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Stop al racket del caro estinto” La protesta delle imprese funebri

“Nelle camere mortuarie il racket del caro estinto. La sanità e la Regione, tacitamente, coprono ed avallano il sistema”. Questa la denuncia dei dipendenti delle imprese funebri che, già dalle 8 di stamattina, hanno tappezzato la sede della Regione Lazio di cartelloni a forma di cassa mortuaria. Si tratta della prima manifestazione autorizzata di questo settore, organizzata dall’Ass.I.Fu.R, Associazione Imprese Funebri Roma, con la solidarietà ed il sostegno dell’ associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto”.

LA PROTESTA – Tante le domande riportate nei volantini distribuiti a passanti e giornalisti per esprimere un disagio: “Chi permette la vendita del defunto? Con quale vantaggio? È lecito che la sanità commercializzi il defunto? In cambio di cosa? L’unico vero obiettivo del sistema é il defunto in qualunque caso”. Lo scopo della manifestazione è chiedere alla Regione Lazio, “di liberalizzare le camere mortuarie dallo sciacallaggio, invocando alle Autorità competenti di internalizzare il servizio come accade in tutto il resto delle Regioni italiane e non continuare a lasciarlo nelle mani di un pugno di imprese come accade ora”, si legge ancora nel volantino. “Questo problema ha messo in ginocchio un intero settore dove operano oltre 530 imprese funebri, con circa 2.000 persone a Roma, che rischiano la disoccupazione perché due imprese dettano legge e le altre sono tagliate fuori. La Regione Lazio dovrebbe vigilare. I dipendenti di queste imprese stanno all’interno delle camere mortuarie degli ospedali dichiarando di essere gli unici autorizzati dalla Regione Lazio, ma la Regione non rilascia autorizzazioni di questo tipo”, spiega Gianluca Fiori, il presidente dell’associazione, aggiungendo che, inoltre, “queste persone chiedono compensi astronomici a chi li accetta, svendendo poi lo stesso servizio agli unici cinque che non lo fanno, tanto hanno guadagnato da vivere con gli altri”.

L’INCONTRO IN REGIONE  – È già pronta una delegazione che spera di essere ricevuta entro le 14 (ora in cui scadrà l’autorizzazione). Non sarebbe comunque il primo incontro con la Regione: “Già ce n’è stato uno, ma non ci hanno dato risposte”, sottolinea Fiori .”Sono due anni che cerchiamo di parlare e non ci ascolta nessuno”, replica sfiduciato un altro manifestante. “Devo comprare gli occhiali alla mia bambina ma non so dove prendere i soldi. Siccome ho sempre vissuto nella legalità e voglio sapere se posso continuare a farlo o dovrò mettere il passamontagna anch’io”. Durante le prossime ore, “ci aspettiamo una grande affluenza – prosegue Fiori – perché questo è un problema che riguarda tutta la categoria, attendiamo anche il segretario dell’associazione antimafia, Elvio Di Cesare. Noi chiediamo di fare delle leggi che non ci sono e che potrebbero garantire la nostra sopravvivenza. Non chiediamo favoritismi, ma di fare pulizia, rispettando le famiglie dei dolenti, rendendole libere di effettuare le loro scelte verso le proprie imprese di fiducia e vietando lo sciacallaggio. La nostra sola volontà, però, senza l’aiuto delle istituzioni, non troverà mai la risoluzione a questo drammatico problema che va avanti da dieci anni”, conclude Fiori.