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Sperlonga: la vicenda del Lago Lungo. Cosa sta facendo la Regione Lazio? Un invito al Presidente Marrazzo ad intervenire subito, prima che sia troppo tardi!

Un fermento d’iniziative illegittime sul lago Lungo, in Comune di Fondi e Sperlonga.

Il percorso è di forzare l’ottenimento di concessioni e permessi pur se sono vietati dalle esistenti norme di tutela; ottenute le “regolari” concessioni, degradato il luogo, si possono chiedere le modifiche delle norme di tutela perché in quei luoghi non sussistono più quelle specifiche di qualità necessarie che presupponevano la tutela stessa. Il traguardo è il porto nel lago. L’affare potrebbe calamitare l’attenzione della criminalità organizzata presente sul territorio dandole la possibilità di un’ulteriore espansione .L’inerzia ,non ulterioremente accettabile,della Regione Lazio,del Corpo Forestale dello Stato,degli organismi investigativi e giudiziari ,favorisce l’evoluzione e il perfezionamento delle violazioni delle norme e il peggioramento della società civile.

Corre voce che appena qualche mese fa sarebbe stata richiesta al Comune (o alla Regione) una nuova e ulteriore richiesta di concessione da parte di una Cooperativa di pesca di Fondi assieme ad alcuni pescatori di Sperlonga per la coltivazione di vongole nel lago Lungo.

Questa concessione si sommerebbe alla persistenza nell’occupazione abusiva da parte di una ditta che, pur se abusiva dal 31.07.2007, data in cui è scaduta la concessione regionale e non è stata più rinnovata, ha ormai ripreso in grande stile la coltivazione di cozze.

La  ditta in questione non  avrebbe mai rimosso dal 31.07.2007 – data di scadenza della concessione regionale – le sue strutture dal lago Lungo.

ATTUALE SITUAZIONE LAGO LUNGO

1 – Occupazione abusiva persistente del lago dal 01.08.2007 da parte di una ditta che è già stata diffidata nel 2007 a rilasciare la superficie e a rimuovere le opere; la superficie effettivamente occupata è di mq. 15.000, cioè maggiore dei mq. 10.000 a suo tempo concessa dalla Regione, l’ampliamento è avvenuto dopo che  la stessa ditta fin dal marzo del 2007(?) si  sarebbe spostata abusivamente dalla punta estrema (che è più stretta) al centro del lago; dopo un fermo dell’attività per circa un anno e mezzo, in questi giorni  la ditta  ha ripreso alla grande la coltivazione abusiva di cozze;

2 – La ditta  ha richiesto una nuova concessione alla Regione, che non può essere concessa per non violare i diritti civici, che sono inalienabili e imprescrittibili e precedono ogni altro diritto; in presenza di usi civici la Regione non può rilasciare concessioni ad altri,.Il pericolo è che  qualcuno  potrebbe  dimostrare  che il diritto di uso civico di pesca oggi non è più utilizzato dai naturali di Sperlonga e quindi venga fatto cessare, con qualche “marchingegno” strumentale, mentre, invece, è uno degli impedimenti per evitare speculazioni sul lago;

3 – Il Comune di Sperlonga avrebbe rilasciato alla Ditta  un rinnovo della concessione per 18 anni; il Comune di Sperlonga non è proprietario del lago e non è competente al rilascio di concessioni; la concessione del Comune di Sperlonga è nulla;

4 – Nuova richiesta di concessione al Comune(?) alla Regione (?) da parte di una Cooperativa di pesca di Fondi assieme a pescatori di Sperlonga per la coltivazione di vongole veraci.

5 – Violazione dei diritti civici a favore dei naturali di Sperlonga (ai naturali di Sperlonga ci sono voluti 48 anni per ottenerli, dal 1938 al 1956);

6 – Esercizio abusivo dello sci d’acqua in zona vietata per la protezione integrale esistente; lo sci d’acqua è pure vietato entro 300 metri dalla riva D.M. 20 luglio 1994, n. 550, il lago è largo 265 mt.

7 – Osservazioni  del Comune di Sperlonga nel chiedere la modifica del Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) relativa alla superficie del lago: per la pratica di “sport acquatici” senza specificare di quali sport si tratta e per la superficie scelta dalla “Federazione Italiana” senza indicare di quale Federazione si tratta ,omettendo  quindi lo sci d’acqua che è vietato dalle norme paesisaggistiche, accolte dall’Assessorato Urbanistica regionale; l’accoglimento della proposta del Comune da parte dell’Ass.to Urbanistica della Regione è errato.  E’ OPPORTUNO RILEVARE che il P.T.P.R. non può intervenire sulla superficie acquea ma solo sulla terraferma; inoltre le osservazioni del Comune, accolte dall’Ass.to Urbanistica regionale, riguardano sport acquatici, e non nautici ,com’è lo sci d’acqua, che è vietato dalle norme di tutela paesitica integrale e, entro i 300 mt, dal D.M. 20.07.1994, n. 550.

8 – IN FASE DI CHIARIMENTO: se il lago di Fondi e il lago Lungo siano stati sottratti alle funzioni amministrative della Regione per effetto del DPCM 21.12.1995 (a pag. 84) ribadito all’art. 105, 2 comma del d.lgs 112/1998, nel qual caso rilascia le concessioni il Comune, e non la Regione, DGR 30.7.2001, n 1161;

9 – E’ in corso la misteriosa causa n. 188/2004 di “litisconsorzio necessario” e l’Ordinanza n. 1164/2008, presso il Commissariato Usi civici, che vuole valutare la necessità della permanenza dei diritti civici sui laghi Lungo e San Puoto.

10 – Nel piano regionale dei porti del 1989 sono stati previsti 300 posti barca nel lago Lungo. Quel piano dei porti regionale non è adottato e non è attuabile, però stranamente tutti vi fanno riferimento. Perché vi sono stati previsti quei 300 posti barca? Non sarebbe opportuno togliere quei posti barca, predisponendo un nuovo, attento e aggiornato Piano dei porti regionale prima della fine della legislatura?

Un preoccupante “combinato disposto” di intralci. Oggi tutti veramente facili da contrastare ed eliminare. Una minimizzazione della situazione la farebbe degenerare.

INTERESSE DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

E’  necessario esaminare le compravendite, le connessioni parentali, i prestanome e i passaggi di proprietà dei terreni sulle sponde del lago avvenuti almeno negli ultimi cinque anni. Qualche tempo fa, articoli di stampa riportavano l’incremento di acquisto di terreni intorno al lago.

La criminalità organizzata, infiltrata nel territorio, non si farebbe scappare l’occasione del prossimo futuro “business” sulle attività in gestazione sul lago e sui terreni intorno al lago,attività che comunque sono   in dispregio alle norme demaniali, paesaggistiche e ambientali esistenti .

Intanto:

A)  dovrebbe  essere richiesto il pagamento dell’indennità di occupazione abusiva, da quasi due anni, dal 31.07.2007;

B)Magistratura inquirente e  gli organi investigativi ,Corpo Forestale dello Stato in primis che ha i compiti di vigilanza,  dovrebbero  avviare un ‘azione nei confronti degli autori  della persistente occupazione abusiva con il sequestro di tutto il lago, nell’attesa che si definisca la proprietà e la sua gestione,

C)si dovrebbe  procedere al ripristino dello stato dei luoghi e ,nel caso non lo facesse la ditta abusiva già diffidata, con la rimozione d’ufficio delle opere abusive e con l’esecuzione in danno.

LA DENUNCIA DI OCCUPAZIONE ABUSIVA DA PARTE DELLA REGIONE LAZIO E’ UN ATTO DOVUTO !

SI E’ ATTIVATA  FINORA  LA REGIONE LAZIO???????????    …..E,SE NON L’HA FATTO ANCORA,PERCHE’ ??

La situazione è più grave di come appare. Sul lago Lungo è in atto un eccezionale fermento di attività. Una noncuranza sul lago Lungo potrebbe causare quello che è successo al lago di Paola.a Sabaudia . Oggi è semplicissimo intervenire con l’applicazione delle norme esistenti. L’intervento regionale fermerebbe l’abuso. Prevenire è più semplice che curare. Il risvolto non è solo il danno paesaggistico, ma lo stravolgimento del territorio per profitto e speculazione. Più vincoli sono fatti cessare, più è possibile il profitto.

L’altro rischio é che  ,con la confusione  che si crea inevitabilmente con ricorsi giuridizionali  ,a volte le amministrazioni che si susseguono non curano la preservazione dei beni comuni,.La Regione Lazio ,pertanto, cominci subito  a reclamare la gestione comunale dei laghi, che  è regionale. La concessione rilasciata dal Comune di Sperlonga alla ditta è nulla.

Tutte le acque sotterranee e superficiali, anche raccolte in invasi e cisterne, appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico (art. 1 e art. 32 legge 5 gennaio 1994, n. 36 e art. 1, D.P.R. 238/1999) e le acque sono gestite dalle Regioni, assieme alle concessioni del demanio marittimo (artt. 86, 89, 105 D.lgs 112/1998; D.P.C.M. 22.12.2000 pubblicato [ed entrato in vigore] il 21.02.2001) .

A questo punto,invitiamo la Magistratura inquirente  e gli organi investigativi a dare impulso a tutte le azioni necessarie per evitare il perpetuarsi di una situazione non più accettabile,non esclusa quella del sequestro del Lago.

Ma,al contempo,invitiamo il Presidente della Giunta della Regione Lazio Marrazzo ad intervenire subito con iniziativa adeguate,compresa la denuncia alla Procura della Repubblica per l’occupazione abusiva del Lago,a salvaguardia di un bene  affidato dallo Stato alla sua gestione.