare bugie senza
avere
il pudore di affrontare i problemi nella sede istituzionale  culla e madre
della democrazia.
Ma non è finita qui  perché la mutocrazia e la mentocrazia blindano come
tesori della Banca d’Italia i bidoni dei rifiuti interrati nella discarica
Tav,
per gli amministratori sono banalità che oltretutto arrecano danno all’immagine
del paese.. se qualcuno  capisse che possono portar danno anche alla salute
avremmo fatto un modesto passo avanti.
Così vanno le cose, i cittadini sono messi a distanza di sicurezza dal
Comune
e se hanno qualcosa da chiedere son costretti a bussare alle porte dei vari
assessori che possono dire quello che vogliono perché poi non devono render
conto a nessuno.
La mutocrazia e la mentocrazia con i loro metodi primordiali che
strumentalizzano i bisogni della gente per creare consenso e utilizzano i
favori in cambio del voto   stanno accompagnando alla fossa la democrazia e
con
essa la voglia di partecipazione della gente di Pastena alla gestione della
cosa pubblica.
Chi uccide il dialogo, emargina la discussione, si sottrae al confronto
rende
un inutile accessorio l’etica della politica e vanifica il senso civico che
timidamente affiora nell’animo dei cittadini e mette in pericolo l’integrità
delle istituzioni soggette spesso alle incursioni di affaristi e corrotti.
Di
questi tempi, e con le storie che sentiamo in giro sarebbe questa l’ultima
cosa
da fare.