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Stop al riciclaggio di denaro: proposta Ue per un nuovo organismo di vigilanza

Il Sole 24 ore

Stop al riciclaggio di denaro: proposta Ue per un nuovo organismo di vigilanza

Tra le proposte comunitarie anche l’ipotesi di un nuovo limite nelle transazioni in contanti: non più di 10mila euro in tutti i 27 paesi dell’Unione europea

dal nostro corrispondente Beda Romano

20 luglio 2021

BRUXELLES – Sulla scia di alcuni recenti scandali finanziari, la Commissione europea ha presentato martedì 20 luglio nuove proposte legislative per rafforzare la lotta contro il riciclo del denaro sporco nell’Unione europea. Avendo preso atto che la semplice collaborazione tra autorità nazionali non è sufficiente, l’esecutivo comunitario ha deciso di proporre la nascita di un organismo europeo, dotato di potere di vigilanza sulle istituzioni finanziarie più importanti.

Verso un codice di vigilanza

«Ogni nuovo scandalo di riciclaggio del denaro è uno scandalo di troppo (…) Abbiamo fatto passi da gigante negli ultimi anni e le nostre norme antiriciclaggio dell’Unione europea sono ora tra le più severe del mondo. Ma devono essere applicate in modo coerente e vigilate da vicino per essere sicuri che funzionino davvero. Ecco perché oggi stiamo compiendo passi coraggiosi per chiudere la porta al riciclaggio di denaro», ha detto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. La proposta di creare una nuova autorità nella lotta ai crimini finanziari è certamente il piatto forte delle proposte comunitarie. Il nuovo ente dovrà preparare un codice di vigilanza in questo campo (relativo anche alle criptovalute); vigilare direttamente sulle istituzioni più esposte; e coordinare il lavoro delle autorità nazionali. Il nuovo ente comunitario dovrebbe vedere la luce nel 2024 e avere circa 250 dipendenti, di cui 100 dedicati alla vigilanza delle istituzioni più importanti.

Due organismi sul modello Bce

La nuova autorità avrà due organismi. Un comitato esecutivo guidato da un presidente e composto da altri cinque membri permanenti e indipendenti; e un consiglio generale composto dai rappresentanti degli enti nazionali. La struttura rispecchia quella della Banca centrale europea. Mentre il consiglio generale sarà chiamato ad adottare norme regolamentari, il comitato esecutivo prenderà le decisioni riguardanti singole istituzioni finanziarie o singole autorità nazionali.

Alcuni Paesi contrari

Un via libera alla proposta di Bruxelles era giunto dai ministri delle Finanze nel novembre scorso (si veda Il Sole/24 Ore del 5 novembre 2020). A molti osservatori, la cooperazione tra i Paesi membri è parsa insufficiente in questi anni; ma fino all’ultimo alcuni governi hanno osteggiato l’idea di un’autorità in comune, preferendo mantenere libertà a livello nazionale. Tra questi Cipro, Malta, l’Estonia. Resta che il negoziato tra Parlamento e Consiglio sarà difficile.

L’attuale assetto si basa esclusivamente sulla cooperazione tra i paesi membri nell’ambito dell’Autorità bancaria europea (nota con l’acronimo inglese di EBA). Per di più, le norme comunitarie sono state adottate non con un regolamento che ha forza di legge direttamente nei singoli stati, ma attraverso direttive più generiche e meno precise che vanno trasposte a livello nazionale. L’obiettivo è di rafforzare il quadro regolamentare e istituzionale.

Tetto alle transazioni in contanti

Commentava nei giorni scorsi l’eurodeputato verde tedesco Sven Giegold: «La struttura di governo prevista da Bruxelles è un importante passo avanti rispetto alla struttura di altre autorità di vigilanza europee (…) Gli interessi comuni dell’Unione sono al centro della scena e l’influenza degli Stati membri è limitata».

Europol ha stimato recentemente che circa l’1% del prodotto interno lordo annuale dell’Unione europea è coinvolto in attività finanziarie sospette. Un ultimo aspetto relativo alle proposte comunitarie presentate a Bruxelles riguarda l’ipotesi di un nuovo limite nelle transazioni in contanti: non più di 10mila euro in tutti i 27 paesi dell’Unione europea. Secondo la documentazione distribuita dalla Commissione europea, i limiti nazionali più bassi potranno restare in vigore. Attualmente in Italia il limite è di 2.000 euro. Il tentativo è chiaramente di arginare il finanziamento della criminalità.