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Strage delle Fontanelle, il quinto del commando si offrì da Milano

Il Mattino, Mercoledì 15 Giugno 2016

Strage delle Fontanelle, il quinto del commando si offrì da Milano

di Giuseppe CrimaldiIn cinque per organizzare la mattanza. Il duplice omicidio di due pezzi da novanta della camorra «vincente» del Rione Sanità venne pianificato a Milano. A decidere la morte di Giuseppe Vastarella, 42 anni, e di suo cognato Salvatore Vigna, 41 anni, fu il gruppo rivale capeggiato da Antonio Genidoni, il quale – stando alle indagini della Procura distrettuale antimafia di Napoli e della Squadra mobile – non agì da solo. Per quell’efferato delitto consumato all’interno di un circolo ricreativo di via Fontanelle quattro persone erano già state arrestate. Mancava il quinto uomo: e lunedì sera anche per lui sono scattate le manette.

Alessandro Daniello (nella foto), 27enne incensurato, è finito in carcere dopo oltre un mese di ricerche. Il suo nome era già noto alla Polizia di Stato sin dalle prime ore successive al delitto consumato nell’ambito della sanguinosa faida in atto alla Sanità. Gli agenti della Squadra mobile lo avevano intercettato mentre conversava proprio con Genidoni, che per il timore di ritorsioni dopo il raid nel quale erano morti Vastarella e suo cognato (e nel quale erano rimaste ferite altre tre persone) aveva deciso di riparare a Milano, dove scontava gli arresti domiciliari. Una intensa e complessa indagine degli agenti agli ordini del primo dirigente Fausto Lamparelli e del suo vice – il vicequestore Marco Basile – ha consentito di stringere il cerchio stanando Daniello. Il 27enne è stato trovato a Secondigliano in uno stabile in via delle Nebulose. Non era armato e non ha opposto resistenza. La Polizia ha così eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo campano.

Secondo le indagini della Dda di Napoli e della Squadra Mobile della Questura del capoluogo campano, Daniello avrebbe partecipato all’omicidio di Giuseppe Vastarella, 42 anni, e di Salvatore Vigna, 41 anni, con una vera e propria spedizione di morte davanti all’interno di un circolo mentre in in strada si trovavano alcuni bambini che si erano fermati a comprare delle granite nei pressi di un rivenditore ambulante. Le due vittime stavano giocando a carte all’interno dell’associazione «Maria Santissima dell’Arco». Nella sparatoria rimasero ferite altre tre persone: Antonio Vastarella, di 24 anni, Dario Vastarella, di 33 anni e Alfredo Ciotola, nessuno in maniera grave. Per il duplice omicidio, lo scorso 9 maggio la Polizia ha arrestato quattro persone: Antonio Genidoni, figliastro del defunto boss Pietro Esposito, fermato a Milano; la moglie Vincenza Esposito, la madre Addolorata Spina ed Emanuele Esposito. Quest’ultimo è figlio e fratello di Giuseppe e Filippo Esposito, rispettivamente di 57 e 30 anni, ammazzati in un agguato a colpi di revolver, lo scorso 7 maggio, in un’autofficina di Marano. Secondo l’accusa Daniello si sarebbe dato da fare, a Milano, per la ricerca di «appoggi» utili per portare a termine il delitto, offrendosi – sempre stando alle indagini di Polizia e Dda – di eseguirlo.